2025-11-26
L’exploit del medico «free vax» insegna: le ferite del Covid sanguinano ancora
Quasi 100.000 voti all’outsider provano che serve un riparatorio atto di onestà dello Stato.Senza ombra di dubbio, i 203.000 voti di preferenza ottenuti da Luca Zaia alle elezioni regionali in Veneto sono un grande successo politico, oltre che personale. Ma che dire allora dei quasi 100.000 (96.474, per la precisione) ottenuti da Riccardo Szumski nella stessa competizione? Il leghista è il presidente uscente di una Regione che ha governato per 15 anni, ex ministro, volto tv notissimo e con un partito nazionale alle spalle. Il medico nel mirino dell’Ordine (ha fatto ricorso contro la radiazione) è, anzi era, sconosciuto alla quasi totalità degli italiani, ex sindaco di Santa Lucia di Piave, un paese di neppure 10.000 abitanti. Eppure ha preso una valanga di preferenze ed è riuscito a conquistare ben due seggi in consiglio regionale con la sua lista Resistere Veneto. Un outsider se mai ce n’è stato uno. Un anti sistema. Ma, soprattutto, un medico che durante la pandemia non si è accomodato nei diktat del governo e delle case farmaceutiche, né si è inabissato, come molti suoi colleghi che pure sapevano perfettamente quanto sbagliato fosse l’approccio muscolare di Conte/Draghi/Speranza, spalleggiati dalle virostar in servizio permanente effettivo e da un sistema mediatico vergognosamente supino. Lui no: nel 2020 ha curato i pazienti a casa, poi ha cominciato a girare per il territorio confrontandosi con i cittadini. Un no vax, lo liquidano con disprezzo i somari borioni e, come detto, anche i vertici dell’Ordine dei medici. «Un free vax», ribatte lui: contrario a obblighi e fautore di una sanità più umana, tema che ha costituito la spina dorsale della sua campagna elettorale. Una campagna condotta praticamente porta a porta, parlando con gente che non capiva per quale diavolo di ragione dovesse indossare la mascherina anche durante le passeggiate nei sentieri di montagna o perché mai fosse costretta a firmare un consenso «informato» per farsi iniettare un farmaco i cui effetti collaterali erano (sono) ignoti persino ai produttori. Gente come le due signore che che mi avvicinarono a Belluno, nell’autunno del 2022, dopo la presentazione di un mio libro sul mondo dell’informazione, per ringraziarmi con le lacrime agli occhi: «Se non ci fossero stati il suo giornale e giornalisti come lei, che andavano in televisione a mettere in dubbio dogmi che a noi sembravano privi di senso, avremmo pensato di essere impazzite».Sono queste le persone che Szumski ha incontrato, curato, consolato e rassicurato per cinque anni. E che adesso, con le loro 96.474 voci, stanno urlando che non è tutto finito. Che le ferite inferte durante quella folle stagione sanguinano ancora. E che, senza un riparatorio atto di onestà dello Stato, non si rimargineranno facilmente.
Il ministro Roccella sul caso dei “bambini del bosco”: togliere tre figli ai genitori è un atto estremo che richiede pericoli reali, non dubbi educativi. La socializzazione conta, ma non più della famiglia. Servono trasparenza, criteri chiari e meno sospetto verso i genitori.
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Nel riquadro una foto tratta da Google Maps del Parco di Tor Tre Teste, a Roma (iStock)