2022-08-01
Alessandra Ghisleri: «Tra gli elettori c’è voglia di novità»
Alessandra Ghisleri (Ansa)
La sondaggista: «Centrodestra sempre avanti, le polemiche su fascismo e Russia non spostano voti, la gente chiede proposte concrete. Il problema dei partiti, tutti, è convincere più persone possibile ad andare alle urne»Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research: un’altra campagna elettorale dominata dall’allarme fascismo. Se Giorgia Meloni arriva a Palazzo Chigi, a rischio la tenuta democratica: questa la linea comunicativa portata avanti da una parte del centrosinistra e da alcuni organi di stampa. Una strategia che paga nelle urne? «La chiamata alle armi contro il fascismo alle porte, oggi, è una preoccupazione lontana dall’elettorato. Giorgia Meloni è una giovane leader donna, cerca di presentare la visione di una nuova destra che ha già ottenuto molti successi in Europa. Dunque, il lanciato allarme nei suoi confronti è più facile che galvanizzi i suoi elettori più fedeli, più che spostare voti. Ciò che conta oggi è il progetto per il Paese: quali scelte per l’economia, per il mercato del lavoro, la definizione degli aiuti alle famiglie in difficoltà. Insomma, contano le proposte concrete». Una campagna elettorale giocata sul passato rischia dunque di non essere efficace in termini di consensi? «È una modalità per definire bene i campi del “gioco”. Più che al passato, gli elettori guardano a come poter pianificare il proprio futuro. Al rientro delle vacanze, gli italiani apriranno la cassetta della posta e troveranno le bollette del gas e della luce gravate dall’uso dell’aria condizionata, troveranno i prezzi alle stelle al supermercato, avranno da pagare i libri e le rette per la scuola dei figli. In quel momento, e sulla base di quelle esperienze, inizieranno a cercare le proposte politiche che meglio aderiranno ai loro sentimenti e alle loro percezioni». Insomma, contano i temi concreti che toccano la vita quotidiana?«Come sempre. Con un’aggiunta: oltre alle tematiche, conta il dialogo con le persone. Finora la politica parla nel palazzo di sé stessa con sé stessa. Ed è anche normale che sia così in questa prima fase. L’elettorato pretende che oltre alle promesse, i politici ascoltino e parlino con le persone, con i lavoratori, con i giovani, con le donne, con chi è più avanti negli anni e con chi si sente escluso. Un confronto diretto per capire ciò di cui si ha bisogno». È forte anche il vento della stampa internazionale progressista, che descrive l’Italia come un Paese a rischio. E rilancia gli scandali legati ai rapporti tra Lega e Russia putiniana. Il giudizio internazionale ha un peso, nelle scelte degli elettori?«Le polemiche di oggi, al momento, sono sentite ancora come gossip da ombrellone di cui si attende il vero risvolto. Temi di cui chiacchierare in riva al mare o davanti a un piatto di polenta in montagna. Poi, certamente, tutto dipende anche dal “pressing” degli organi di informazione, dall’evoluzione possibile di queste vicende. Ma ricordiamoci che per una certa parte dell’elettorato la scelta politica possiede i caratteri della tifoseria. Anche nelle situazioni più difficili alcuni elettori si aspettano che i loro punti di riferimento restino al loro posto». Quindi questi attacchi potrebbero paradossalmente compattare il fronte elettorale di centrodestra?«È possibile che in quell’elettorato possa emergere un sentimento di persecuzione che compatti il fronte. Il tema importante comunque in ogni schieramento resta quello di convincere più persone possibile ad andare a votare». Il non voto è il vero problema del centrodestra?«È un tema per tutti i partiti. Alcuni, come M5s, Lega, nonché una buona parte di Forza Italia hanno ancora molti elettori nell’area dell’indecisione. Vedremo come la campagna elettorale sarà in grado di smuovere questo elettorato». Detto questo, ci rivela chi vincerà le elezioni?«No, perché ovviamente è impossibile dirlo. Teniamo presente che questa è una campagna inedita, che per la prima volta si gioca quasi esclusivamente in estate, con tutte le complicazioni del caso». Quindi siamo di fronte a numeri ancora ballerini?«Direi che fino alla presentazione delle liste il 21-22 agosto le rilevazioni potranno offrire solo proiezioni sul dato proporzionale e per il momento si registra un vantaggio del centrodestra. Tuttavia, a oggi non sono ancora note le possibili alleanze del centrosinistra, e se ci sarà un’area di centro indipendente. Quando il tutto sarà definito, l’elettorato dovrà assimilare i nuovi assetti politici, e poi scegliere. E a quel punto anche quel 40% di indecisi avrà a disposizione tutti gli elementi per decidere».Gli elettori di centrodestra si sono abituati all’idea di Meloni premier?«Riconoscono in Fratelli d’Italia il partito di punta della coalizione, ma sanno che è sempre una situazione in evoluzione». Finito il bipolarismo, ha ancora importanza la casella del candidato premier espressione della coalizione, agli occhi degli elettori? «Dopo l’esperienza di Mario Draghi, c’è più attenzione alla competenza, alle capacità inter-relazionali del leader, alla scelta delle persone che fanno parte della squadra. Gli italiani sono usciti arrabbiati e confusi da questa crisi di governo, questa instabilità improvvisa li ha frustrati, e si chiedono se saremo ancora in grado di raggiungere gli obiettivi europei che il Pnrr impone». Sarà uno scontro a due Meloni-Letta? La strategia «Sandra&Raimondo» potrà far rientrare dalla finestra il bipolarismo uscito dalla porta ormai dieci anni fa? «Sicuramente Letta e Meloni sono i due capi politici che riscuotono oggi i maggiori consensi, e attualmente si battono per il primato nel ranking di consenso dei partiti. Fa gioco a Letta spingere sull’immagine di una destra estremista. Fa gioco alla Meloni avere un avversario unico per compattare la sua coalizione». E al centro c’è Carlo Calenda, una delle incognite di questa tornata elettorale, che accoglie le personalità in uscita da Forza Italia, Gelmini e Carfagna, e deve decidere come schierarsi. Per lui è meglio la corsa solitaria?«Con gli assetti non ancora definiti è difficile proiettare soluzioni conclusive. Certamente la figura di Calenda, insieme con quella di Renzi, si è molto esposta nel giudizio severo su alcuni possibili alleati e candidature del Partito democratico, e quindi sarà importante la scelta di campo per l’impostazione della campagna elettorale nella ricerca di nuovo consenso. In ogni caso le scelte di Calenda e Renzi potranno essere strategiche anche nella partita dell’assegnazione dei seggi. Un dato da segnalare è che esiste nell’elettorato un certo desiderio di novità…». In generale, è preferibile correre da soli, come sembra voglia fare Matteo Renzi, oppure entrare in coalizione sperando che «la somma faccia il totale»?«Questa legge elettorale spinge alle alleanze. Tuttavia non bisogna tradire la fiducia dell’elettorato con delle semplici scelte di comodo». Silvio Berlusconi torna in televisione e rilancia il cavallo di battaglia delle pensioni a 1.000 euro al mese per nonne e mamme. Pensa siano promesse che mostrano i segni del tempo?«Siamo una società che invecchia e non fa figli. Il tema della tutela di determinate fasce di età è sempre attuale. Se si ha l’accortezza di analizzare la società italiana ci si rende conto che abbiamo un profondo problema di natalità che sarebbe bene affrontare in questa campagna elettorale, soprattutto per il sostegno e l’incentivo alle giovani coppie. Proprio per questo oggi è ancora più importante parlare alle giovani donne, alle madri che lavorano, alle casalinghe, affrontando anche il tema del “lavoro” domestico femminile, il terzo settore, gli anziani. È giusto che la politica se ne occupi sottoponendo le sue proposte al giudizio dei cittadini». Il movimento 5 stelle è condannato all’estinzione?«Sarà interessante capire quali risultati porterà a casa la figura di Giuseppe Conte, che per la prima volta si presenta alle politiche con tutto il peso della sua leadership. Certamente è un partito in cerca di un suo nuovo baricentro che passa attraverso le scelte sulla caduta del governo Draghi, le ferite per le molteplici scissioni subite e ora anche l’incandidabilità dei suoi uomini di punta per il vincolo del doppio mandato. Hanno la necessità di azzerare la loro narrazione passata e raccontare una storia nuova che faccia presa su un elettorato insoddisfatto». Anche stavolta, gli italiani decideranno all’ultimo per chi votare?«Diciamo che negli ultimi 10-15 giorni di campagna elettorale si definisce una parte importante degli orientamenti di voto. Abbiamo imparato che le scelte decisive, quelle che stabiliscono vincitori e perdenti, di solito prendono corpo negli ultimi 7 giorni. Vedremo se la tendenza sarà confermata anche in questa breve campagna elettorale estiva».