2021-06-21
L’Italia fa tre su tre e batte il Galles. Agli ottavi da primi e senza gol subiti
Partita decisa dalla rete di Matteo Pessina nel primo tempo. Nella ripresa espulso Ampadu per fallo su Federico Bernardeschi. Sei azzurri si inginocchiano per Black lives matter con i gallesi. Sabato a Londra contro Ucraina o Austria Chiudiamo il Gruppo A con tre vittorie su tre e senza subìre neppure un gol. Giocano otto riserve ma questa è una squadra vera, ha memorizzato un gioco fatto di fughe degli esterni e ripartenze, difesa a chiavistello e improvvisazioni geniali alla Glenn Gould. Un'orchestra con pianista, Marco Verratti, che manda in gol tutti, anche l'esordiente Matteo Pessina. Ora tutti idealmente a Wembley, sabato prossimo. Nello stadio dove il ct Roberto Mancini ha vissuto la serata più tremenda della sua carriera (perse la Champions ai supplementari con la Sampdoria), l'Italia può costruire le fondamenta di una storica impresa.Si vince in piedi ma si comincia in ginocchio. Nel senso che i primi 20 minuti scappano via sulle immagini dell'adesione italiana al rito del Black Live Matter; di fronte ai gallesi sgarrettati all'unisono secondo la moda anglosassone, anche Andrea Belotti, Federico Bernardeschi, Federico Chiesa, Emerson Palmieri, Rafael Toloi e Matteo Pessina si inchinano deferenti ai riflessi condizionati del conformismo multicult. Il gesto, dopo averli sentiti cantare in modalità macho «Siam pronti alla morte…», lascia perplessi. Al minestrone global non aderiscono (applausi preventivi) Leonardo Bonucci, Jorginho, Marco Verratti, Alessandro Bastoni e Gianluigi Donnarumma. Secondo l'Ansa, in pretesca protezione parrocchiale, «si sono dimenticati». Vengono ovviamente definiti «vergognosi razzisti» dal pollaio social. Per noi offrono invece il messaggio migliore: il razzismo si combatte consapevolmente solo con la schiena dritta. La figura peggiore è di Claudio Marchisio, ex centrocampista oggi testimonial di organizzazioni non governative e quasi candidato Pd a Torino, che sulla Rai redarguisce senza contraddittorio i colleghi che non si sono voluti prostrare. Passando oltre, la Nazionale fa sognare la gente e viene davvero considerata la prima buona notizia collettiva dopo un anno e mezzo di depressione. I numeri tv sono impressionanti: la partita con la Svizzera è stata vista da 13,5 milioni di persone (stracciato Sanremo). C'è tempo per filosofeggiare perché in campo non succede niente; l'Italia B ha meno classe e meno soluzioni, la prima pallagol è del Galles. Al 26' su calcio d'angolo il terzino Chris Gunter sorprende la difesa azzurra con una zuccata che sfiora l'incrocio. I gallesi non hanno nessuna intenzione di alzare il ritmo, il pareggio è un lusso che li porta agli ottavi di finale da secondi; Aaron Ramsey sembra un maître d'hotel, spiega agli alti cosa devono fare, rigorosamente da fermo. E Gareth Bale nelle grinfie di Bastoni ha poche vie d'uscita per allungare la mortifera falcata. Così, attratta da avversari solo accademici, la squadra di Mancini alza il baricentro e comincia a creare pericoli: al 28' Chiesa da tre metri costringe Ethan Ampadu al salvataggio in corner, al 30' una percussione di Emerson Palmieri si perde sul fondo. Nessun segnale di apprezzabili armonie, ma al 38' la Nazionale passa in vantaggio. Verratti crea una pallagol da un calcio di punizione innocuo (i campioni servono), manda in area un pallone radiocomandato che Pessina gira nell'angolino basso, imprendibile per Danny Ward. Nel tripudio, due conferme. La prima: gli ex milanisti lasciati andare con leggerezza portano bene alla squadra azzurra, Pessina di Monza dopo Manuel Locatelli di Lecco. E la Brianza, non luogo con il pil più alto d'Italia che Giorgio Bocca definiva «un'interminabile sequenza di supermercati e rotatorie», oggi costruisce grandi calciatori. La seconda: dopo Robin Gosens, ecco Pessina; gli Europei li sta vincendo l'Atalanta e Antonio Percassi (bergamasco pragmatico) conta le plusvalenze. Il secondo tempo è prevedibile. Il film della partita va bene a tutti meno che a Bernardeschi, che da 30 metri fa partire un missile destinato a centrare il palo esterno con il portiere al bar. Poi in due minuti la sfida di fatto si chiude. Al 53' Ramsey sorprende Francesco Acerbi (che nelle ripresa sostituisce Bonucci) e potrebbe pareggiare ma si impappina davanti a Donnarumma. Due minuti dopo Ampadu viene espulso per un'entrata pericolosa su Bernardeschi, di quelle che certi guerrieri italiani piazzano ogni domenica senza che i nostri arbitri facciano una piega. Sotto di un gol e con l'uomo in meno; il Galles pare grigliato. Ora tutto è più semplice e le folate di Chiesa, l'unico ad avere ancora voglia di azzannare gli avversari, diventano decisive. Su una di queste Belotti si mangia il raddoppio; il gallo del Torino è pure sfortunato perché il portiere Ward salva in angolo di ginocchio. Quando al 77' Bale fallisce il gol del pari tirando in Vaticano un facile pallone, anche Andrea Crisanti capirebbe che è fatta. Un segnale per Mancini, che decide di trasformare il finale in sagra e cambia tutti, pure il portiere (entra Salvatore Sirigu). Lo fa per dimostrare agli avversari che il segreto di questa squadra è la coesione, la forza di un'orchestra capace di armonie anche senza solisti. Si può andare lontano, fino a Wembley nel viaggio vero. Tutti uniti, si suona in piedi.