2023-03-11
L’Oms lancia una nuova crociata: ora il nemico è il sale negli alimenti
Tedros Adhanom Ghebreyesus (Ansa)
L’agenzia Onu chiede ai Paesi di ridurre il consumo di sodio del 30% entro il 2025.Una vita sciapa, insapore e inodore. È forse questo l’obiettivo dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità? Il dubbio, in effetti, viene. Soprattutto leggendo il rapporto appena pubblicato dall’agenzia dell’Onu, che ha di fatto dichiarato guerra al sale. Esatto: le Nazioni unite, attraverso la Fao, non solo ci propongono una dieta a base di insetti, ma ora, con l’Oms, vogliono anche imporre agli Stati membri paletti molto stringenti sulle quantità di sodio contenute negli alimenti. L’agenzia diretta da Tedros Adhanom Ghebreyesus , dopo la gestione catastrofica della pandemia, ha fissato un obiettivo molto chiaro: ridurre l’assunzione di sodio del 30% entro il 2025 a livello globale. Il motivo? Pur essendo un nutriente essenziale per l’essere umano, il sodio, se consumato in quantità eccessive, può portare a malattie cardiache, ictus e morte prematura. Naturalmente, quando parliamo di alimentazione, ci riferiamo soprattutto al sale (cloruro di sodio) e ad altri condimenti minori come il glutammato di sodio. Al giorno d’oggi però, lamenta l’Oms, solo nove nazioni hanno varato politiche che prevedono una riduzione obbligatoria del sodio sulle nostre tavole. Si tratta di Brasile, Cile, Repubblica ceca, Lituania, Malesia, Messico, Arabia Saudita, Spagna e Uruguay. Gli altri Stati membri, invece, hanno adottato misure più blande, come ad esempio l’Italia: nessun limite al sale in cucina, di cui però si sconsiglia l’utilizzo in quantità eccessive. «Le diete malsane», ha dichiarato Ghebreyesus, «sono una delle principali cause di morte e malattia a livello globale e l’eccessiva assunzione di sodio ne è uno dei principali responsabili». Il rapporto appena pubblicato, ha proseguito il direttore generale dell’Oms, «mostra che la maggior parte dei Paesi deve ancora adottare politiche obbligatorie di riduzione del sodio, esponendo così la propria popolazione al rischio di infarto, ictus e altri problemi di salute».Insomma, in un periodo in cui Orazio Schillaci spinge per una nuova stretta sul fumo, adesso arriva anche la richiesta dell’Oms di razionare il sale sulle nostre tavole. Le parole hanno sempre un peso, certo, ma a questo punto non è affatto fuori luogo parlare di una vera e propria ventata di «proibizionismo», come l’ha definita Vittorio Sgarbi in polemica proprio con il ministro della Salute. D’altra parte, non è che ci volesse l’Oms per stabilire che l’abuso di un determinato alimento non è mai una buona cosa. Ma non per questo si può andare avanti a botte di divieti, razionamenti e sanzioni. E poi, sia detto per completezza, non si capisce bene con quale autorevolezza l’Oms pretenda ancora di parlare. Nel momento in cui si è palesato un evento che doveva vederla protagonista e punto di riferimento globale (la pandemia), l’Organizzazione mondiale della sanità ha inanellato una serie impressionante di topiche madornali. Prima sottovalutando il Covid, poi elogiando la «dedizione» e la «trasparenza» della Cina (sic), e infine orchestrando una campagna di terrorismo psicologico senza precedenti. Lo scorso dicembre, tanto per dire, l’Oms ha diffuso un video in cui sosteneva che l’attivismo contro i vaccini, ribattezzato «anti scienza», «è ora diventato una delle principali forze omicide a livello globale». L’anti scienza, infatti, secondo l’Oms ucciderebbe «più persone di cose come la violenza armata, il terrorismo globale, la proliferazione nucleare o gli attacchi informatici». Ecco, se questi sono gli esperti, tanto vale rivolgersi ai cartomanti. Sarebbero più credibili.