2022-05-08
Le reinfezioni toccano quota 5%. Rischio più alto per donne e sanitari
Fabrizio Pregliasco (Ansa)
Non specificato lo stato vaccinale dei ricontagiati, ma Fabrizio Pregliasco auspica più punture per tutti.Aumenta il numero di italiani che sono statati contagiati più volte dal Covid. «Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati risulta pari a 5%», segnala il report esteso dell’Istituto superiore della sanità, aggiornato al 4 maggio. La settimana precedente era del 4,5%, quindi è in crescita il rischio di reinfettarsi. Dal 24 agosto scorso, stiamo parlando di 397.084 casi, pari al 3,3% di tutti i positivi diagnosticati. Percentuale che ha subito un’ulteriore impennata negli ultimi sette giorni, passando addirittura al 5%. Ricordiamo che Epicentro ha cominciato a conteggiare le reinfezioni da Covid solo alla fine dello scorso anno. Nel report esteso aggiornato al 28 dicembre 2021, segnalava che dal 24 agosto a quella data, era «stata osservata una percentuale di reinfezioni pari a 1,4% (15.195 casi) sul totale dei casi notificati. I dati riportati si riferiscono principalmente alla circolazione della variante Delta». Specificava che «nelle prossime settimane sarà valutato l’impatto della variante Omicron», che l’Iss considera in circolazione dal 6 dicembre scorso. Assodato che il rapido diffondersi di questa variante contagia con più facilità anche chi ha già avuto l’infezione, vediamo che informazioni forniscono a riguardo gli esperti del ministro Speranza. Il rischio relativo aggiustato di riprendersi il Covid, scrivono, è più elevato nei soggetti che erano risultati positivi da oltre sette mesi (210 giorni), rispetto a coloro che si sono ammalati la prima volta fra i tre e i sette mesi precedenti (da 90 e a 210 giorni); tra le persone di sesso femminile «verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico», dove si fanno più test e perché le donne svolgono maggiore assistenza a malati e anziani in casa; tra i 12-49 anni per «comportamenti ed esposizioni a maggior rischio»; tra i non vaccinati e i vaccinati da oltre 120 giorni (quindi tra le due categorie non c’è differenza) e fra gli operatori sanitari. Punto. Altro chiarimento non viene dato. Nessuno sforzo di verificare se c’erano patologie concomitanti, se è possibile che alcune persone siano più suscettibili a reinfettarsi per particolari predisposizioni. La variabilità di risposta al virus viene studiata o nessuno la prende in considerazione? È possibile dimostrare l’influenza genetica nei soggetti a reinfettarsi, rispetto ad altri? Dalla risposta a queste domande dipendono molte politiche di sanità pubblica.Dopo due anni di pandemia, ci si aspetterebbero maggiori informazioni, anche per tranquillizzare coloro che hanno fatto ciclo completo e richiamo, eppure si sono ammalati magari più di due volte. L’assenza di sintomi significativi in molti dei reinfettati rappresenta sicuramente un dato positivo, ma non giustifica il modo sbrigativo di trattare le seconde infezioni. Almeno nel report di fine anno si segnalava che da agosto al 28 dicembre, tra i casi che avevano riportato una reinfezione, il 66% erano vaccinati con almeno una dose a seguito della prima diagnosi, il 4% era vaccinato con almeno una dose almeno 14 giorni prima della prima diagnosi, mentre circa il 30% delle reinfezioni risultava in soggetti non vaccinati, quindi in percentuale decisamente più bassa rispetto ai vaccinati. Adesso l’Iss si limita a indicare il rischio relativo di reinfettarsi, senza fornire le percentuali di un secondo o terzo contagio diagnosticato per stato vaccinale. La solita operazione trasparenza zero. Ancora una volta non si vuole mostrare che il vaccino non protegge dall’infezione e per questo i vaccinati si reinfettano. Però c’è sempre chi utilizza l’evidenza per spingere a nuove dosi. Come fa Fabrizio Pregliasco, professore di igiene generale e applicata all’Università degli Studi di Milano, secondo il quale «inquieta la possibilità di reinfettarsi anche se guariti o coperti dal vaccino», perciò «la vaccinazione andrà rinforzata periodicamente con i nuovi prodotti aggiornati». Sai che novità.
«It – Welcome to Derry» (Sky)
Lo scrittore elogia il prequel dei film It, in arrivo su Sky il 27 ottobre. Ambientata nel 1962, la serie dei fratelli Muschietti esplora le origini del terrore a Derry, tra paranoia, paura collettiva e l’ombra del pagliaccio Bob Gray.
Keir Starmer ed Emmanuel Macron (Getty Images)