2025-02-01
Lo Voi rischia grosso davanti al Csm. Potrebbe dover dire addio alla Capitale
Francesco Lo Voi (Imagoeconomica)
Colle irritato per l’iniziativa dei consiglieri: per il procuratore potrebbe essere fatale il conflitto con Mantovano sul volo negato.Al Csm c’è grande agitazione per la richiesta di apertura di una pratica per incompatibilità ambientale e funzionale nei confronti del procuratore di Roma Franco Lo Voi, l’uomo che ha iscritto sul registro degli indagati il premier Giorgia Meloni, due ministri e un sottosegretario sulla base di accuse molto labili. L’istanza è stata presentata dai cinque consiglieri laici del centrodestra (Isabella Bertolini, Daniela Bianchini, Claudia Eccher, Enrico Aimi e Felice Giuffrè) e ha messo in grave ambascia il comitato di presidenza del parlamentino dei giudici, ovvero la cinghia di trasmissione delle comunicazioni con il presidente della Repubblica. Ieri Fabio Pinelli, vicepresidente di Palazzo Bachelet e principale interlocutore di Sergio Mattarella per i rapporti con i magistrati, ha esternato tutto il suo disappunto per l’iniziativa direttamente ad alcuni firmatari. I quali non intendono, però, fare passi indietro. Anche perché l’incompatibilità ambientale può essere pure colposa, ovvero il diretto interessato può essere considerato non più in grado di esercitare la sua funzione per colpe non proprie. E la tensione che si è creata con il governo potrebbe rendere molto difficile il lavoro di Lo Voi nella Capitale. A questo si deve aggiungere il possibile conflitto di interessi in cui potrebbe essere incappato il procuratore nel momento in cui ha iscritto sul registro degli indagati il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano con l’accusa di peculato per la concessione di un volo dei servizi segreti per il trasferimento in Libia del generale Osama Almasri. Per i consiglieri Lo Voi avrebbe dovuto astenersi avendo in corso un contenzioso davanti al Consiglio di Stato proprio contro Mantovano, il quale gli avrebbe tagliato il volo bisettimanale (secondo il Corriere della Sera) per la natia Palermo, una spesa da circa 340.000 euro in un anno che a Palazzo Chigi hanno ritenuto esorbitante.Il Comitato di presidenza adesso dovrà decidere se trasmettere la richiesta alla prima commissione, a un’altra, alla sezione disciplinare o se cestinare l’istanza. La materia è stata recentemente disciplinata con una delibera del 10 luglio. Nel caso dovesse esserci il trasferimento alla prima commissione, l’ipotesi più plausibile, la pratica andrà iscritta presso la segreteria e dopo 60 giorni inizierà la fase conoscitiva e di istruttoria preliminare.In questo stadio, caratterizzato dall’assenza di contraddittorio e di pubblicità, la commissione effettua una valutazione preliminare mediante l’acquisizione di atti e l’assunzione di informazioni al fine di verificare la sussistenza di elementi idonei a giustificare l’apertura del procedimento di trasferimento d’ufficio.Se questi non si trovano la commissione propone al Consiglio l’archiviazione.La commissione può anche disporre l’audizione del magistrato interessato e, successivamente, chiederne il trasferimento. Può pure disporre la trasmissione degli atti ad altra commissione o al vicepresidente per l’inoltro ai titolari dell’azione disciplinare.Insomma, tra poco più di due mesi, se le cose andassero male per lui, il procuratore Lo Voi potrebbe dover fare le valigie, prima della naturale scadenza del suo incarico che, potenzialmente, potrebbe durare sino al 5 novembre 2027, giorno del compimento del suo settantesimo compleanno. Ma se i consiglieri laici considerano l’iscrizione lampo di quattro esponenti del governo da parte di Lo Voi un clamoroso sgarbo istituzionale, essendo stato compiuta in mancanza di indizi concreti, magistrati e giornali progressisti «assolvono» il procuratore in nome della Costituzione, che imporrebbe «alla Procura di non fare alcun accertamento su indagini riguardanti il governo».la leggeMa questa vulgata è smentita con decisione dal costituzionalista Giovanni Guzzetta: «La tesi secondo cui la Procura di Roma non avrebbe potuto fare altro che iscrivere e inviare gli atti al Tribunale dei ministri non ha nessun fondamento. Innanzitutto, perché cozza contro il testo della legge costituzionale numero 1 del 1989 secondo cui “Il procuratore della Repubblica, omessa ogni indagine, entro il termine di 15 giorni, trasmette con le sue richieste gli atti relativi” al Tribunale dei ministri “dandone immediata comunicazione ai soggetti interessati perché questi possano presentare memorie al collegio o chiedere di essere ascoltati”». Dove è la contraddizione? «Se il pm fosse solo un passacarte non si capisce perché debba aspettare 15 giorni per trasmettere e, soprattutto, a che titolo debba formulare “le sue richieste”, visto che si ritiene non possa fare alcuna valutazione». Secondo il professore c’è anche un’altra incongruenza nel ritenere il procuratore un mero anello di congiunzione: «L’effetto di una simile interpretazione sarebbe quello di una riduzione delle garanzie dei ministri rispetto a chiunque altro. Perché, mentre gli altri cittadini sarebbero sottoposti a valutazioni preliminari, i ministri sarebbero iscritti d’ufficio, indipendentemente dall’ipotetica assurdità delle denunce o dal fatto che, per citare la riforma Cartabia, la “notizia di reato contenga la rappresentazione di un fatto, determinato e non inverosimile, e sia riconducibile in ipotesi a una fattispecie incriminatrice”». Ma per evitare esiti tanto assurdi, se l’intenzione fosse stata quella di fare della Procura un ufficio di smistamento, secondo Guzzetta, il legislatore costituzionale avrebbe attribuito al Tribunale dei ministri il compito di iscrivere nel registro degli indagati, lasciando alla Procura il solo compito di verificare che la nuda notizia si riferisca a ministri. Ma questo non è successo: «Purtroppo la legge costituzionale sul punto tace» conclude Guzzetta, «e quindi bisogna scegliere tra due possibili interpretazioni: o l’iscrizione è compito della Procura, ma allora non è un atto dovuto e vanno esperite tutte le valutazioni preliminari richieste dal Codice di procedura penale, oppure deve avvenire dopo l’intervento del Tribunale dei ministri. In entrambi i casi la scelta fatta in quest’occasione dalla Procura di Roma non sarebbe corretta. Senza entrare nel merito delle posizioni, consiglierei di evitare questa linea difensiva a chi vuole giustificare l’operato della magistratura in questa vicenda». il quesitoMa se la difesa dell’iniziativa di Lo Voi non convince Guzzetta, anche la denuncia dell’avvocato con un passato da politico Luigi Li Gotti, che ha innescato l’iscrizione di mezzo governo, viene clamorosamente contestata. Questa volta da Nicola Pisani, ordinario di diritto penale: «La questione, a mio avviso, ruota attorno a un primo quesito di fondo: la “denunzia” sporta contro il governo dall’avvocato Li Gotti conteneva una notizia di reato?». La domanda è centrale poiché per attivare la procedura che ha portato all’iscrizione dei quattro ministri e al trasferimento degli atti al Tribunale dei ministri era indispensabile che fosse pervenuta in Procura una denuncia, un referto o un rapporto. «Nel caso in questione non sembra proprio che il documento presentato dall’avvocato Li Gotti possa qualificarsi tecnicamente come una “denunzia”» puntualizza Pisani. «Infatti, in base al Codice, questa “contiene la esposizione degli elementi essenziali del fatto e indica il giorno dell'acquisizione della notizia nonché le fonti di prova già note”. L’atto in questione sembra del tutto privo di tali elementi essenziali: manca la narrativa di un fatto e, cioè, l’esposizione degli elementi di concretezza storica (luogo, tempo eccetera) che lo rendono apprezzabile come una denuncia di reato. Si tratta piuttosto dell’espressione di un parere, forse legittimo ma, a mio parere, errato, circa la possibile rilevanza penale di un fatto di cronaca». Per Pisani, insomma, non c’è l’«astratta riconducibilità» del fatto ai reati ipotizzati da Li Gotti. «Rispetto all’ipotesi di favoreggiamento, la liberazione di Osama Almasri è la conseguenza immediata di un provvedimento della Corte di appello di Roma. Ammesso che la liberazione possa dirsi conseguenza dell’omessa richiesta del ministro della Giustizia, senza considerare l’anello intermedio della pronuncia dei giudici, trattandosi di atto politico, pienamente discrezionale, implica l’esercizio di una facoltà non sindacabile in sede penale. Quanto al peculato, l’utilizzo del volo di Stato per una finalità di espulsione dal territorio dello Stato non può considerarsi, in alcun modo, estranea ai fini istituzionali, essendo stata motivata da esigenze di sicurezza nazionale». Il professore ha pochi dubbi: «Nessun elemento in grado di contraddire la legittimità del provvedimento di espulsione e la liceità dell’uso dell’aereo, emerge dalla “pseudo-denunzia” di Li Gotti». In conclusione «la denunzia andava iscritta a modello 45: atti non costituenti notizie di reato».Ma Lo Voi ha scelto tutt’altra strada ed è entrato in rotta di collisione con il governo. Una china che sarebbe confermata anche dal contestato deposito di una nota riservata dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna (l’Aisi) in un procedimento per rivelazione di segreto contro quattro giornalisti del quotidiano Domani. Su questa vicenda dovrebbe riferire martedì il sottosegretario Mantovano davanti al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, dopo che Palazzo Chigi aveva fatto sapere che «l’Autorità delegata» ai servizi era «pienamente disponibile a riferire nella sede istituzionale sull’operato dell’Aisi». L’ex magistrato spiegherà, probabilmente, quanto di sua conoscenza sulle presunte spiate di tre 007 nei confronti di Gaetano Caputi, il capo di gabinetto della Meloni. Gli accessi sono stati fatti in buona fede oppure nascondono qualcosa di inquietante? La risposta arriverà nelle prossime ore.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.