2019-11-14
La «legge schiavitù» amata da Soros che dà il lavoro (e il voto) ai migranti
Una proposta lanciata dai Radicali italiani e sostenuta da sindaci dem, parlamentari del M5s e varie associazioni. È una gigantesca sanatoria che consente di dare il permesso di soggiorno ai clandestini.La stanno facendo passare così, un pochino sotto traccia. Una campagna un po' in sordina, viene da dire, su cui i media progressisti non stanno facendo più di tanto chiasso. I pochi che ne hanno parlato la presentano come «la proposta di legge che farebbe guadagnare allo Stato almeno 1 miliardo di euro», consentendo l'emersione dal nero di 400.000 immigrati. Del resto, questa è la versione propagandistica offerta dai Radicali italiani, che - ancora nel 2017 - hanno ideato la proposta di legge. Quello che non dicono è che questa proposta, chiamata «Ero straniero», è un progetto di riforma radicale della Bossi-Fini che prevede non soltanto il lavoro per gli stranieri irregolari, ma pure il diritto di voto alle elezioni locali per chiunque abbia il permesso di soggiorno di lungo periodo, anche se non ha la cittadinanza italiana. Si potrebbe obiettare che il rischio non esiste, visto che questa proposta di legge nasce dall'iniziativa popolare (sono state raccolte 90.000 firme) e circola da due anni senza essere divenuta realtà. Il punto è che ora, oltre al sostegno dei Radicali, bisogna contare pure l'appoggio di numerosi sindaci del Partito democratico - tra cui Giorgio Gori di Bergamo e Giuseppe Sala di Milano - e quello di Giuseppe Brescia, deputato del Movimento 5 stelle. Quest'ultimo non è un parlamentare a caso, ma il presidente della Commissione affari Costituzionali della Camera, e martedì si è pubblicamente schierato a favore dell'iniziativa. Non solo: ha annunciato che la settimana prossima, nella sua commissione, riprenderanno le audizioni sul testo. «Apriamo in Parlamento il cantiere per un'immigrazione capace di produrre ricchezza per lo Stato e per le nostre imprese», ha detto Brescia con entusiasmo. Ma vediamo di spiegare nel dettaglio di che si tratta. La proposta di legge, dicevamo, è stata lanciata dai Radicali ed è sostenuta da numerose associazioni tra cui Acli, Arci, l'associazione di giuristi pro migranti Asgi, Caritas italiana, Fondazione Migrantes, Comunità di Sant'Egidio, Federazione delle chiese evangeliche italiane, Cgil, Emergency e tante altre. Figuriamoci, poi, se poteva mancare lo zampino di George Soros. Come scrivono i Radicali sul sito, «la campagna ha ricevuto un generoso contributo da Open society foundations». Stiamo parlando di 258.941,63 euro, mica briciole. Che cosa prevede tale proposta? Per prima cosa, introduce «un permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione attraverso l'attività d'intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri». Cioè prevede che ci siano dei mediatori che fanno venire qui gli stranieri per farli lavorare (immaginiamo in che condizioni). Poi è prevista «la regolarizzazione su base individuale degli stranieri che si trovino in situazione di soggiorno irregolare allorché sia dimostrabile l'esistenza in Italia della disponibilità di un'attività lavorativa o di comprovati legami familiari o l'assenza di legami concreti con il Paese di origine, sul modello della Spagna e della Germania». Ecco, qui parliamo sostanzialmente di una gigantesca sanatoria che consenta di dare un permesso di soggiorno a (potenzialmente) mezzo milione di clandestini. In sostanza, tutti gli irregolari che dichiareranno di avere un posto di lavoro o legami famigliari otterranno un permesso di soggiorno e si potranno così regolarizzare. Un ottimo modo per eliminare i migranti clandestini: dare a tutti il permesso di soggiorno. Per altro, in questo modo lo sfruttamento diventerà legalizzato, poiché si metterà in regola un esercito di lavoratori a bassissimo costo. Tra le altre belle trovate contenute nella proposta di legge ci sono l'abolizione del reato di clandestinità e, soprattutto, la radicale riforma dei permessi di soggiorno. Leggiamo nel testo: «Si prevede, al nuovo comma 2, che il permesso di soggiorno per richiesta di asilo possa essere trasformato in permesso di soggiorno per comprovata integrazione nel caso di richiedenti asilo in grado di dimostrare di essere integrati nel tessuto civile, sociale e ordinamentale del nostro Paese». Sapete che vuol dire? Che se uno ha fatto richiesta di asilo e gliel'hanno respinta, può comunque rimanere qui se dimostra di essere «integrato». Tradotto in pratica vuol dire che non si manderà via più nessuno. La proposta contiene benefici anche dal punto di vista previdenziale. L'articolo 3, infatti, «prevede che il lavoratore straniero che lasci il territorio nazionale conservi tutti i diritti previdenziali e di sicurezza sociale maturati e possa goderne, al verificarsi della maturazione dei requisiti previsti dalla normativa vigente, anche in deroga al requisito dell'anzianità contributiva minima di venti anni». Infine, il passaggio più bello: agli stranieri con permesso di soggiorno di lungo periodo viene concesso «il diritto di elettorato attivo e passivo nelle consultazioni elettorali amministrative e nelle altre elezioni locali». Voto agli stranieri, lavoro per gli irregolari e i richiedenti asilo. Il tutto finanziato da Soros e sostenuto da parte di Pd e 5 stelle. Sembra una barzelletta per sovranisti, ma è la realtà.
La deposizione in mare della corona nell'esatto luogo della tragedia del 9 novembre 1971 (Esercito Italiano)
Quarantasei giovani parà della «Folgore» inghiottiti dalle acque del mar Tirreno. E con loro sei aviatori della Royal Air Force, altrettanto giovani. La sciagura aerea del 9 novembre 1971 fece così impressione che il Corriere della Sera uscì il giorno successivo con un corsivo di Dino Buzzati. Il grande giornalista e scrittore vergò alcune frasi di estrema efficacia, sconvolto da quello che fino ad oggi risulta essere il più grave incidente aereo per le Forze Armate italiane. Alle sue parole incisive e commosse lasciamo l’introduzione alla storia di una catastrofe di oltre mezzo secolo fa.
(…) Forse perché la Patria è passata di moda, anzi dà quasi fastidio a sentirla nominare e si scrive con la iniziale minuscola? E così dà fastidio la difesa della medesima Patria e tutto ciò che vi appartiene, compresi i ragazzi che indossano l’uniforme militare? (…). Buzzati lamentava la scarsa commozione degli Italiani nei confronti della morte di giovani paracadutisti, paragonandola all’eco che ebbe una tragedia del 1947 avvenuta ad Albenga in cui 43 bambini di una colonia erano morti annegati. Forti le sue parole a chiusura del pezzo: (…) Ora se ne vanno, con i sei compagni stranieri. Guardateli, se ci riuscite. Personalmente mi fanno ancora più pietà dei leggendari piccoli di Albenga. Non si disperano, non singhiozzano, non maledicono. Spalla a spalla si allontanano. Diritti, pallidi sì ma senza un tremito, a testa alta, con quel passo lieve e fermissimo che nei tempi antichi si diceva appartenesse agli eroi e che oggi sembra completamente dimenticato (…)
Non li hanno dimenticati, a oltre mezzo secolo di distanza, gli uomini della Folgore di oggi, che hanno commemorato i caduti di quella che è nota come la «tragedia della Meloria» con una cerimonia che ha coinvolto, oltre alle autorità, anche i parenti delle vittime.
La commemorazione si è conclusa con la deposizione di una corona in mare, nel punto esatto del tragico impatto, effettuata a bordo di un battello in segno di eterno ricordo e di continuità tra passato e presente.
Nelle prime ore del 9 novembre 1971, i parà del 187° Reggimento Folgore si imbarcarono sui Lockheed C-130 della Raf per partecipare ad una missione di addestramento Nato, dove avrebbero dovuto effettuare un «lancio tattico» sulla Sardegna. La tragedia si consumò poco dopo il decollo dall’aeroporto militare di Pisa-San Giusto, da dove in sequenza si stavano alzando 10 velivoli denominati convenzionalmente «Gesso». Fu uno di essi, «Gesso 5» a lanciare l’allarme dopo avere visto una fiammata sulla superficie del mare. L’aereo che lo precedeva, «Gesso 4» non rispose alla chiamata radio poiché istanti prima aveva impattato sulle acque a poca distanza dalle Secche della Meloria, circa 6 km a Nordovest di Livorno. Le operazioni di recupero dei corpi furono difficili e lunghissime, durante le quali vi fu un’altra vittima, un esperto sabotatore subacqueo del «Col Moschin», deceduto durante le operazioni. Le cause della sciagura non furono mai esattamente definite, anche se le indagini furono molto approfondite e una nave pontone di recupero rimase sul posto fino al febbraio del 1972. Si ipotizzò che l’aereo avesse colpito con la coda la superficie del mare per un errore di quota che, per le caratteristiche dell’esercitazione, doveva rimanere inizialmente molto bassa.
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