2021-03-31
Liberi almeno di comprare il vaccino sennò resta solo l’obbligo delle tasse
I privati sono costretti a chiudere mentre l'immunizzazione procede a rilento e lo Stato pensa prima a tutelare la burocrazia. Il governo lasci il diritto di proteggersi, anche pagando, per evitare il rischio di sciopero fiscale.Con il passare della pandemia e il prolungarsi del lockdown l'oppressione delle libertà (passate in secondo piano rispetto alla salute) assume sempre più le sfumature tipiche dei regimi comunisti. Nel senso che il perimetro dello Stato è andato sempre più allargandosi. Sui temi economici si va dall'Alitalia all'ex Ilva fino alle garanzie pubbliche necessarie per sostenere il debito bancario delle Pmi. Ma lo stesso discorso vale per i temi strettamente legati alla salute e alla lotta al Covid. È stata creata una struttura commissariale che si è occupata del reperimento delle mascherine, dei respiratori polmonari, dei sistemi protettivi, poi dei vaccini e pure della logistica. Con l'idea unica e somma di evitarci la malattia del Covid, lo Stato ha occupato le nostre vite. Ha imposto a ristoratori, parrucchieri, baristi di chiudere. Ha aperto o serrato le scuole a periodi alternati e ha inglobato tutta la filiera delle vaccinazioni. La macchina burocratica e l'apparato pubblico non funzionavano prima della pandemia. Erano scollegati dalla realtà. Una metà del Paese produceva e l'altra gestiva servizi pubblici spesso con inefficienza. Resta un mistero il perché l'arrivo della pandemia avrebbe dovuto rendere funzionale e celere ciò che prima era già scalcagnato. Infatti, la macchina non ha funzionato. Vale per l'Italia e per gran parte dell'Europa. Sicuramente si stanno salvando Usa, Uk e Israele. Negli Stati Uniti si è subito, dal maggio scorso, preso il meglio del pubblico (i militari) e lo si è messo in sintonia con la finanza e grandi corporation del pharma. Poi sono state coinvolte le grandi catene farmaceutiche. Da Walgreens fino a Walmart passando per Cvs. Prima si sono occupate dei tamponi, ora della logistica della vaccinazione. Sabato e domenica scorsi sono stati immunizzati in 36 ore poco più di 4 milioni di americani. In Inghilterra hanno trovato una strada diversa. O meglio l'hanno cambiata più volte prima di imboccarla. Un atteggiamento tipico di un'azienda privata. In Israele si è partiti d'anticipo usando i fondi militari e poi il pragmatismo ha consentito di cedere i dati sanitari a privati in cambio dell'immunizzazione di gregge. Da noi, invece non si riesce a uscire dallo schema statalista. L'accordo con le farmacie è stato firmato il 29 marzo. Con un anno di ritardo rispetto alle mosse americane. Inoltre sarà così complesso da far venire il mal di testa ed essere inefficace. Nel frattempo, la lentezza dei vaccini e i continui lockdown stanno spaccando il Paese. E la macchina pubblica sta riuscendo in un'impresa fino a poco tempo fa impensabile. Invece di svecchiarsi e assomigliare al privato sta azzerando la libera iniziativa imponendo il fermo lavorativo a fronte di ristori (che non avranno mai la dignità del lavoro stesso, dell'agire tipico di chi è imprenditore) e negando a chi ha un'attività di vaccinarsi. Il monopolio del siero è pubblico e quindi prima vengono gli anziani pensionati e le categorie più vicine ai dipendenti statali. È una forma di auto protezione che però escludere tutti gli altri. D'altronde una delle prime mosse di questo governo è stata alzare lo stipendio ai dipendenti pubblici. Per carità, era un diritto visto che i contratti erano congelati da anni. Però i diritti dei ristoratori sono stati aboliti dal lockdown. Medici e infermieri non sono stati precettati manu militari per fare vaccinazioni a tappeto. Si è discusso a lungo di compensi e si sono aperti tavoli con i rispettivi sindacati. Giusto. Si tratta di diritti acquisiti. Però quando si è trattato di applicare il coprifuoco alle 22 in gran parte del Paese non si è esitato a calpestare un diritto sacrosanto. Per cui l'unica cosa che resta alla parte del Paese che apporta ricchezza al Pil è rivendicare la libertà di vaccinarsi. Non gratis, va bene a pagamento. Con una nuova tassa, perfino. I privati non hanno alcun potere ricattatorio rispetto ad altre categorie. Ma finché resta la libertà economica dovrebbero esercitarla. «No taxation without vaccination» è un motto perfetto. Ma non nel senso letterale. Se la macchina pubblica non funziona, consentano almeno al privato di viaggiare in un circuito totalmente privato e a pagamento. Altrimenti essere senza lavoro e senza vaccino significa rimanere senza diritti. E quindi di doveri. Dunque perché pagare la tasse? A fronte di che cosa versare le imposte? Vorremmo evitare che la situazione degeneri a tal punto. Per questo sarebbe il caso che la macchina burocratica si fermi.
Francesca Albanese (Ansa)
La sede della Corta penale internazionale dell’Aia (Ansa)