2021-03-18
Il piano di Letta: sostituire gli elettori del Pd
Il Partito democratico è lontano anni luce dai bisogni della gente e sempre più inviso ai suoi stessi supporter. Per questo il nuovo segretario punta su voto ai sedicenni e ius soli: la sinistra è senza base e le sezioni languono, meglio imbarcare gli stranieri.Abbiamo alle spalle 13 bizzarri mesi di epidemia, molti sono morti, la società è stata annientata, l'economia distrutta, la vendita di antidepressivi è alle stelle, i suicidi anche, ci avviamo al fallimento totale. Ci sono stati innumerevoli danni incalcolabili e irreversibili. Uno di questi danni incalcolabili e irreversibili è costituito dal fatto che sono nati meno bambini. La già disastrosa natalità italiana è crollata di un ulteriore 20%. Il danno incredibile. Nessuno può calcolare quanta gioia avrebbe portato quel bimbo, quanta ricchezza avrebbe portato quel bimbo, perché come non si stanca di ripetere l'inascoltato Ettore Gotti Tedeschi, la natalità è ricchezza e la denatalità in miseria. Nessuno è in grado di stabilire quale peso avrebbe avuto nella storia una piccola anima che non si è formata. Il danno è irreversibile, ed è solo l'inizio.A questa drammatica perdita di natalità, quindi di gioia, quindi di ricchezza, si affianca una terrificante perdita di libertà, la libertà elementare di avere una terra, una nazione, non oso pronunciare la parola patria perché a molti fa rizzare i capelli in testa. Spiego cos'è una patria. È un luogo dove tu sei a casa, dove non sarai aggredito, non potrai essere punito se vivi come sei sempre vissuto, se vivi come hanno sempre vissuto i tuoi antenati. Questa è una patria, e una volta che la patria è persa sono cavoli, perché dovrai combattere per i diritti più elementari, incluso quello di non portare il chador o di non voler mangiare halal, incluso quello di portare un crocifisso il collo. Noi complottisti brutti sporchi e cattivi abbiamo addirittura l'impressione che esista un piano di sostituzione etnica. Ed ecco che arriva Letta Enrico, l'apogeo del bravo ragazzo senza carisma. Non ha mai vinto le primarie. L'impressione di noi maligni, sporchi, brutti cattivi e complottisti è che la micidiale esternazione di Nicola Zingaretti, con straordinarie e fantastiche dichiarazioni sul Pd, partito di cui «vergognarsi», fatto di gente attaccata alle poltrone, alquanto bizzarre per un segretario, facciano parte di ordini arrivati dall'alto. L'impressione è che sia arrivato dall'alto l'ordine a Zingaretti di dimettersi perché era arrivato il turno della faccia triste e senza carisma di Letta Enrico, come era arrivato il turno a suo tempo della faccia triste e senza carisma di Mario Monti, tutta gente incapace di un discorso decente, di parlare al popolo, di avere idee che aiutino il popolo. Non sanno parlare al popolo perché non lo amano. Non che Zingaretti parlasse al popolo e avesse idee, ma almeno le primarie le aveva vinte. Quindi noi complottisti brutti sporchi e cattivi abbiamo il sospetto che ci sia un «alto» che dà gli ordini. Il fatto che da noi arrivi sempre gente mai eletta da nessuno, che il soprannominato Letta Enrico sia uno dei numerosi politici insignito dalla legion d'onore, massima onorificenza di una nazione straniera che non ama l'Italia, ci rinchiude nelle nostre idee strampalate.Le prime due idee di Letta Enrico sono ius soli e voto ai sedicenni. Alla gente in fila davanti alla Caritas, fila sempre più lunga, italiani che dormono in macchina, ristoratori falliti, negozianti di scarpe o abbigliamento distrutti, dichiarano che le priorità dell'Italia, sono: lo ius soli e il voto ai sedicenni.Anche i popoli generosi come quello italiano a un certo punto smettono di votare i partiti che li odiano. A questo punto i partiti che li odiano quindi hanno una sola possibilità di ulteriore vittoria: sostituire gli aventi diritto al voto. Ogni tanto qualcuno, per esempio Beppe Grillo, ricorda che sarebbe opportuno levare il voto a chi ha l'età della pensione.L'Italia ha avuto il più forte Partito comunista del mondo occidentale. Nel momento in cui la Jugoslavia di Tito si è disallineata dal Patto di Varsavia, l'eventuale sogno di un colpo di Stato è diventato tecnicamente impossibile dato che non avevamo una frontiera in comune col blocco filosovietico. Fu allora deciso di occupare le casematte del potere: la magistratura, i giornali, gli spettacoli, la cultura o sedicente tale, e soprattutto la scuola. La scuola non insegna: il livello di insegnamento si sta abbassando sempre di più. Cominciato con la riforma Berlinguer, proseguito gloriosamente. La scuola insegna pochissimo e indottrina tantissimo, e il concetto è che la sinistra è buona per antonomasia, e la destra è malvagia per antonomasia. Il descrivere le dittature nazista e fascista come «di destra» è stato un colpo da maestro. Sia il nazismo che il fascismo sono rivoluzionari, si dichiarano partiti dei lavoratori, sono molto vicini al comunismo sovietico, con il quale un certo punto il nazismo si alleò, e abissalmente distanti dalle destre vere: Winston Churchill e Charles De Gaulle. E a proposito di Churchill, immaginiamo tizi come Letta, Monti, Draghi tenere un discorso come quelli di Churchill: noi non ci arrenderemo mai, noi combatteremo sulle spiagge, noi combatteremo nelle strade, anche a costo di sangue, sudore e lacrime. Torniamo al nostro. Abbassare l'età di voto a 16 anni è un buon trucco per raggranellare qualche voto per un partito che dà l'impressione di odiare gli italiani e che gli italiani cominciano a ricambiare. Un sedicenne non capisce nulla di politica, non ha mai dovuto compilare la dichiarazione dei redditi, non ha mai aperto una partita Iva, non si è mai dannato per far quadrare il bilancio della famiglia, ha smesso da pochissimo di credere a Babbo Natale: lui in effetti potrebbe votare Pd.Noi complottisti sporchi e cattivi abbiamo già avuto l'impressione che ci sia un «alto» che dà ordini perché l'Italia accolga e tenga il maggior numero di immigrati che arrivano fortunosamente e senza documenti e che quindi non faranno parte in nessun caso del tessuto economico e sociale della nazione, neanche se la nazione avesse le situazioni economiche necessarie alla loro integrazione almeno lavorativa.E qui arriva la seconda priorità di Letta Enrico: lo ius soli. Gli altri che potrebbero in effetti votare Pd sono gli immigrati africani e asiatici non regolari, che non hanno mai dovuto compilare una dichiarazione dei redditi, che però diventano cittadini italiani aventi diritto al reddito di cittadinanza. Nel momento in cui sarà dichiarato il numero di africani e asiatici che vorranno assolutamente raggiungere il nostro Paese, un Paese con una crisi economica bestiale che sta per aggravarsi in maniera tragica, si moltiplicheranno. E soprattutto aumenteranno enormemente le donne incinte. Il signor Mohammed e la signora Fatima aspettano un bambino. Si mettono su un barcone, a 25 metri della costa libica li accoglie una delle gloriose navi che salvano le vite. La signora Fatima partorisce Italia. Il bimbo è italiano, quindi la cittadinanza viene estesa anche papà e mamma. Papà e mamma dopo pochi mesi dalla nascita del bimbo, ma potrebbero anche essere pochi giorni, divorziano. Capita di non amarsi più. Il signor Mohammed fa coming out, dichiara la propria omosessualità e si unisce con unione civile a suo cugino, il quale in questa maniera diventa cittadino italiano anche lui, mentre la signora Fatima si ricorda di essere innamorata di un vecchio compagno di scuola con cui si unisce in matrimonio civile, ma il compagno di scuola e già sposato con un'altra moglie e ha sette figli, i quali tutti a questo punto sono cittadini italiani. Se avete una enciclopedia sottomano cercate la parola esponenziale.
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)