2021-08-17
L’eutanasia raccoglie 500.000 firme. Passo avanti verso la morte di Stato
Radicali e associazione Coscioni esultano per il traguardo raggiunto in poche settimane. Un grosso aiuto è giunto dalla possibilità di aderire via Web. Scarsa trasparenza su un'altra sottoscrizione: quella dei soldi.In poche settimane, il Comitato promotore del referendum pro eutanasia ha superato le 500.000 firme. È una prova di forza per l'associazione Luca Coscioni, i radicali e le altre organizzazioni che spingono per depenalizzare l'«omicidio del consenziente» (articolo 579 del codice penale), ora punito con la reclusione da 6 a 15 anni, e legalizzare l'azione di un medico su richiesta del malato, come accade in Olanda, Belgio, Lussemburgo e Spagna. Le sottoscrizioni sono partite il 1° luglio e in un mese e mezzo di vacanze il bersaglio è stato centrato. Una nota firmata da Marco Cappato e Filomena Gallo riferisce che sono 430.000 le adesioni depositate ai tavoli mentre non si conosce ancora il numero di quelle raccolte nei Comuni. Una bella spinta è arrivata dalla possibilità, finora senza precedenti, di firmare online la richiesta abrogativa: sono oltre 70.000 le firme depositate sul Web. Ieri pomeriggio sul sito Internet dei promotori, alla pagina dedicata alla sottoscrizione digitale pro eutanasia, si leggeva che «a causa dell'eccessivo volume di firme il sistema è in sovraccarico». Manca invece il rendiconto di una raccolta parallela, cioè quella dei finanziamenti. Sul sito è insistente l'invito a fare una donazione, ma il relativo bilancio non c'è. L'associazione Coscioni attesta che finora sono stati raccolti 63.610 euro mentre l'obiettivo è di arrivare a 100.000. Gli importi possibili sono tre: 10, 25 e 50 euro con carta di credito o Paypal. Non c'è scritto altro, né quanti sono i donatori né come vengono gestite le somme. Nell'ipotesi che i donatori abbiano il braccino corto e si limitino alla cifra più bassa di 10 euro, sarebbero 6.361 i firmatari che hanno messo mano al portafoglio. Eppure nella sezione della firma online è scritto che il certificato digitale ha un costo di circa 1 euro; di conseguenza, soltanto le sottoscrizioni via Web avrebbero dovuto fruttare almeno 70.000 euro. Urge trasparenza.La raccolta di firme per rendere l'eutanasia legale non si è fermata. Il nuovo obiettivo è arrivare a 750.000 firme entro il 30 settembre per mettersi al riparo da errori, doppioni, ritardi e così via. I promotori avvertono che non si fermeranno neppure se il Parlamento dovesse approvare la legge, ora ferma in Commissione alla Camera, che depenalizza l'istigazione o l'aiuto al suicidio (articolo 580 del codice penale): lo considererebbero un «passo positivo» ma non sufficiente a frenare il referendum. È questa la legge sul fine vita che la Corte costituzionale ha indicato come necessaria nel 2019 con la sentenza sul caso di Dj Fabo. La Consulta depenalizzò l'aiuto al suicidio in particolari circostanze ben delimitate. Ma radicali e associazione Coscioni vogliono andare ben oltre il suicidio assistito. Con il referendum il principio dell'«essere padroni della propria vita» sarebbe esteso anche a «persone non dipendenti da trattamenti di sostegno vitale». Con la vittoria del «sì» chiunque potrebbe chiedere e ottenere di essere ucciso dal personale medico e lo Stato sarebbe obbligato a rendere disponibile il servizio sanitario nazionale per l'eutanasia.Il termine della raccolta è posto al 30 settembre, che coincide con l'ultimo giorno utile per depositare le firme in Cassazione, nella cancelleria dell'Ufficio centrale per il referendum. Nel 2022 è impossibile depositare richieste di referendum: lo vieta la legge nell'anno che precede la scadenza delle Camere per evitare sovrapposizioni tra consultazioni popolari. Alla Cassazione spetta di effettuare un controllo formale e di definire il quesito. Poi toccherà alla Corte costituzionale giudicare l'ammissibilità del referendum che legalizza l'eutanasia. Se passerà anche questo esame, la legge prevede che si voti tra il 15 aprile e il 15 giugno, sempre che non vengano sciolte in anticipo le Camere. Per la validità del referendum è previsto un quorum: la maggioranza degli aventi diritto al voto. Se la proposta di abrogazione fosse bocciata, non potrà essere riproposta per i successivi cinque anni.Poche le reazioni negative al traguardo tagliato dai referendari. Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita, si è detto «molto preoccupato»: «C'è la tentazione di una nuova forma di eugenetica: chi non nasce sano non deve nascere. E insieme con questo c'è una nuova concezione salutistica per la quale chi è nato e non è sano, deve morire. È l'eutanasia. Questa è una pericolosa insinuazione che avvelena la cultura», ha detto Paglia. «Si sta incuneando nella sensibilità della maggioranza una concezione vitalistica della vita, una concezione giovanilistica e salutistica in base alla quale tutto ciò che non corrisponde a un certo benessere e a una certa concezione di salute viene espulso».
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