2023-10-19
L’Onu ora ha paura dell’escalation. Assalto di droni alla base Usa in Iraq
Israele: «Uccisi due capi di Hamas». Annunciata zona umanitaria a Sud della Striscia.L’esercito israeliano ha annunciato di voler creare una zona umanitaria nel Sud della Striscia di Gaza. L’area verrà creata nell’area di Al-Mawasi, vicino a Khan Younis, dove «gli aiuti umanitari internazionali saranno forniti secondo necessità». L’Idf rinnova quindi ancora una volta l’invito a recarsi nel Sud del Paese. Israele continua ad avere come priorità i suoi concittadini posti sotto sequestro dai terroristi di Hamas. Chiede che la Croce rossa visiti «i suoi rapiti» e sta «lavorando per mobilitare un ampio sostegno internazionale a questa richiesta». Degli ostaggi, infatti, non si hanno novità. Nessun rilascio. E dopo il video di Maya, i terroristi non hanno diffuso più informazioni né testimonianze circa lo stato di salute dei prigionieri. Nel frattempo gli attacchi continuano. Per l’Onu «siamo sull’orlo di un abisso profondo e pericoloso. Il rischio di un’espansione di questo conflitto è reale, molto molto reale». Sono le parole di Tor Wennesland, coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, che ha avvertito il Consiglio di Sicurezza. Una risoluzione delle Nazioni Unite ha chiesto una «pausa umanitaria» del conflitto. Dodici dei 15 membri del Consiglio hanno votato a favore della risoluzione, presentata dal Brasile e negoziata per diversi giorni, mentre la Russia e il Regno Unito si sono astenuti. Gli Stati Uniti hanno posto il veto, poiché il testo non rispettava il diritto di Israele a difendersi, ha dichiarato l’ambasciatore statunitense.Intanto, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, «la situazione a Gaza sta andando fuori controllo». Il direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha detto: «Da quattro giorni le forniture dell’Oms sono bloccate alla frontiera. Abbiamo bisogno di un accesso immediato per iniziare a consegnare forniture salvavita. Abbiamo bisogno che la violenza venga fermata da tutte le parti». I cinque impianti di trattamento delle acque reflue di Gaza e la maggior parte delle 65 stazioni di pompaggio non funzionano più, denuncia Oxfam, mentre il ministero della Salute aggiorna il bilancio delle vittime: 3.200 morti e 11.000 feriti fin qui. Nonostante questo, non si hanno novità sul fronte del valico di Rafah che continua a rimanere chiuso dal 7 ottobre. L’Egitto non ha cambiato idea: non vuole accogliere i palestinesi intenzionati a lasciare la Striscia. Anche le postazioni israeliane al confine con il Libano continuano a essere sotto attacco; Tel Aviv ha risposto con fuoco d’artiglieria. Nelle ultime ore sono stati identificati nove lanci di missili dal territorio libanese verso Israele, di cui «quattro sono stati intercettati dalla difesa aerea dell’Iron Dome». L’esercito di Israele ha fatto sapere di aver ucciso due alti dirigenti di Hamas. Il primo è Muhammad Awdallah, comandante del sistema anti missili tank della Brigata Gaza City. Il secondo è Akram Hijazi, della Forza navale di Hamas, responsabile per aver diretto attacchi terroristici su Israele da Gaza.La situazione si fa sempre più tesa. L’ambasciata dell’Arabia Saudita in Libano ha invitato i suoi cittadini a «lasciare immediatamente il territorio libanese». E fibrillazioni si registrano in tutto il mondo. Israele ha evacuato le proprie ambasciate in Marocco ed Egitto a causa delle manifestazioni di protesta che si stanno tenendo nel mondo arabo-islamico. In tutte le rappresentanze diplomatiche israeliane nel pianeta è stato alzato il livello di allerta. Rientrato l’allarme bomba sulle ambasciate di Israele e Usa a Buenos Aires. Erano state evacuate nella mattinata di ieri dopo aver ricevuto minacce di stampo terroristico. Sventato un attacco di droni contro la base aerea Usa di Harir, nel Nord dell’Iraq. Gruppi alleati dell’Iran in Iraq hanno annunciato di aver formato una «sala operativa congiunta» per aiutare Hamas nel suo sforzo bellico. Due funzionari di queste milizie hanno dichiarato di essere in allerta e pronti a unirsi alla battaglia, ma che l’Iran non ha ancora dato l’approvazione per l’apertura di un nuovo fronte di guerra. I leader di alcune fazioni si trovano ora in Libano e in Siria, nel caso in cui ricevano l’ordine di procedere.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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