2024-10-26
Lepore fa spostare Bologna-Milan. Il lockdown climatico falsa la Serie A
Matteo Lepore (Getty Images)
Il sindaco felsineo fa saltare per maltempo (eventuale) il match di oggi al Dall’Ara, malgrado le strutture agibili e la contrarietà della Lega calcio. Il club lombardo, chiaramente danneggiato, non nasconde la sua irritazione.«In questo momento non pensiamo a una partita di calcio». Certo che no. Rinviando d’imperio a data da destinarsi Bologna-Milan (prevista oggi alle 18) con la singolare motivazione di «maltempo preventivo» il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, dimostra di pensare alle elezioni regionali di metà novembre. E alla loro narrazione, nel tentativo di far percepire a chi andrà alle urne la presenza di un’inevitabile apocalisse meteorologica. Mettere ancora una volta in secondo piano le pesanti responsabilità istituzionali del Pd nella gestione del dissesto idrogeologico è la sua priorità politica, per non far rischiare a Michele De Pascale la disfatta nella roccaforte rossa. In nome di tutto ciò, per la prima volta nella storia si abbatte sul pallone il lockdown climatico. Si tratta di un mostro procedurale che esautora la Lega Calcio da ogni prerogativa con la motivazione dell’ordine pubblico, anche quando è molto presunto, visto che non siamo ai livelli dell’alluvione di Firenze nel 1966. Spiega il sindaco su Instagram, poco prima di firmare l’ordinanza di chiusura dello stadio Dall’Ara: «Non si deve giocare. Ho voluto assumere questa decisione proprio perché dobbiamo dedicare tutte le energie della città e dei tanti operatori delle forze dell’ordine ad occuparci di ciò che l’alluvione ha prodotto. Lo stadio è collocato all’interno del quartiere Porto-Saragozza dove sono in corso intense attività di ripristino nelle aree pubbliche e nelle proprietà private».Il Dall’Ara non ha alcun problema, è agibile sia dal punto di vista strutturale, sia da quello della fruibilità. Il terreno di gioco è in buone condizioni e nel momento in cui Lepore lo ha inibito alle due squadre non c’era impraticabilità, a meno che da oggi non conti la presunzione di pioggia. Si poteva spostare la partita altrove (candidate Como ed Empoli), ma il Bologna si è rifiutato a costo di rischiare lo 0-3 a tavolino. Si poteva giocare a porte chiuse per salvaguardare i lavori nel quartiere senza l’afflusso dei tifosi, ma il sindaco è stato irremovibile. Niet. E proprio questo catenaccio riguardo ad ogni soluzione alternativa fa sorgere dubbi sui reali motivi del rinvio, giunto con ordinanza comunale e non prefettizia.A creare ulteriori malumori rispetto alla decisione muscolare di Mister 30 all’ora c’è la disparità di trattamento con altri eventi in città: la Bologna Boxing Night di ieri sera era prevista serenamente a porte chiuse. Gli organizzatori hanno spiegato che «prevedendo al suo interno molti match internazionali non poteva essere rinviata». Di fatto hanno avuto il via libera dallo stesso Comune che si è rifiutato di replicare le porte chiuse (con accesso limitato a una cinquantina di addetti) per la partita di calcio. Anche la kermesse «Auto Moto d’epoca» a Bologna Fiere si tiene regolarmente nel weekend, pur distogliendo «energie della città e operatori delle forze dell’ordine», come da giaculatoria leporesca. Attorno alla risoluzione c’è qualcosa di sfuggente, pretestuoso. Lo si intuisce anche dalla seconda parte delle spiegazioni del sindaco. «Le intense piogge di questi giorni e le previsioni meteorologiche non consentono di prevedere il ritorno alla normalità nelle prossime ore. La partita Bologna-Milan peraltro porterebbe al Dall’Ara circa 35.000 persone, con conseguenti problemi di ordine pubblico per la presenza della tifoseria e la chiusura del traffico in tutta la zona circostante. In via precauzionale non possiamo pensare alla partita».«Porterebbe», «prevedere», «via precauzionale». Traduzione: lockdown climatico unilaterale in purezza. Mai successo, se non in Florida per l’uragano Katrina. Ma se così fosse, l’emergenza di ordine pubblico vedrebbe Lepore impegnato su ben altri livelli di drammaticità. Va notato che il blocco arriva dal sindaco che due giorni fa - dopo la richiesta di dimissioni da parte dell’opposizione per la pessima gestione della prevenzione (quella sì fondamentale) sull’emergenza alluvionale - aveva detto: «Ora non servono divisioni. Bisognerà state tutti uniti, un’unità repubblicana». Il volemose bene funziona solo quando fa comodo a lui. Il presidente del Milan, Paolo Scaroni, evidenzia chiaramente le perplessità: «È una decisione incomprensibile. Il sindaco ha vietato anche la partita a porte chiuse. Non ho capito il perché ma di fronte all’ordinanza comunale abbassiamo la testa». Dal punto di vista formale il rinvio ricade sulla Lega Calcio, che in assemblea straordinaria non ha trovato un accordo con il Bologna e nulla poteva fare per evitare l’annullamento dopo il diktat di palazzo D’Accursio. Il presidente Lorenzo Casini allarga le braccia: «Si è tentato di interloquire col sindaco per poter giocare a porte chiuse, ma dal Comune di Bologna non c’è stata disponibilità». Per il recupero si pensa a febbraio. A chi chiede una data più vicina Casini risponde con una battuta: «Ci sarebbe il giorno di Natale, stiamo valutando». Il precedente è pericoloso, il campionato è nelle mani dei sindaci e lo svantaggio per il Milan è palese. I rossoneri rischiano di trascinarsi l’asterisco della gara da recuperare fino a primavera e soprattutto dovranno giocare il big match contro il Napoli (29 ottobre) senza Theo Hernandez e Tijjiani Reijnders, i quali non potendo scontare la squalifica oggi saranno assenti martedì a San Siro. Sui social il commento più gentile dei tifosi è «campionato falsato». A Bologna, in nome della politica, questo ed altro.