2025-03-29
Ue Pride, Lepore scappa dall’Aula. E i compagni gli fanno l’anti corteo
Matteo Lepore, sindaco dem di Bologna (Getty Images)
Il sindaco bolognese diserta il question time sui fondi che saranno usati per la manifestazione pro Europa del 6 aprile. Giorno in cui la sinistra radicale sfilerà per il capoluogo emiliano contro il riarmo caro ai dem.Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, non si è presentato al question time di ieri, dove avrebbe dovuto rispondere in merito ai fondi con i quali realizzerà la manifestazione per l’Europa del prossimo 6 aprile. L’unica certezza, al momento, è che piazza Nettuno, luogo della celebrazione, è stata prenotata dal Gabinetto del sindaco per la prima domenica di aprile, a partire dalle ore 15. Fonti interne al Comune fanno sapere che quando si prenota una piazza è obbligatorio allegare una planimetria e un progetto, così pure indicare se c’è un palco previsto, ma nella domanda depositata non c’è nessun allegato di planimetria o altra informazione. Faranno un girotondo senza palco, rinunciando alla comparsata di politici, cantanti, comici e supporter vari che hanno fatto bella mostra di sé in Piazza del Popolo a Roma? Forse non si vogliono spendere i 60.000 del palco costati ai contribuenti (la cifra finale è stata di 349.942,15 euro) senza una delibera approvata dalla giunta Gualtieri. In ogni caso, resta il riserbo assoluto su quanto costerà mettere in piedi un evento analogo a quello della Capitale, che dovrebbe esser non partitico. Già, ma chi pagherà e che cosa? Matteo Di Benedetto, capogruppo della Lega a Bologna, ieri al question time ha evidenziato la poca trasparenza del primo cittadino, che rifiuta di fornire informazioni sui finanziamenti della manifestazione e non risponde alle interrogazioni in merito a Una piazza per l’Europa, edizione all’ombra delle Due Torri. «Da più di una settimana siamo qui a chiedere al sindaco se per organizzarla intende utilizzare i nostri soldi», ha ribadito il consigliere. «Però Lepore trova il tempo di mandare inviti ai sindaci di tutta Italia, si dedica in maniera importante all’organizzazione di questo evento». Di sicuro domenica 6 aprile oltre al sindaco di Firenze, Sara Funaro, che ha promosso l’evento assieme a Lepore, ci saranno Gaetano Manfredi, primo cittadino di Napoli e presidente nazionale di Anci, l’associazione dei Comuni italiani; il sindaco di Poggibonsi e presidente di Ance Toscana, Susanna Cenni; il sindaco di Imola Marco Panieri, presidente di Anci Emilia-Romagna. «Come sindaci siamo chiamati a essere non solo amministratori dell’Italia, ma anche costruttori di una visione europea più forte, più unita, più vicina alle persone», sostiene il dem Panieri. Per il sindaco di Parma Michele Guerra, che pure ha confermato la sua presenza il 6 aprile a Bologna, «occorre fare quadrato attorno a valori non negoziabili» e si dice convinto che «non possiamo che chiedere un’Europa di unita, di pace, democratica. È un sentimento molto trasversale nelle amministrazioni territoriali, non solo del centrosinistra». A Repubblica ha detto: «I sindaci Matteo Lepore e Sara Funaro che hanno organizzato la piazza di Bologna si collocano in un campo politico preciso, ma l’idea di piazza è larga».Non la pensa affatto così l’estrema sinistra, che per lo stesso giorno ha promosso una manifestazione alternativa così come era accaduto in Piazza Barberini a Roma, il 15 marzo scorso. «È necessario non solo disertate la chiamata alle armi di Lepore e Funaro, ma costruire una piazza unitaria a Bologna per continuare un percorso politico che dia forza a quel sentimento popolare maggioritario di rifiuto della guerra e sviluppo della cooperazione pacifica tra popoli gridando a gran voce “Non un uomo, non un euro per il riarmo e la difesa comune”», hanno dichiarato in un comunicato i promotori della protesta. Tra le adesioni, Sinistra unita Bologna, Partito comunista italiano Bologna, Rifondazione comunista Bologna, Ecoresistenze, Potere al popolo Bologna, Unione sindacale di base. Promettono: «Non ci faremo mettere l’elmetto da Lepore e Funaro». Tuonano: «La retorica democratica e dei diritti umani con cui si giustificano le scelte di guerra, particolarmente marcata da parte di Lepore e Funaro, è pura propaganda che stravolge la realtà». Protestano anche contro il governatore dell’Emilia-Romagna, Michele de Pascale, reo di avere subito aderito all’iniziativa: «L’avventurismo guerrafondaio parte dalle classi dirigenti continentali e arriva alle maggiori cariche istituzionali della nostra città e della nostra regione che sono favorevoli alla conversione bellica dell’economia, al dirottamento delle risorse destinate alla spesa sociale in favore della spesa militare, alla militarizzazione della società». Intanto, nessuna risposta arriva in merito alle spese per l’iniziativa. Sui social, dove i sindaci di Bologna e di Firenze stanno promuovendo il raduno in piazza, non abbondano i commenti positivi. Da «Una volta manifestavate per la pace… adesso manifestate per il riarmo… come si cambia per il vil denaro», al post in cui si chiede: «Sarà una piazza favorevole all’industria bellica che dovrebbe essere l’ultima industria vicina alla sinistra?»; all’utente esasperato: «Pensate di fare anche battaglie concrete contro micro criminalità, maranza e vari disagiati o solo cose tanto belle e teoriche, non urgenti?».
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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