2024-11-01
Accoglienza (ma non solo). La Lega vuole chiarezza sul primato del diritto Ue
L’iniziativa di Borghi contestata dall’opposizione. Settimana prossima se ne parlerà in commissione al Senato. Intanto l’esecutivo non demorde sul Cpr in Albania.La decisione sulla possibilità che si avvii un’indagine conoscitiva sulla gerarchia delle fonti del diritto all’interno della commissione Politiche dell’Unione europea in Senato, per il momento, è rinviata a settimana prossima.È stato il senatore della Lega, Claudio Borghi, a lanciare l’idea, sollecitato dalle pronunce dei giudici italiani sulla prevalenza della legislazione europea in materia di migranti e diritto d’asilo. Decisioni che hanno messo in discussione gli orientamenti del governo italiano e l’intera vicenda dei centri per migranti allestiti in Albania. La richiesta è stata travisata da alcuni giornali che hanno accusato il senatore leghista di voler avviare un’indagine conoscitiva sulla magistratura. Lo sdegno della sinistra, però, non è mancato anche una volta compreso che l’indagine era tesa ad approfondire la gerarchia delle fonti. «Il rischio», secondo Simona Malpezzi del Pd e membro della commissione, «è quello di sconfinare in ambiti che non competono». Il dem Filippo Sensi ha ribadito che la commissione Politiche Ue «non è il luogo» per questo tipo di dibattito che, fatalmente, diventerebbe «tutto politico sul rapporto fra politica e magistratura, e non in punto di diritto». La proposta era sembrata proprio «contro la magistratura» per Pietro Lorefice dei 5 stelle che, però, ha aperto all’ipotesi che la maggioranza la formalizzi e se ne discuta.«Mi risulta stupefacente l’atteggiamento delle opposizioni che va dal “Di queste cose non si deve parlare perché è eversivo” del Pd al “Non serve perché vi spiego io come funziona” del senatore Marco Lombardo di Azione», commenta Borghi a La Verità. «Ovviamente nessuna eversione (e non si capisce come chiedere pareri possa esserlo) ma neanche lezioni dai colleghi perché non mi interessa solo sapere come vanno le cose ma anche se si possano cambiare e come. Se la Germania fa quello che vuole, noi chi siamo, i parenti sotto tutela?».Che piaccia o meno alla sinistra, sulla questione il senatore della Lega intende andare avanti. «Ho già scritto alla commissione inoltrando domanda formale per l’avvio dell’indagine conoscitiva», spiega, e ci sarebbero buone possibilità che tutto vada a buon fine. «La maggioranza mi è parsa interessata e credo faccia bene a interessarsene perché non credo si possa andare avanti tanto a fare il tira e molla con tribunali che non riconoscono il diritto italiano».Il tema esiste, infatti, e l’esecutivo rischia di diventare ostaggio di burocrazie e di una certa magistratura. È necessario fare chiarezza e dovrebbe essere interesse di tutti. L’azzurro Pierantonio Zanettin, segretario della commissione, ha, infatti, ribadito che affrontare il tema «non è scandaloso». Riguardo all’ipotesi che l’indagine possa coinvolgere anche altre commissioni di Palazzo Madama, come Giustizia o Esteri, Borghi ha chiarito: «Credo che basti la commissione Affari Ue però, se altre commissioni desiderassero aggiungersi, per me nessun problema». Deciderà un ufficio di presidenza della commissione Politiche dell’Unione europea del Senato l’eventuale inserimento nel calendario dei lavori.In ogni caso l’esecutivo, nonostante le difficoltà, non demorde sull’accordo con l’Albania. I centri «funzioneranno, sono la chiave di volta nella gestione dei flussi non solamente italiani ed è per questo che l’intesa riscuote tanta attenzione da parte dell’Ue, l’Europa guarda con interesse all’intesa», insiste Giorgia Meloni. D’altronde, «che l’intesa con l’Albania sarebbe andata incontro a problemi di legittimità si sapeva», sottolinea all’Ansa un membro dell’esecutivo a patto di mantenere l’anonimato, «Infatti l’obiettivo, più che una soluzione concreta, appariva quello di sollevare un tema, anche una contrapposizione netta. Adesso vedremo come andrà a finire e se questa strategia sarà premiata dal consenso dei cittadini».A vedere come andrà a finire non ci sono solo gli italiani, ma tutta Europa, con il presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che starebbe ipotizzando anche altre strade che, come accennato dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, qualche giorno fa, potrebbero rivelarsi «anche più restrittive del modello Albania». Von der Leyen, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio europeo di giovedì 17 ottobre, aveva detto: «Per i migranti che hanno bisogno di protezione, la discussione riguarda i Paesi terzi sicuri, perché riconosciamo pienamente la necessità di protezione e ce ne assumiamo la responsabilità». Ma, ha aggiunto, «questo non significa che la protezione debba essere solo nell’Unione europea: si può avere anche in Paesi terzi sicuri». In altre parole, Von der Leyen dice che si potrebbero mandare nei Paesi terzi sicuri non solo i migranti a cui è stata respinta la richiesta d’asilo, ma anche quelli che ne avrebbero diritto nei Paesi dell’Ue. E questa è un’ipotesi del tutto nuova, che somiglia più al «modello Ruanda» su cui aveva puntato, senza successo, il precedente governo conservatore britannico. Modello che fu al centro di asprissime polemiche con annesse accuse di deportazione. Tuttavia un caso simile esiste già, funziona dal 2016 con cospicui finanziamenti da parte dell’Unione: è quello dell’accordo con la Turchia che si prende tutti i profughi siriani passati dal suo territorio e diretti in Grecia e nell’Europa centro settentrionale attraverso la «rotta balcanica».Insomma la guerra, se così si può chiamare, contro il modello Albania potrebbe portare a soluzioni ben più radicali, in questo caso, ammesse dall’Unione europea.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.