2022-05-13
Le nuove regole proposte dall’Ivass sono un assist per valorizzare Anima
La vigilanza prepara un regolamento sui prodotti linked per frenare compagnie irlandesi e lussemburghesi. Effetti collaterali? Spingere nella contesa sulla sgr partecipata da Bpm gli italiani e bilanciare le mire francesi.L’11 marzo l’Ivass, ovvero l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, ha posto in consultazione uno schema di nuove regole sui cosiddetti prodotti assicurativi linked. Il regolamento è stato studiato soprattutto per mettere un freno alle compagnie irlandesi e lussemburghesi ma tra le pieghe nasconde un dettaglio che può diventare un assist o anche un ostacolo per alcuni gruppi nelle prossime mosse del risiko del settore finanziario. Vediamo perché partendo proprio dal contenuto del nuovo quadro normativo su cui entro il 9 giugno l’Ivass potrà raccogliere i commenti del mercato. L’obiettivo è quello di riformare alcuni aspetti della disciplina dei contratti unit e index linked, ossia quei prodotti assicurativi le cui prestazioni sono direttamente collegate al valore di attivi contenuti in un fondo interno detenuto dall’impresa di assicurazione o di quote di un organismo di investimento collettivo del risparmio (polizze unit linked) oppure a un indice azionario o ad altro valore di riferimento diverso da quelli sopra indicati (polizze index linked). le novitàTra le principali novità c’è un livellamento delle condizioni che dovranno essere rispettate anche dalle imprese dell’Ue «operanti in stabilimento o in libertà di prestazione dei servizi sul territorio italiano». Gli operatori esteri (in primis quelli irlandesi e lussemburghesi) grazie a regole più flessibili sull’utilizzo di strumenti vietati in Italia come gli hedge fund riuscivano infatti a differenziarsi nell’offerta arrivando a conquistare una quota di mercato vicina al 20 per cento. Ma a pagina 28 del documento di consultazione c’è un passaggio dedicato alle commissioni di gestione (l’articolo 33). Nello schema proposto è prescritto che le commissioni siano addebitabili agli assicurati solo in presenza di una effettiva attività di gestione svolta dall’impresa. Per assicurare la tutela dei contraenti «è richiesto che l’attività di gestione sia definita e ancorata a criteri oggettivi e verificabili predefiniti nel contratto». Inoltre, nel caso in cui nel patrimonio del fondo interno siano presenti quote di Oicr (Organismi di investimento collettivo del risparmio, come i fondi comuni di investimento) collegati, è richiesto che (fermo restando il divieto di applicare alla parte del patrimonio del fondo interno investita in fondi collegati spese di sottoscrizione e rimborso) la commissione di gestione possa essere applicata a condizione che dalla stessa sia dedotta la remunerazione complessiva percepita dal gestore dei fondi collegati.chi ci può perdereChe cosa significa? Che una società parte di un gruppo non potrebbe fare il cosiddetto «double charging» dei sottostanti, ovvero caricarli due volte. Nelle polizze assicurative unit linked (e quindi con quote di fondi), oltre alla commissione che il cliente paga per la strutturazione del prodotto e del portafoglio sottostante, il cliente paga anche le commissioni di questi ultimi che di norma sono molto più contenute rispetto al costo del fondo stesso per il retail dal momento che le polizze acquistano le classi istituzionali che costano di solito meno della metà. Le nuove regole proposte dall’Ivass potrebbero quindi complicare la vita ad alcuni big sul mercato. Considerando che le commissioni sui fondi sottostanti le unit non potrebbero più provenire da società collegate al gruppo assicurativo, Intesa Sanpaolo - che controlla la società di gestione patrimoniale Eurizon - potrebbe ad esempio avere qualche svantaggio. Altri istituti come il Banco Bpm, i cui prodotti assicurativi sono gestiti da Anima, non verrebbero invece impattati. Anzi. Il gruppo indipendente del risparmio gestito, di cui lo stesso Banco possiede il 20,6%, si trova al centro di interessi incrociati: quello dei francesi di Amundi ma anche quello di Francesco Gaetano Caltagirone che a ridosso dell’assemblea delle Generali è salito al 3,192% della holding in cui era entrato a marzo 2020 guardando anche alla politica generosa di dividendi. i giochi del leoneLa settimana scorsa La Verità aveva però scritto che nelle sale operative si scommette su uno scenario alternativo con il Leone di Trieste che potrebbe avere l’interesse ma anche l’opportunità di comprarsi Anima. Prima però bisognerà capire cosa deciderà di fare l’amministratore delegato del Banco, Giuseppe Castagna, con la cessione del business assicurativo (nel piano strategico annunciato il 5 novembre, l’opzione principale rimane l’internalizzazione ma i corteggiatori sono parecchi, tra questi anche Axa e Allianz). Se il Leone si buttasse nella mischia potrebbe contrastare sia eventuali scalate francesi sia le mosse di Caltagirone con un occhio anche alla delicata partita che sta giocando il Tesoro sul Monte dei Paschi. Per ora si tratta solo di suggestioni, sia chiaro. Ma nei prossimi mesi anche il nuovo regolamento Ivass, qualora approvato, diventerebbe un ulteriore elemento che, smuovendo gli equilibri in essere, impatterebbe sui processi di fusione e acquisizione in corso nel già turbolento settore finanziario italiano.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.