2021-03-08
Il lockdown vale per tutti, sardine escluse
Dopo la gita a Roma alla faccia dei divieti, Jasmine Cristallo spiega: «Ci interessa la parte sinistra del partito. No a Bonaccini, è un destro». Aumentano le tensioni e prende piede un'accusa contro Nicola Zingaretti: «Assedio non casuale, vuole continuare a comandare».«È la parte sinistra del Pd che ci interessa, non i renziani o i destri». La sceneggiata dura meno di un giorno, poi la voglia di palcoscenico e il fremito dei microfoni rimettono le cose a posto. Le sardine che vanno, come i salmoni, controcorrente (anzi contro le correnti) esistono solo nella fantasia dei media orfani della Balena rossa spiaggiata. Ventiquattr'ore e Jasmine Cristallo, la pasionaria dal capello ramato, chiarisce tutto: erano lì per spingere Nicola Zingaretti, per far capire ai colonnelli del Nazareno che la base (15 pasdaran armati di slogan e sacco a pelo) è con il segretario fatto al trancio. Ma Stefano Bonaccini? «Non deve diventare segretario, è un destro, un liberale».Mentre Mattia Santori sminuzza fette di mortadella nello spot con Stanley Tucci, il Pd pende dalle labbra di lady Cristallo com'è giusto per un partito acefalo. No destri mascherati, no ex renziani, no Bonaccini, no lib-lab, al muro i riformisti. Scartati gli impresentabili, le correnti del golfo nelle quali le sardine guizzano felici restano due: guardacaso quella del segretario uscente e quella di Andrea Orlando. A questo punto Giovannino Guareschi direbbe: «Sòrbole, è il rosso antico». Allora non va lontano dal vero il dirigente di Base riformista che spiffera: «Se pensate che l'assedio sia estemporaneo non avete capito un ca... di ciò che sta accadendo. Zingaretti vuole continuare a comandare nel Pd pur senza esserne segretario. Altro che Cincinnato». Per far paura ai rivali, Zinga ha avuto bisogno di flirtare in tv con Barbara D'Urso e riesumare i bimbi di Prodi; Santori scrive per la rivista Energia, fondata dall'ex leader dell'Ulivo. Un contrappasso per chi continua a sognare un Pd contendibile e più centrista, come governatori e sindaci Vip (Beppe Sala, Giorgio Gori). La guardia rivoluzionaria ha l'aspetto freak, le magliette con scritto «Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai» (Fabrizio De André), ma custodisce l'ortodossia con blitz e accampamenti. Occupy Pd, sappiate per chi votate nell'assemblea alle Idi di marzo, dove la pugnalata è un tributo alla storia.Nell'happening del weekend raccontato da Repubblica come un assalto al Palazzo d'Inverno tutto sogni, cuore e lacrime, ci sarebbero due curiose anomalie. La prima riguarda l'assembramento stesso (anche se c'erano più giornalisti che sardine), l'adunata organizzata con arrivo da altre regioni, l'allegra spedizione motorizzata in barba ai divieti di spostamento che terrorizzano i comuni mortali. «Tutto regolare», dicono loro. La questura di Roma avrebbe dovuto sgombrarli e non lo ha fatto, le autorità di partenza avrebbero dovuto controllarli e non lo hanno fatto. Per la piazza della gauche le restrizioni non esistono; è un allegro ed eterno 25 aprile. La seconda amenità è una foto che circola da sabato sera: Santori accampato con tenda e borsa frigo sotto il ritratto di Enrico Berlinguer. La tessera numero uno delle sardine, apprezzato insegnante di frisbee, ama fare lo Zelig: imperdibili gli scatti con i Benetton, Oliviero Toscani, Lilli Gruber. Berlinguer farebbe fico nella collezione dei cimeli, ma l'ufficio stampa del Pd smentisce: «Nella sede non c'è stata nessuna occupazione, né simbolica né con tende». Allora è un fotomontaggio, come conferma il frescone medesimo: «Era una casa privata». Resta il senso di passiva subalternità derivato dalle parole della presidente piddina Valentina Cuppi («Li ho accolti con entusiasmo») mentre l'asilo Mariuccia della sinistra militante faceva scampagnata. Nel '68 una delegazione di contestatori entrò a Botteghe oscure e si trovò davanti il segretario del Pci, Luigi Longo, che con aria grave disse: «Voi meritate il nostro rispetto, noi pretendiamo il vostro rispetto». Non era ancora un partito liquido in via di liquefazione. È bastato uno sguardo di Mario Draghi per mandarlo in crisi e ribaltare un anno di vacue narrazioni contiane. Non è accaduto solo al Pd, ma a tutto il démi monde che sosteneva il governo della pandemia. Oggi sembra assurdo ciò che ieri pareva normale nell'Italia cloroformizzata da Giuseppe Conte. Prendete il ministro Roberto Speranza, che ha difeso il silurato Domenico Arcuri: «Va ringraziato per il lavoro straordinario, se abbiamo mascherine e respiratori è merito suo». Manca un «non», surreale. Prendete il virologo cotonato Roberto Burioni, che sul Corriere della Sera spiega al generale Francesco Figliuolo come sconfiggere il virus: «Deve vaccinare il maggior numero di persone nel minor tempo possibile». Nessuno ci sarebbe arrivato, surreale.Sembra cambiato il mondo. Di quello vecchio rimangono le sardine, il partito liquido in cui sguazzare come piccoli squali fedeli a Zingaretti e i Rayban a goccia di Bonaccini, forse depresso (o forse no, lui che le aveva definite «bla bla bla») dopo avere saputo la verità. Davanti al Nazareno ci rivedremo ancora. I timidi con i timidi, i furbi con i furbi in tenda. E gli ingenui accompagnati dalla mamma.
Nucleare sì, nucleare no? Ne parliamo con Giovanni Brussato, ingegnere esperto di energia e materiali critici che ci spiega come il nucleare risolverebbe tutti i problemi dell'approvvigionamento energetico. Ma adesso serve la volontà politica per ripartire.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 18 settembre con Carlo Cambi