2019-03-18
Giulia Bongiorno: «Quota 100 sarà la salvezza della Pa»
Il ministro per la Pubblica amministrazione: «Con due disegni di legge porteremo un approccio manageriale con sanzioni e premi. Pronti al turnover: farà bene a tutti. Alle europee una rivoluzione, ma non per il governo».La notizia, di qualche giorno fa, è passata in sordina accanto ai grandi dibattiti nazionali. Ma nella sua apparentemente scarsa rilevanza, rappresenta un mondo: quello del ministro per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno. La quale - ecco la notizia - ha premiato con una specie di diploma 13 dirigenti pubblici che hanno messo alla porta i dipendenti infedeli, cioè quelli che risultano presenti anche se sono assenti. In breve, i «furbetti del cartellino». «Per carità, non chiamiamoli così!» si inalbera lei. «Passerebbero per simpatiche canaglie, per gente più sveglia degli altri. Sono truffatori e vanno trattati come tali».La descrivono come un ministro «cattivo».«Sì, e dicono che non sono comprensiva. Vero: non ho comprensione per chi commette reati pur di non lavorare. A queste persone, gli stipendi li paga il cittadino. Sono fenomeni cronici, talvolta tollerati per quieto vivere».Cosa le hanno raccontato i dirigenti che ha premiato? «Della intoccabilità di certi dipendenti per vere o presunte coperture politiche. Ognuno di questi è amico di qualcuno. Ma quali coperture politiche! Non ne voglio neanche sentir parlare!». Giulia Bongiorno, principe del foro (ha difeso personaggi come Giulio Andreotti, Francesco Totti, Raffaele Sollecito, Pierfrancesco Pacini Battaglia, Niccolò Ghedini) e in politica dal 2006, è oggi al governo nelle file della Lega per mettere mano alla Pa, la Pubblica amministrazione. Una rivoluzione, su cui l'episodio raccontato sopra apre uno spiraglio. Ministro, a che punto è la sua riforma?«Si compone di due disegni di legge che si integrano tra loro. Uno si chiama ddl Concretezza, al momento è allo studio alla Camera e dovrebbe essere legge entro l'estate. L'altro è un ddl sulla dirigenza approvato in Consiglio dei ministri due settimane fa. Entrambi incideranno anche sul modo di lavorare nella Pubblica Amministrazione». Nel senso che ne cambierà la mentalità? «Io vengo dal settore privato, dove la motivazione è nelle cose. Se non preparo bene l'arringa in un processo perdo la causa e il giorno dopo rimango senza lavoro. Nel pubblico, la maggior parte dei dirigenti e impiegati sanno che la loro vita lavorativa non avrà ripercussioni, che facciano bene o male. Sono loro stessi a darsi gli obiettivi, ovviamente modesti. Un sistema inefficace».E che giudizio ricevono? «Mediamente, il voto massimo: cento. Basta con obiettivi fai-da-te e valutazioni puramente formali. Basta, basta, basta!».Chi li valuterà?«I criteri saranno oggettivi e la valutazione sarà affidata a un organismo terzo incaricato anche di stabilire gli obiettivi».Che cosa intende per «organismo terzo»? «È uno dei punti su cui stiamo lavorando, ma saranno persone che non lavorano dentro la Pa. Esistono società specializzate in questo. Dopodiché, conterà anche il giudizio degli utenti, che valuteranno competenza, celerità...». Faccine contente e tristi modello Brunetta?«Direi giudizi veri e propri. Ormai viviamo in un mondo digitale, tante cose si possono fare online». Ci saranno premi? «Certo. Accanto al sistema di valutazione oggettivo ci saranno sanzioni e premi, anche in termini di carriera. Mai più tutti uguali!».Fin qui il ddl Dirigenti. E nel Concretezza?«Due aspetti principali. Primo: dare omogeneità alla Pa, che viaggia a diverse velocità nelle diverse regioni».Come riuscirà a uniformare? «Le realtà virtuose devono essere un modello: ci saranno esperti che faranno da tutor alle realtà in affanno, trasferendo i migliori modelli organizzativi. E se nonostante questo non cambierà niente, saranno individuate le responsabilità dirigenziali del caso».Il secondo aspetto del Concretezza?«Il controllo biometrico. Cioè le impronte digitali elettroniche. Ci tengo molto, è veramente una svolta».Per contrastare i truffatori di cui sopra non basterebbero le telecamere?«Ma se entrano in ufficio con gli scatoloni in testa! Addirittura, un dipendente risultava presente la stessa mattina in cui c'è stata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a suo carico. Un altro, per anni ha mandato certificati medici da Santo Domingo».Per le impronte elettroniche che tempi ci sono? «Dove ci sono i tornelli si tratta di adeguarli. Alcune amministrazioni lo stanno già facendo. Hanno capito e si portano avanti. Una legge che entra in vigore nei fatti prima che in parlamento... Questo per me è bellissimo!».Quali sono i numeri aggiornati di quota 100? «Nella Pa al momento hanno presentato domanda 33.717 lavoratori, prevediamo che all'incirca 100.000 dipendenti pubblici aderiranno a quota 100 nel 2019. Un successo».Davvero ci sarà il ricambio generazionale «uno fuori uno dentro»? «Sì, e sarà necessario. L'età media dei dirigenti è di 56 anni, dei dipendenti 52. La grande trasformazione avverrà quando finalmente tutti i servizi saranno offerti digitalmente, con personale adeguatamente preparato o con giovani già pronti a questo approccio».Sono anni che si parla di trasformazione digitale...«Tanto sbandierata dai precedenti governi, ma mai partita. Dicevano che stavano trasformando il Paese, ma siamo all'anno zero».Ma come, era stata presa un'eccellenza come Diego Piacentini! «Guardi, ho trovato la Pa nel caos digitale. Non c'erano neanche i responsabili della transizione digitale. Ho fatto una circolare per nominare i responsabili». Con le entrate massicce di personale non si rischia un calo nella qualità del servizio?«Ovviamente devo garantire la continuità dei servizi. Per questo ho previsto che il termine sia di 6 mesi, anziché i 3 previsti nell'ordinario: calcoliamo il tempo per un po' di formazione».Anche i concorsi cambieranno.«Sto lavorando alla riduzione dei tempi. E desidero che ci siano concorsi unici territoriali. Un modello che sto già sperimentando con la Campania. E che raccomando anche alle altre Regioni italiane per garantire l'omogeneità del reclutamento». Come funzionano? «Le regioni verificano i fabbisogni dei comuni. Il fine, oltre alla trasparenza, è di evitare il fenomeno spiacevolissimo del vincitore di concorso che finisce lontano da casa e vuole andare via dopo aver preso servizio. Molto meglio sapere prima».E come si accorciano i tempi? «Da un lato, con la correzione automatizzata delle prove senza sacrificare i contenuti e rivedendo i compensi delle Commissioni. Poi ci sono questioni organizzative che si possono risolvere affrontandole con un approccio aziendalistico».Un approccio aziendalistico allo Stato?«Diciamo che sto cercando di introdurre un sistema più manageriale. Vorrei, inoltre, che sempre più la Pa fosse percepita come qualcosa che appartiene a tutti i cittadini e che chi lavora al suo interno fosse orgoglioso del compito che svolge a vantaggio della comunità». Quanto è stata dura questa legge sulla legittima difesa? «Ogni ddl ha tempi lunghi. In questo caso, le critiche molto spesso sono pretestuose. Ci sono pregiudizi per il fatto che è fortemente voluta dalla Lega, ma è in linea con gli altri Paesi europei».Forza Italia ha detto: «Finalmente fate una cosa di destra!».«Mi viene un po' da sorridere. Facciamo finta che esistano ancora i vecchi schemi destra-sinistra. Non è di destra il taglio di rigore che sto dando alla Pa? E l'esclusione del giudizio abbreviato, e quindi dello sconto automatico della pena per i reati punibili con l'ergastolo? E quello che fa Salvini sull'immigrazione?». C'è un'altra legge - trasversale - a cui tiene molto, Codice rosso. «Ha appena terminato l'esame in commissione Giustizia alla Camera. Michelle Hunziker, con cui ho creato la fondazione Doppia difesa, l'ha fatta firmare a tutti i leader dei maggiori partiti».In cosa consiste? «Obblighiamo a dare aiuto immediato alle donne vittime di violenza che denunciano. Oggi passano mesi o anni senza risposte, noi prevediamo che il pm debba procedere all'ascolto della vittima entro 3 giorni dall'inizio delle indagini. Eviteremo che le donne muoiano in attesa di giudizio».La Boldrini l'ha criticata. Dice che il provvedimento incepperà la macchina giudiziaria, che non si può sentire una donna sotto choc.«Purtroppo, questa è la dimostrazione di come le donne non riescano a fare squadra, di come siano sempre pronte a trovare pretesti per dire che le altre sono più scarse. Ma io scelgo un altro approccio: qualsiasi proposta farà in favore delle donne, mi avrà al suo fianco». Il 20 marzo il Senato voterà sul caso Diciotti. Come finisce? «È innegabile che ci sia stato interesse pubblico. Vale la pena, però, ricordare una cosa».Dica. «Qualcuno suggerisce a Salvini: “Se c'è un interesse pubblico, fattelo dire dai giudici". Non è così. L'interesse pubblico può essere valutato soltanto dal Senato. Quindi, lui non sta scappando da nessun processo. Non ha chiesto lui la trasmissione degli atti al Senato. È stato il Tribunale di Catania a chiedere al Senato di “valutare" se c'è interesse pubblico. E siccome l'interesse pubblico è innegabile, sono fermamente convinta che gli sarà riconosciuto». Le elezioni di maggio saranno uno «spartiacque», come molti credono? «Lo saranno a livello europeo. Se le cose andranno come penso, con la vittoria dei partiti cosiddetti sovranisti, cambierà molto. Se invece parla dell'Italia, si proseguirà sui binari del contratto di governo».Per ultimo le chiedo del suo cuore bianconero. «Sono stata nel cda della Juventus per molti anni e dobbiamo ricordare che il successo di una squadra parte dalla società, quindi complimenti ad Agnelli e a quel genio di Allegri per l'impresa contro l'Atletico: rimarrà nella storia».Mi dica una cosa da tifosa. «Mio figlio, che è biondo e con gli occhi azzurri, per carnevale si è travestito da Cristiano Ronaldo. Ho dovuto comprare due tubetti di fondotinta per dargli un'aria latina. Credo che abbia portato bene all'interessato».
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
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