
Ansa
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Un ponte tra sport, educazione e dialogo. È questo lo spirito che ha animato la cerimonia svoltasi domenica mattina presso il centro sportivo della Lazio, dove è stato firmato un memorandum d’intesa tra il club biancoceleste e il Maccabi Israel. L’accordo segna l’inizio di una collaborazione che punta a trasformare il calcio in uno strumento di inclusione, cooperazione e lotta a ogni forma di discriminazione.
L’iniziativa è frutto di un primo incontro tenutosi nelle scorse settimane a Tel Aviv e trova nella scelta di Roma, città dal forte legame con la comunità ebraica, un valore simbolico importante. Alla firma erano presenti figure istituzionali di rilievo come l’ambasciatore israeliano in Italia Jonathan Peled e il presidente della comunità ebraica di Roma Victor Fadlun.
A rappresentare la Lazio, il presidente Claudio Lotito ha sottolineato l’impegno del club nel promuovere i valori universali dello sport: «Questa collaborazione ci permetterà di sviluppare sinergie tecniche e sociali, e di lanciare una campagna attiva contro l’odio e ogni forma di discriminazione razziale». Il vice ceo del Maccabi Israel, Naor Galili, ha ricordato gli ostaggi israeliani ancora in mano ai terroristi e ha ribadito la portata della nuova alleanza: «Questa partnership va oltre il calcio, rafforza i legami tra le comunità e incoraggia un dialogo costruttivo. Siamo fieri di collaborare con un club prestigioso come la Lazio». Il valore educativo e culturale dell’iniziativa è stato rimarcato anche da Ofer Ben Assa, consulente legale del Maccabi Haifa: «Lo sport ha il potere di unire al di là delle differenze. Vogliamo dimostrare che il calcio può essere uno strumento di rispetto e solidarietà».
Il memorandum non resterà solo un gesto simbolico. Nei prossimi mesi saranno attivati scambi giovanili, eventi sportivi ed educativi, e campagne di sensibilizzazione dedicate ai tifosi e al grande pubblico. L’obiettivo è chiaro: promuovere una cultura dell’inclusione, dentro e fuori dal campo.