2024-10-02
Letta molla di nuovo il Parlamento per andare all’università a Madrid
L’ex premier sarà decano della Ie school of politics. Nel 2015 il precedente Sciences Po.Meglio un altro Erasmus all’estero, meglio tornare a fare il cervello in fuga. Enrico Letta ha fatto due conti e ha scoperto che il ruolo di deputato gregario nel Pd gruppettaro di Elly Schlein è deprimente, che il rischio di ritrovarsi accanto a Matteo Renzi è agghiacciante, che il compito di pontiere fra i suoi svolazzi accademici e i congiuntivi di Giuseppe Conte è improponibile. Così ha deciso di preparare un’altra volta la valigia, di dimettersi dal Parlamento (dopo 15 anni e 5 mesi totali con scranno a forma di deretano) e di prenotare un Ryanair per Madrid: dal 20 novembre sale in cattedra all’università Instituto de empresa, nominato decano per «Politics, Economics and Global Affairs». Uno dei galleggianti più inaffondabili della Seconda repubblica è pronto a salutare la sinistra in lotta con se stessa, e a far adattare ai vecchi colonnelli del Nazareno la famosa frase che Palmiro Togliatti spalmò su Elio Vittorini: «Enrico se n’è ghiuto e soli ci ha lasciato». C’è chi, dentro il partito, sta già facendo l’inventario delle più geniali proposte dell’ex segretario nei due anni (dal 2021 al 2023) di impalpabile reggenza: la disfatta parlamentare sul ddl Zan, la richiesta a papa Francesco di «accelerare sul sacerdozio femminile», la fuga delle tessere e degli elettori, l’invasione delle Sardine alla guida di quel tale Mattia Santori, la battaglia in Europa per una «Next generationeu permanente, forza motrice del progressismo». E la sentenza di un colonnello piddino romano: «È come Mister Magoo, politicamente miope, e va a sbattere ovunque».Questa volta Sottiletta (copyright di Dagospia) va a fare lo stage in Spagna. Che definisce opportunamente «un Paese chiaramente in auge e con importanti contributi al panorama dell’educazione superiore». Poi, per allontanare il dubbio che si tratti di un incarico in una sede staccata del Cepu, tiene a tranquillizzare: «Quanto alla Ie university, è un’istituzione riconosciuta globalmente con una platea di studenti altamente diversificata, personale docente eccellente e un progetto innovatore».Difficile che qualcuno lo rimpianga, ancora di più che lui rimpianga qualcuno. Perché nessuno può alzarsi alla sua altezza, neppure in punta di piedi. Lo si intuisce dal suo comunicato d’addio social: «Torno al mio lavoro universitario. Manterrò i miei impegni compatibili con questo incarico a partire dall’Istituto Delors, mi dimetterò invece dal Parlamento che richiede un impegno totale. Rosanna Filippin che mi succederà, saprà impegnarsi al meglio». Mai quanto Letta nipote, che fu ministro agli Affari europei, ministro dell’Industria, europarlamentare, premier con finale musicale suonato dalla campanella di Renzi. Adesso, da semplice deputato, era così sottostimato da essere demotivato. Lo si evince da un intrigante studio di Openpolis sulla partecipazione e sull’indice di affidabilità dei politici: lui ha un mediocre 0,12%, 253° su 400. Si confondeva nel gruppone senza arte né parte. Spesso assente o impegnato in missioni istituzionali, aveva un impalpabile 23% di presenze. Numeri che neanche la sua amata Pallacanestro Cantù nel purgatorio della Serie A/2.Come dicono gli studenti fuori corso, non c’è niente di meglio di un Erasmus. Lui ne ha collezionati a raffica. Prima a Bruxelles, poi a Washington (presidente dell’Associazione delle scuole di affari internazionali), poi a Parigi nelle aule supervip di Sciences Po, a Ginevra al Gesda science diplomacy. Ora a Madrid, dove ha già prenotato un posto in tribuna al Bernabeu per Real-Milan. Ovviamente lascerà Montecitorio ma, come ha sottolineato, non la presidenza dell’istituto Jacques Delors di Parigi. Champagne e foie gras, parbleu. Raccogliere voti a Ladispoli non è mai stato il suo forte.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)