2025-11-14
Gli amici di Zelensky si fanno i water d’oro coi nostri soldi
Volodymyr Zelensky (Ansa). Nel riquadro il bagno con sanitari in oro in una delle case dei corrotti smascherati a Kiev
La Tangentopoli ucraina era prevedibile: abbiamo finanziato uno dei Paesi più corrotti del mondo fingendo che fosse un modello di democrazia. E continuiamo a proteggere il presidente come se non c’entrasse nulla.Chissà quanto saranno contenti i soldati ucraini, che ogni giorno rischiano la morte in una trincea di Pokrovsk, o gli abitanti di Kharkiv, rimasti nei giorni scorsi senza elettricità a causa dei bombardamenti russi, di sapere che una banda di affaristi vicina a Volodymyr Zelensky incassava tangenti milionarie mentre loro rischiavano la pelle. Chissà quanto saranno felici gli italiani, ma anche i francesi, i tedeschi, gli spagnoli e tutti gli altri consumatori europei che da tre anni e mezzo pagano bollette d’oro, di sapere che gli uomini del presidente ucraino hanno rubato a mani basse, facendosi pagare mazzette per decine di milioni, imponendo una «cresta» del 10-15 per cento sulle forniture energetiche.Già, all’improvviso scopriamo che ministri, consiglieri e imprenditori in Ucraina si sono arricchiti con la guerra. Noi pagavamo il sostegno alla resistenza di Kiev, con un prezzo del gas andato alle stelle e miliardi di aiuti per sostenere lo sforzo bellico, e loro incassavano.Si sapeva fin dall’inizio che l’Ucraina era uno dei Paesi più corrotti che si conoscano. Ricordo che questa fu proprio la frase che nei primi mesi del 2022 mi disse uno dei più grandi imprenditori italiani, che con Russia e Ucraina aveva fatto affari. «La corruzione regna sovrana», osservò con scetticismo, spiegandomi che quelli che noi consideravamo i «buoni», nella guerra appena scoppiata, forse non lo erano fino in fondo, anche se questo non attenuava le responsabilità dei cattivi impersonati da Putin e dalla sua armata. Che sconvolgente scoperta. Tutta Europa è andata in soccorso dell’Ucraina, scossa dalle immagini dei violenti bombardamenti e dagli eccidi perpetrati da Mosca, pagando l’aiuto a caro prezzo, ma a Kiev c’è chi ha speculato sulla sofferenza dei suoi stessi cittadini, dimostrando cinismo e spietatezza. Stupiscono le notizie che rimbalzano dalla capitale ucraina. Soprattutto sbiadisce l’immagine di un eroico presidente che gira il mondo in mimetica per perorare la causa del suo popolo. Uno dei suoi più fidati collaboratori è fuggito all’estero, schivando di poco l’arresto: una soffiata arrivata chissà da chi gli ha consentito di svignarsela. Gli investigatori della Procura anticorruzione, ufficio giudiziario che prima dell’estate lo stesso Zelensky ha provato a chiudere senza riuscirvi per le proteste della popolazione, a casa del fuggiasco hanno trovato water d’oro, bidet d’oro, rubinetti d’oro. Un lusso sfrenato e ributtante, perché frutto della sofferenza di milioni di connazionali. Un lusso a cui fanno da contorno sacchi con migliaia di banconote nascosti nella dispensa.Zelensky dopo gli arresti di molti collaboratori dice che bisogna andare fino in fondo ma non accenna ad assumersi alcuna responsabilità, per lo meno politica. Cadono come mosche, accusati di corruzione, gli uomini intorno a lui, ma il presidente, il cui mandato è da tempo scaduto, è impermeabile a qualsiasi critica. I soldati continuano a morire nelle trincee, sempre più esausti e soli. E quelli che non ce la fanno a resistere in una guerra che appare persa scappano. Le diserzioni negli ultimi tempi sono in aumento: in pochi mesi si sono dati alla macchia in 20.000, un numero enorme per un esercito che conta 650.000 militari. Del resto, perché combattere se l’uomo con il bidet d’oro, pur essendo in età per essere mandato al fronte e dunque con il divieto di espatriare, si poteva permettere, senza che nessuno lo fermasse, di andare in Israele tutte le volte che ne aveva voglia e, quando si è reso necessario, ha potuto restarci per sottrarsi alla cattura.Sì, quando tireremo le somme di una guerra senza senso ma con milioni di vittime, ci sarà molto da scrivere, raccontando eroi e cialtroni, vittime e ladri, responsabilità e codardie. E ci sarà anche molto da discutere a proposito di un’informazione che non solo si è innamorata di Zelensky, ma ha evitato troppo a lungo di svelare gli errori di un presidente per non intaccarne l’immagine. Omettendo di raccontare ciò che era sotto gli occhi di tutti, ma di cui per conformismo tutti o quasi i giornali non hanno voluto scrivere.
Ll’ex ministro dell’Energia Svitlana Grynchuk (Ansa)