2020-07-26
Le toghe assediano il Carroccio. In Lombardia aperte già otto inchieste
Aperto fascicolo su Attilio Fontana; la giunta fronteggia quelli su Rsa, Film commission, protezioni antivirus e assessore alla Cultura.Matteo Salvini contesta i metodi «alla Palamara». Solidale il partito del Cav. Opposizioni scatenate: «Il governatore riferisca in Consiglio».Lo speciale contiene due articoli. Sono sempre di più le inchieste sulla Regione Lombardia del governatore Attilio Fontana, tanto che è ormai difficile anche per la giunta lombarda fare il calcolo delle indagini che la Procura di Milano ha aperto negli ultimi mesi. Le ultime - in particolare quella che vede Fontana indagato per frode in forniture pubbliche nell'inchiesta per la fornitura di camici - si aggiungono ad altre già partite lo scorso anno, creando così un futuro cumulo di processi e sentenze che potrebbero condizionare il mandato del presidente leghista che scadrà nel 2023. Il fantasma che si aggira per la regione si chiama legge Severino, che pur non essendo prevista per il reato di frode in pubbliche forniture (articolo 356 del Codice penale) potrebbe comunque rappresentare un problema se la condanna definitiva fosse superiore ai 6 mesi. In quel caso il governatore dovrebbe lasciare, ma potrebbe essere comunque candidabile in Parlamento. Dopo l'archiviazione a marzo dell'accusa di abuso d'ufficio sul caso del suo ex socio Luca Marsico, che era stato nominato membro esterno di un Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici, ora si apre un nuovo fronte con la Procura di Milano. Ma a lato dei risvolti politici - ieri il consigliere Giacomo Cosentino parlava di «un disegno preciso, da parte di qualcuno, per provare a ribaltare il voto di milioni di cittadini Lombardi» - c'è il lavoro della magistratura che ormai tocca i gangli più importanti dell'amministrazione regionale.Secondo l'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, la fornitura di camici fu fatta per affidamento diretto senza gara e sarebbe avvenuta anche in conflitto di interessi. L'ordine sarebbe poi stato trasformato in donazione solo il 20 maggio, dopo che la trasmissione di Rai 3, Report, aveva affrontato la vicenda. Tutto ruota intorno alla figura di Andrea Dini, cognato del governatore, imprenditore varesino titolare di Dama Spa, una società che produce il marchio di abbigliamento Paul and Shark dove vanta il 10% delle azioni anche la sorella Roberta Dini, moglie di Fontana. Stando alle indagini della Procura, lo scorso 16 aprile, in piena emergenza sanitaria, la centrale acquisti lombarda Aria assegnò a Dama la fornitura di 75.000 camici e altri materiali di dispositivi di protezione, per un valore di 513.000 euro: a essere indagato è anche direttore generale di Aria, la centrale acquisti della Lombardia, Filippo Bongiovanni.Fontana si dice «certo dell'operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità». Jacopo Pensa, difensore del governatore, ieri spiegava che «il “ruolo" di Fontana non esiste. Lui nel negozio giuridico non ha messo becco perché non ne era a conoscenza, l'ha saputo solo a cose fatte». E che anzi, «una volta resosi conto del conflitto di interessi venutosi a creare, si è posto il problema dell'opportunità della cosa e quindi ha fermato il pagamento» da Aria a Dama, con il contratto di vendita trasformato in donazione, dunque «casomai il suo è stato un intervento virtuoso, non malizioso». Ma i magistrati di Milano hanno in mano anche altro. Stando alle carte dell'indagine Fontana sarebbe stato informato da un suo collaboratore della fornitura. Per questo il 19 maggio, prima della donazione, avrebbe cercato di fare un bonifico di 250.000 euro da un suo conto personale per risarcire il cognato. Il problema è che lo spostamento di denaro è stato sospeso per sospetta violazione della normativa antiriciclaggio e segnalato poi alla Banca d'Italia, prima che l'11 giugno Fontana decidesse di cancellare l'operazione. I soldi arrivavano da un conto in Svizzera, dove il governatore avrebbe fatto confluire l'eredità della madre di 5 milioni e 300.000 euro che fino al 2015 era invece in due trust alle Bahamas. In Svizzera si concentra anche un'altra delle tante inchieste sulla Regione, cioè quella sulla Lombardia Film commission sulla compravendita del cineporto di Cormano. Qui a essere indagati sono i commercialisti della Lega, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, in una vicenda che ha portato la scorsa settimana la guardia di finanza a perquisire gli uffici della Regione. E proprio nei giorni scorsi la Procura ha chiesto una rogatoria nel Paese elvetico. E a questo punto, si sospetta in Procura, la richiesta potrebbe estendersi anche al caso dei camici. La valanga di inchieste giudiziarie non si ferma qui. Oltre a Cormano è ancora aperta l'inchiesta su Gianluca Savoini e il noto Russiagate. A febbraio c'è stata una richiesta di proroga delle indagini che toccano anche la regione, perché Savoini è stato per anni vicepresidente della controllata Corecom. Ci sono poi quelle che toccano i 49 milioni di euro della Lega, dove è stato indagato a Genova anche l'assessore alla Cultura, Stefano Bruno Galli. Qui i filoni di indagine sono innumerevoli, da Roma fino a Bergamo. C'è anche un'inchiesta, sempre in mano all'aggiunto Romanelli, sulla fornitura di mascherine in Regione. E poi ci sono quelle che toccano le gestioni delle Rsa durante l'emergenza coronavirus da parte della giunta e in particolare dell'assessore al Welfare, Giulio Gallera. La situazione del Pio Albergo Trivulzio, del Don Gnocchi e di molte altre case di riposo aveva portato sui tavoli dei magistrati milanesi più di 20 fascicoli per le morti da Covid 19. Ora le inchieste saranno accorpate, e non sono ancora state chiuse. Ma, considerato il trend degli ultimi mesi, non è detto che non arrivino nuove sorprese per una giunta regionale sempre più nella morsa della Procura di Milano.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/le-toghe-assediano-il-carroccio-in-lombardia-aperte-gia-otto-inchieste-2646800024.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="le-grane-giudiziarie-riavvicinano-forza-italia-alla-lega" data-post-id="2646800024" data-published-at="1595703745" data-use-pagination="False"> Le grane giudiziarie riavvicinano Forza Italia alla Lega Il centrodestra si schiera compatto al fianco di Attilio Fontana. Il leader della Lega, Matteo Salvini, commenta con parole dure l'inchiesta sul presidente della Lombardia: «Attilio Fontana», scrive Salvini su Twitter, «indagato perché un'azienda ha regalato migliaia di camici ai medici lombardi. Ma vi pare normale? La Lombardia, le sue istituzioni, i suoi medici, le sue aziende e i suoi morti meritano rispetto. Malagiustizia a senso unico e “alla Palamara", non se ne può più. Sono indagini», aggiunge Salvini parlando con i giornalisti, «che puzzano di vecchio. Una vergogna. Mi sembra la giustizia alla Palamara, è il primo amministratore pubblico indagato per un regalo, perchÈ parliamo di una donazione di camici agli ospedali lombardi. Fatemi dire da italiano e da lombardo che sono stufo e chiedo rispetto per i nostri medici, i nostri morti, i nostri ospedali e le nostre istituzioni. Ho totale fiducia in Attilio Fontana», argomenta il leader del Carroccio, «nei sindaci e nei medici lombardi. Appena torniamo al governo, la riforma della giustizia è una delle prime cose che abbiamo il dovere morale di fare. Altrimenti le aziende scappano da questo Paese. L'unico risultato di queste indagini è far scappare le imprese. L'ospedale di Pavia ha fatto da solo il 2% della ricerca scientifica mondiale durante il Covid. Se invece di essere ringraziati», evidenzia Salvini, «vengono indagati, il risultato è che le aziende scappano e non fanno più investimenti in Italia». Piena e incondizionata solidarietà a Fontana anche da parte di Forza Italia, che non fa mancare il suo appoggio all'alleato: «Oggi più che mai», affermano Massimiliano Salini, coordinatore di Forza Italia in Lombardia, Gianluca Comazzi, capogruppo in Regione Lombardia, e Fabrizio Sala, capo delegazione nella giunta regionale, «vogliamo esprimere il nostro sostegno ad Attilio Fontana, persona dal grande spessore morale che negli ultimi mesi ha affrontato la più grave emergenza sanitaria dal dopoguerra a oggi con coraggio e abnegazione, senza risparmiarsi un secondo. Siamo certi», aggiungono gli esponenti del partito di Silvio Berlusconi, «che il presidente Fontana uscirà da questa vicenda nel migliore dei modi. La compagine regionale di Forza Italia non gli farà mai mancare il suo appoggio. Avanti, a testa alta». «Al collega Fontana», scrive su Twitter il presidente della Liguria, Giovanni Toti, «va tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà. Siamo sicuri che saprà dare una spiegazione ad ogni addebito. Forza Attilio!». «Ecco», commenta Daniela Santanchè, senatrice di Fratelli d'Italia, «che continua l'uso politico della giustizia. È grave non procedere subito a una riforma della giustizia che torni a dare equilibrio ai poteri dello Stato. I processi vanno fatti nelle aule di tribunale e non in prima pagina sui giornali. La mia piena solidarietà va a Fontana, governatore della Regione Lombardia». All'attacco le opposizioni: «Il governatore della Lombardia Fontana», scrive su Twitter la vicepresidente del Senato, Paola Taverna, del M5s, «ufficialmente indagato per la vicenda camici, non dovrà rispondere solo alla magistratura, ma a tutti coloro che nei momenti più tragici hanno dato l'anima al solo scopo di salvare vite umane». «Fontana chiarisca», afferma il capogruppo del Pd alla Regione Lombardia, Fabio Pizzul, «venga prima possibile a riferire in Consiglio regionale, come gli abbiamo chiesto ormai quasi due mesi fa, perché ne va della credibilità del presidente della Regione Lombardia e dell'istituzione stessa».
Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Ansa)
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