2018-10-24
L’Onu vuole rimettere il velo alle donne francesi
La Francia, insanguinata dai terroristi islamici, vietò il niqab per ragioni di sicurezza. Ma l'ente dice no: «Violati i diritti».Gli esperti del Viminale inviati a Claviere scoprono l'ennesimo scandalo: «I gendarmi hanno tentato di espellerli eludendo il trattato di Dublino». I sindaci di confine confermano: «Accade molto spesso».Lo speciale contiene due articoli.L'Onu interviene a gamba tesa contro la Francia, dichiarando illegittimo il divieto di indossare il velo integrale che il governo di Parigi ha introdotto nel 2010. La Francia, il paese che ha pagato il conto più salato al terrorismo islamico, si vede messa all'indice da un organismo, le Nazioni Unite, che sembra ormai completamente fuori dalla realtà: ricordiamo la recente minaccia di inviare «ispettori» in Italia per vigilare sugli «atti di razzismo» che costituirebbero addirittura un allarme. Per fortuna, la decisione dell'Onu non avrà alcun effetto pratico sulla legislazione francese, ma il caso è destinato a far discutere. Ieri si è appreso che un gruppo di 18 «esperti indipendenti» delle Nazioni Unite, il Comitato per i diritti umani, ha condannato la Francia in quanto avrebbe violato i diritti umani di due donne. In particolare, la censura dell'Onu si riferisce alla condanna inflitta alle due ricorrenti, di fede musulmana, che erano state sanzionate nel 2012 per aver indossato in pubblico niqab, il velo integrale, contravvenendo alla legge. Alle due donne era stato comminato un verbale, ma loro nel 2016, ben quattro anni dopo il fatto, avevano presentato una denuncia all'Onu.Manco a dirlo, ieri è stata pubblicata, a Ginevra, la decisione: la Francia non avrebbe sufficientemente spiegato i motivi alla base della legge che vieta di indossare il niqab in pubblico, e oltretutto lo stesso divieto, secondo gli «esperti indipendenti» dell'Onu, interferirebbe in modo sproporzionato con il diritto di manifestare liberamente la propria religione. Il Comitato, bontà sua, riconosce che gli stati possono chiedere alle persone di scoprire il volto in alcune circostanze, come nel corso di un controllo di polizia, ma il divieto generale di indossare il niqab in pubblico sarebbe una misura troppo radicale, che rischierebbe di emarginare le donne musulmane, confinandole nelle loro case. Il Comitato ha chiesto alla Francia una compensazione per le due donne, l'adozione di misure volte a evitare che casi simili si verifichino in futuro, e la trasmissione di una relazione entro 180 giorni sulle misure adottate per attuare la decisione del comitato. La Francia però, e ci mancherebbe altro, non ci pensa nemmeno a cambiare la sua legislazione per l'intervento degli «esperti indipendenti» dell'Onu. Ieri, il ministero degli Esteri francese ha diffuso un comunicato in cui si ricorda «la piena legittimità» della sua legge del 2010 che vieta il velo integrale, condannata dall'Onu. Il ministero, «ricorda che la legge del 2010 vieta la dissimulazione del volto nello spazio pubblico nella misura in cui è considerata incompatibile con il principio di fraternità e con i valori di una società democratica e aperta. La Francia», prosegue il comunicato del governo francese, «ricorda che il Consiglio costituzionale ha giudicato la legge conforme alla Costituzione. La Corte europea dei diritti umani ha stabilito nella sua sentenza del luglio 2014 che non danneggia né la libertà di coscienza né la libertà di religione e che non è discriminatoria. La Francia», conclude la nota, «sottolinea la piena legittimità di una legge il cui obiettivo è di garantire le condizioni di convivenza necessarie al pieno esercizio dei diritti civili e politici».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/lonu-vuole-rimettere-il-velo-alle-donne-francesi-2614624657.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="migranti-macron-respinge-i-minori-la-croce-rossa-21-da-inizio-anno" data-post-id="2614624657" data-published-at="1758159656" data-use-pagination="False"> Migranti, Macron respinge i minori. La Croce rossa: «21 da inizio anno» Dal 2014 a oggi, stando ai dati del ministero dell'Interno, il nostro Paese ha accolto la bellezza di 70.293 minori stranieri non accompagnati. Ai quali vanno aggiunti i numerosi bambini arrivati qui assieme ai genitori, e perfino quelli venuti al mondo sulle navi di soccorso nel Mediterraneo. Dal 2017, per altro, in Italia è in vigore una legge che prevede l'accoglienza immediata di tutti i minorenni che arrivano senza genitori. Niente controlli, niente verifiche: appena sbarcano ottengono la protezione e lo Stato se ne fa subito carico. Anche se sono a un passo dalla maggiore età, o se sono addirittura più grandi (cosa difficile da stabilire nella grande maggioranza dei casi). Così ci comportiamo noi. Poi ci sono i nostri vicini, i simpatici francesi. Quelli che ci hanno definito «vomitevoli», che hanno preteso di darci lezioni di inclusione. Ecco, questi signori sapete che fanno? I migranti minorenni li rispediscono indietro, in barba a ogni trattato e a ogni norma di civiltà. Che i gendarmi d'Oltralpe scaricassero qui gli stranieri sgraditi lo abbiamo appreso qualche giorno fa, quando la polizia italiana ha filmato (a Claviere, in provincia di Torino) una camionetta che faceva scendere persone nei boschi oltre il confine. Sulle prime, i francesi si sono scusati, hanno parlato di un errore, poi hanno dato la colpa all'inesperienza degli agenti che hanno svolto l'operazione. Ma, nei giorni seguenti, si è avuta la conferma che si trattava di una presa in giro. Un video diffuso dal Viminale ha mostrato altri gendarmi intenti a fare la stessa cosa: sono giunti in auto in Italia, hanno fatto scendere dal veicolo tre stranieri, poi sono tornati in patria. Di nuovo, da Parigi hanno accampato scuse, parlando di operazioni concordate. Ieri, infine, l'ultimo insulto. Fonti del Viminale hanno comunicato che «la Francia ha cercato di restituire all'Italia anche dei minorenni: è successo il 18 ottobre, dopo le 22. 30, ma le autorità italiane hanno bloccato la procedura». Questa brutta storia è emersa «nel corso della visita degli esperti inviati dal Viminale a Claviere, dopo gli episodi di sconfinamento. Il sospetto del governo italiano è che le autorità francesi abbiano riportato dei cittadini stranieri in Italia in modo sbrigativo anche per eludere le procedure previste dal trattato di Dublino». Già, perché rifiutare i minorenni non si può, anche se clandestini. Matteo Salvini, ovviamente, non ha perso l'occasione per infilzare il commissario Ue agli Affari europei Pierre Moscovici, cioè il signore che - parlando della polemica sul caso Lodi - si era detto «scioccato». «Chissà se Moscovici sarà scioccato anche per la tentata espulsione di minorenni stranieri da parte della Francia. Oppure il commissario Ue riserva il suo turbamento solo per una giusta battaglia come quella del sindaco di Lodi?», ha detto il ministro dell'Interno. Che ha aggiunto: «Quello che sta emergendo a Claviere ci conferma che, anche in materia di diritti umani, nessuno può permettersi di dare lezioni all'Italia». L'episodio dei minori respinti al confine, in ogni caso, non è affatto una invenzione di Salvini per fare polemica con i francesi. Il respingimento di ragazzini da parte delle autorità transalpine sembra essere una prassi piuttosto in voga. Sempre ieri, la Croce rossa ha fatto sapere che «sono stati 21, dall'inizio dell'anno, i minori respinti alla frontiera del Monginevro, tra Italia e Francia, e intercettati dai presidi della Croce Rossa a Oulx e a Bardonecchia, in alta Valle di Susa». Paolo De Marchis, sindaco di Oulx, aggiunge benzina: «Una quindicina di giorni fa, a Beaulard, li ho incontrati io stesso: tre ragazzi, di cui uno sotto i 18 anni, mi hanno raccontato di essere stati scaricati all'uscita dell'autostrada». Sull'argomento, la scorsa settimana, si era pronunciata anche la sezione francese di Amnesty International. L'organizzazione umanitaria ha organizzato una missione di osservazione tra il a 12 e il 13 ottobre. In quel periodo sono avvenuti 26 respingimenti di migranti «dal posto di polizia di frontiera di Montgenèvre verso Clavière, primo villaggio italiano, senza esame individuale della loro situazione né possibilità di domanda di asilo». Amnesty, soprattutto, notava la «mancata presa d'atto della minore età di otto persone, che pure si erano dichiarate come minorenni alle forze dell'ordine». Insomma, i nostri vicini trattano anche i bambini come rifiuti umani, forzano i trattati e violano i confini (nonché la legge). Fino ad oggi, però, gli organismi sovranazionali come l'Onu e in particolare l'Ue sono rimasti in silenzio. Quando si tratta di attaccare i populisti e di gridare al razzismo, non perdono tempo. Ma se c'è da bacchettare Emmanuel Macron che caccia i minorenni, se la prendono comoda. In effetti, «vomitevoli» è la parola giusta per definirli.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)