2019-01-12
L’esperto contro l’obbligo vaccinale spinge l’appello che serve a imporlo
Guido Silvestri e Roberto Burioni sostengono il Patto per la Scienza. Ma il primo è a favore della persuasione, come lo era in passato il guru anti somari. Su quest'ultimo spunta un verbale della Sapienza: «È ripetitivo, lascia perplessi».I guru dell'obbligo vaccinale a tutti costi erano in realtà i principali fan della modalità più «soft», basata sulla persuasione e il dialogo. Eppure non lo si crederebbe, leggendo le intemerate di Roberto Burioni. Il prof, come noto, si è guadagnato la sua celebrità, nell'ultimo biennio grazie alle sue posizioni integraliste sulla scienza, e in particolare in materia di vaccini, temi sui quali il prof non ammette contraddittorio. E questo essendo un addetto ai lavori, senz'altro, ma non certo un luminare indiscusso. Ieri, per esempio, il direttore del Tempo, Franco Bechis, ha rivelato, in un video sul sito del quotidiano, che in alcuni verbali delle commissioni di concorso universitario che hanno respinto le sue domande per una cattedra, si lamentava la «produzione piuttosto ripetitiva» dei suoi scritti scientifici. «Lascia perplessi la sua attività didattica», diceva la commissione della Sapienza di Roma. Cose che capitano, per carità, ma forse si tratta di precedenti che, se confermati, dovrebbero indurre a maggiore umiltà.Eppure la figura del professore si staglia ormai nel panorama dell'opinione pubblica come il paladino incontrastato della copertura obbligatoria. Diversamente non avrebbe potuto difendere a più riprese il decreto introdotto dall'ex ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che dell'obbligo vaccinale è la principale fautrice. Come noto, forse un po' tediato dalla monotonia della carriera accademica, Burioni si è dato all'imprenditoria, fondando insieme allo scrittore e autore Michele Dalai un sito internet (Medical Facts) per contrastare la disinformazione in campo medico. Ed è proprio dalle pagine della sua creatura che il docente ha lanciato e sponsorizzato il «Patto trasversale per la scienza», un «appello a tutte le forze politiche italiane» affinché riconoscano che «il progresso della Scienza (la S è maiuscola per volontà dello stesso autore, ndr) è un valore universale dell'umanità, che non può essere negato o distorto per fini politici o elettorali». Con sommo gaudio, come ha raccontato ieri La Verità, nella notte tra mercoledì e giovedì Burioni ha annunciato che sia Beppe Grillo che Matteo Renzi hanno sottoscritto questo patto. «Perché ci si può dividere su tutto, ma una base comune deve esserci», come ha scritto il professore su Facebook celebrando l'inedita accoppiata. Viene il dubbio, tuttavia, che dietro la mossa del «Patto per la scienza» ci sia la volontà politica e culturale di creare un movimento (trasversale, appunto) per spianare la strada a una nuova legge sui vaccini ancora più ferrea. Perché, come ha dichiarato Roberto Burioni appena qualche mese fa, il decreto Lorenzin è addirittura da «potenziare». E dire che c'è stato un tempo nel quale nemmeno l'intransigente professore era convinto che costringere le famiglie a vaccinare i bambini fosse la soluzione. Nel video di un convegno facilmente reperibile su internet, l'immunologo esprime concetti ben diversi da quelli ai quali ci ha abituato negli ultimi anni, e con un tono assai più morbido del solito. «Mentre non ho dubbi che i vaccini non causino l'autismo e siano utilissimi per debellare le malattie, non sono per nulla sicuro che l'obbligatorietà sia la strada migliore», afferma al microfono Burioni, «io stesso ho cambiato idea: la mia lezione sui vaccini era l'ultima del mio corso e io fino all'anno scorso, non ero ancora impegnato su Facebook, terminavo dicendo “voi dovete studiare perché la strada non è quella di obbligare ma è quella di convincere"». La stessa persona che, a maggio del 2017, su Facebook affermava che «fa bene il ministro Lorenzin a impegnarsi perché le vaccinazioni siano obbligatorie per iscriversi a scuola». «Gli antivaccinisti», afferma il medico più avanti, «invocano la libertà di scelta. Ma non si può invocare la libertà di scelta quando la scelta che si pretende di potere fare danneggia gli altri. Chiedere di essere lasciati liberi di non vaccinare i propri figli è come chiedere di essere lasciati liberi di guidare ubriachi. La libertà non è questo. La libertà è altra cosa». Cosa ha fatto cambiare idea, nel frattempo, al medico? Glielo abbiamo chiesto, citando il suo vecchio filmato, e lui ha risposto con disponibilità: «Tempo fa ero contrario all'obbligatorietà; ho cambiato idea quando mi sono accorto della disinformazione imperante e della condotta irresponsabile di alcuni mezzi di informazione nel diffondere notizie false e pericolose. Il brano è un brevissimo estratto estrapolato da un discorso più complesso e per questo può essere frainteso». Una cosa simile vale anche per l'altro promotore dell'appello, il professor Guido Silvestri, dal quale Beppe Grillo dichiara di aver ricevuto il testo. Silvestri, che con il Movimento in passato ha collaborato, ha pubblicamente affermato che l'approccio basato sulla raccomandazione (la non obbligatorietà) è da preferire, perché «ha il notevole vantaggio potenziale di sviluppare un senso più alto di partecipazione dell'individuo ad una gestione della salute pubblica non più percepita come paternalistica (se non addirittura punitiva)».