2019-10-08
L’impero del pollo bio è nato in un cortile grazie a un meccanico e a 50 pulcini liberi
Giovanni Fileni riparava moto per aiutare la famiglia. Un giorno fece un esperimento. Oggi guida il terzo gruppo avicolo italiano.«A me non è mai importato diventare ricco, volevo solo guadagnare i soldi per fare stare meglio i miei genitori». Giovanni Fileni, 79 anni e 408 milioni di fatturato l'anno scorso, è arrivato molto più lontano, dopo un'esistenza vissuta come una scalata dal livello del mare all'Everest. La sua montagna incantata è l'azienda che porta il suo nome, un gioiello che lui sintetizza mostrando un «tre» con la mano, nel gesto delle guardie svizzere nel giorno del giuramento in Vaticano. «Siamo il terzo gruppo italiano nel settore avicolo, primi produttori di carni bianche da agricoltura biologica. Da quando davo da mangiare ai polli sull'aia di casa ne è passata di acqua sotto i ponti. Ma non invano».Il patriarca osserva l'orizzonte delle colline marchigiane e vede i modernissimi stabilimenti attraverso i quali sviluppa tutto il processo produttivo agroalimentare, dall'allevamento alla distribuzione. Con i cibi pronti ha cambiato le abitudini alimentari degli italiani. [...] Con lo sviluppo costante dei prodotti bio è da 20 anni leader incontrastato nel settore con tutte le garanzie. Con un investimento di 150 milioni in dieci anni (80 negli ultimi quattro) è sbarcato nel futuro dell'industria 4.0; il fiore all'occhiello è il magazzino dinamico di oltre 5.000 metri ad altissima automazione per il fresco, inaugurato a fine 2018 a Cingoli (Macerata). Con i 1.800 dipendenti diretti e i 1.500 dell'indotto dimostra che, nonostante la tecnologia, il fattore umano rimane al centro del suo progetto industriale. [...] Giovanni Fileni non ha bisogno di chiudere gli occhi per ricordare come tutto cominciò. Stropiccia con le sue mani grandi un certo numero di fogli, una vita scritta a penna che un giorno dovrà essere un diario [...]. Il primo foglio parla del 28 gennaio del 1940, quando a Monsano, paese agricolo della Vallesina (Ancona), i contadini Alfredo Fileni e Fausta Nicolini festeggiano l'arrivo del terzo figlio, dopo Gino e Rita. È gente semplice e tosta, che si spezza la schiena nei campi a mezzadria e accudisce bovini, animali da cortile. La scuola è a due chilometri (a piedi), la povertà è una molla, la guerra è un aereo inglese in fiamme caduto a poche centinaia di metri da casa. [...]Giovanni interrompe gli studi a 13 anni, nei campi servono braccia. Il ragazzo è caparbio, tenace. [...] Nel frattempo impara un mestiere: meccanico in un'officina che ripara motociclette. È bravo, scrupoloso, smonta e rimonta motori a occhi chiusi, ma c'è un problema: quattro anni da apprendista senza prendere una lira sono tanti. Però è lì che avviene la prima svolta. Il proprietario del garage fallisce e Giovanni può mettere alla prova la sua sensibilità imprenditoriale [...]. Sono gli anni della Vespa, della Lambretta, della Moto Guzzi e della Gilera; l'italiano medio respira il profumo del boom economico e vuole un motore sotto il sellino. [...]Contadino o meccanico? Tutti e due, anche se l'imprinting della terra è forte e il desiderio di aiutare mamma e babbo a vivere in una casa decente («Non avevamo né il bagno, né l'acqua corrente») è decisivo. Giovanni compra 50 pulcini con il fratello Gino e li fa ingrassare nel cortile per venderli da polli. «L'idea imprenditoriale era semplice ed efficace: pagavo i fornitori a 90/120 giorni con gli incassi dai clienti, che erano immediati. [...] Imbullonando travi e traverse costruii gabbie nelle quali mettere i pulcini per crescerli in batteria, come facevano gli altri allevatori. Ma, dopo qualche tempo, smontai tutto perché mi accorsi che l'animale in gabbia perdeva qualità; i polli dovevano vivere al naturale. Era una considerazione molto bio, ma non lo sapevo ancora».Giovanni Fileni ha 25 anni, il sole in tasca, il rispetto della fatica e sta per intercettare i bisogni alimentari di quell'Italia che comincia a spopolare le campagne per trasferirsi nelle grandi fabbriche. Centra il periodo e centra il prodotto: nel 1966 costruisce un capannone per 5.000 polli, l'anno successivo apre il primo negozio per la vendita al dettaglio. In meno di dieci anni diventeranno 47. L'officina non è più l'opzione numero uno, con le ali di pollo si va sulla Luna. Nel 1968 costruisce la casa nuova per i genitori e i fratelli, nel 1970 compra i primi 79 ettari di terreno per realizzare altri capannoni. È entusiasta, incontenibile e l'energia gli deriva, come spesso accade, da una donna: nel 1966 sposa Rosina Martarelli [...]. Negli anni Ottanta, mentre sembra navigare col vento in poppa, ecco una nuova svolta. [...] «La vita ti costringe a scegliere e a ripartire, qualche volta a tirare i dadi. E quella che all'inizio ti sembra una sconfitta, poi si rivela un'opportunità. [...] Con l'arrivo della grande distribuzione, i miei negozi entrarono in crisi. Non avevo più margini e decisi di chiuderli. Fu doloroso, ma anche il preambolo di un nuovo inizio: organizzai la vendita dei cibi pronti proprio ai supermercati. Fu una corsa a ostacoli: i concorrenti entrarono subito in competizione e noi, per stare avanti, ci inventammo il prodotto fritto, cotto e mangiato. Poi ebbi l'intuizione bio, una scelta in cui siamo stati pionieri solitari per 20 anni. Non ci credeva nessuno, abbiamo avuto ragione».Filiera integrata, cinque aree di business, ricette di Gianfranco Vissani, investimenti milionari, spot televisivi, sponsorizzazioni sportive, da Valentino Rossi al basket. La Fileni è un'astronave industriale, ma dietro le sovrastrutture imprenditoriali e finanziarie c'è l'anima di quest'uomo di granito dalle mani grandi e dalla buona memoria, che cominciò nell'aia e all'aia ritorna rendendo insostituibile sulla tavola la semplicità della cucina di famiglia.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)