Poste italiane è arrivata a consegnare un milione di pacchi al giorno, in America il settore salirà del 20% contro il calo del 10% dei negozi tradizionali. Le piattaforme possono aiutare anche le piccole botteghe.
Poste italiane è arrivata a consegnare un milione di pacchi al giorno, in America il settore salirà del 20% contro il calo del 10% dei negozi tradizionali. Le piattaforme possono aiutare anche le piccole botteghe.Per comprendere il boom dell'ecommerce in tutto il mondo, accelerato dalla pandemia, basta un dato: il gruppo Poste italiane è in anticipo di due anni rispetto al piano industriale e nelle scorse settimane è arrivato a consegnare 1 milione di pacchi al giorno, lo stesso numero di consegne del picco del periodo natalizio dello scorso anno. In Germania Deutsche post ha annunciato risultati record ed è di fatto il primo spedizioniere europeo, visto che controlla anche Dhl. I negozi hanno riaperto tutti, il lockdown è finito in buona parte del mondo, ma l'ecommerce emerge come un vincitore sicuramente non temporaneo.«La pandemia da coronavirus è stata l'evento più dirompente per il settore della vendita al dettaglio da decenni», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf. «Negli Stati Uniti si stima che la spesa totale nel commercio tradizionale subirà una discesa di oltre il 10% mentre l'ecommerce salirà quasi del doppio come tasso di crescita», spiega l'esperto. «Chi era ben posizionato sulle vendite digitali si sfrega le mani, chi ne era fuori si lecca le ferite e rischia grosso», continua. «E le prospettive per l'ecommerce sono ancora di forti spazi considerato che rispetto alle vendite al dettaglio pesano per circa il 20% escludendo dal computo automobili e benzina».In Borsa, come dimostra l'andamento delle azioni delle società più impegnate in questa rivoluzione, ne stanno beneficiando in modo poderoso, come dimostrano i casi di Amazon (+190%) o di Shopify (+918%) negli ultimi tre anni.In Europa nell'abbigliamento il caso da manuale è Zalando, ma meno nota anche agli addetti ai lavori è Prosus, una holding olandese che è uno dei giganti del mercato azionario europeo e che detiene partecipazioni di un buon 30% nella società cinese Tencent, del 22% nel distributore di cibo tedesco Delivery hero, del 28% nell'intergruppo russo Mail.ru e del 100% nel mercato online Olx ad Amsterdam, che fa affari in 45 Paesi. «Per chi vuole investire sull'ecommerce in modo più diversificato esistono due Etf quotati a Piazza Affari, L&G ecommerce logistics che seleziona le società più impegnate nel settore chiave della logistica (e detiene quote in molte società citate fra cui Amazon, Zalando, Ebay, Ocado, Jd.com) e Hanetf emerging markets e ecommerce che è specializzato sulle società di Internet ed ecommerce operanti nei mercati emergenti», dice Gaziano.«Lo sviluppo dell'ecommerce ha trascinato con sé anche altri settori come big data, cloud, cybersecurity, servizi di pagamento, eccetera», aggiunge Carlo De Luca, responsabile asset management Gamma capital markets. «Per fare un esempio, basti pensare all'importanza della profilazione del cliente che, in certi casi, ha determinato il fattore di successo di molte società. O alla necessità di archiviare e gestire le vendite online attraverso piattaforme dedicate, che ha permesso a molte società di sviluppare soluzioni utili a supportare i piccoli negozi retail», conclude.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
iStock
A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





