2020-04-17
Le imprese del Nord già pronte a ripartire
Le aziende si muovono da sole per garantire la sicurezza. La Tecnostrutture ha fatto test sierologici ai dipendenti per non perdere commesse all'estero: saranno estesi a tutti. Luxottica contingenta la mensa. Fincantieri crea percorsi anti contatto con le transenne.La Tecnostrutture di Noventa di Piave, azienda veneta specializzata nella produzione di travi e pilastri in acciaio e calcestruzzo, ha speso 50 euro per ciascuno dei sei lavoratori inviati nel Principato di Monaco a lavorare su una commessa conquistata prima della pandemia. È il costo di un test sierologico il cui responso negativo, ottenuto dopo appena un'ora dal prelievo, ha permesso ai dipendenti di entrare nel Paese estero. L'obiettivo è estendere questa procedura a tutto il personale e se dal test risultassero elementi tali da far sospettare un contagio, procedere con il tampone.Quello dell'azienda di Noventa è solo un esempio di come tante piccole locomotive industriali sono già pronte a ripartire. Soprattutto a Nordest. Ad Agordo lo stabilimento di Luxottica è ripartito alle 5.45 del 14 aprile ed è rimasto attivo fino alle 22.15, quando è smontato il secondo turno dei circa 800 dipendenti che formano il primo scaglione (25-30% del totale) dei lavoratori richiamati dall'azienda dopo la pausa imposta dall'emergenza coronavirus. La maggior parte degli impiegati ha operato da casa. Chi è andato in fabbrica, dopo aver compilato il modulo legato alla privacy è stato accolto al check point: qui è stata misurata la febbre e sono stati forniti gel igienizzante e mascherine. Quindi ognuno si è recato nel proprio reparto nel quale, considerato il ridotto numero di presenze, è stata garantita la distanza (dal metro e 20 in su) tra un lavoratore e l'altro. Le grandi aree break sono state chiuse e ne sono state create di più piccole all'interno dei reparti, arredate con panchine su cui le persone possono sedersi a un metro e venti l'una dall'altra. Anche le macchinette del caffè sono state distanziate e ci sono gruppi omogenei di persone che vanno assieme a berlo. Ai tavoli della mensa ci si deve sedere massimo in tre e non in sei. Più lento è l'ingresso nella cosiddetta fase 2 dei colossi dell'industria come l'Electrolux che deve fare i conti con il no della Fiom alla riapertura dello stabilimento di Porcia, in Friuli. Dopo che la multinazionale svedese aveva annunciato l'intenzione di chiedere il via libera alle rispettive prefetture per una ripartenza anticipata nella fabbrica pordenonese e in quelle di Susegana (Treviso) e di Forlì (escludendo per ora gli stabilimenti in provincia di Milano e di Ancona), è arrivata la frenata del sindacato che però non è unitaria.Anche il gruppo Danieli sta riavviando parte delle operazioni gradualmente soprattutto per quel che riguarda la parte che si dedica alla progettazione e costruzione di impianti, dove la percentuale di personale fisicamente presente in azienda è ancora molto bassa, attorno al 30%, con un ulteriore 40% in smart working e la parte restante in ferie. Danieli automation ha un picco di addetti impegnati nel lavoro a distanza, attorno al 60%, mentre in Abs si sta predisponendo il riavvio della produzione di acciaio calibrata sugli ordini, al momento ancora scarsi. E Fincantieri? Il gruppo guidato da Giuseppe Bono ieri ha firmato con i sindacati un accordo che proroga quello del 9 aprile e conferma la Cig fino al 3 maggio. La ripresa delle attività nei cantieri e nelle sedi avverrà progressivamente e con una pianificazione caratterizzata da «accentuata gradualità» che dovrebbe cominciare dal 20 aprile e sarà articolata in un piano che si realizzerà in alcune settimane. Al cantiere di Porto Marghera significa rimettere in circolazione oltre 4.000 persone. Per evitare contatti si sta pensando di scaglionare i lavoratori, richiamando prima i diretti e poi quelli dell'indotto e magari solo quelli residenti in Veneto. All'ingresso principale è stato predisposto un percorso che gli addetti devono percorrere mantenendo la distanza di 1 metro e al termine del quale viene misurata la temperatura con un termoscan: se è superiore ai 37,5 gradi si resta fuori. Non potrà entrare chi si presenterà senza mascherina, che comunque sarà fornita dall'azienda e che mai potrà essere levata all'interno del cantiere. Divieto d'accesso anche per chi è stato a contatto con persone positive nei 14 giorni precedenti. I turni dei reparti produttivi saranno frammentati, con blocchi di 8 ore suddivisi in due sottogruppi. Doppio turno anche per i dipendenti amministrativi. Si mangerà divisi: ci saranno orari differenziati per uffici e officine e l'afflusso verrà contingentato. Quanto agli spazi che gli operai condividono, transenne delimiteranno percorsi da seguire per evitare i contatti, la frequenza delle igienizzazioni di tutti gli ambienti, compresi ascensori e montacarichi, verrà raddoppiata mentre i distributori automatici di bevande e snack (tranne quelli per l'acqua) saranno spenti. Intanto, Vittorio Colao ha stilato una tabella con le attività a rischio e quelle più sicure: oltre a quello sanitario, fra i settori più pericolosi ci sono i servizi di intrattenimento e i trasporti aerei. A basso rischio invece agricoltura e gran parte della attività manifatturiere, anche quelle sospese come la fabbriche di mobili e di autovetture.
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