
Nel 2008 un incendio devastò gli Universal Studios di Hollywood, oggi il «New York Times» ha scoperto che incenerì anche un caveau con 50.000 registrazioni originali di leggende come Eric Clapton, Aretha Franklin, Chuck Berry ed Ella Fitzgerald. John Coltrane è morto ad Hollywood, quando le fiamme, ingorde, ne hanno inghiottito la musica. La notte del primo giugno 2008, nell'incendio immenso che ha eroso gli Universal Studios a Los Angeles, non è andata perduta solo una parte della storia cinematografica. È andato perduto, ammantato da un fumo verdastro nell'aria rovente, il caveau: una piccola stanza custodita nel cuore dell'edificio 6197. Il palazzo, raggiunto dalle fiamme divampate sul set noto come New England Street, era preposto a custodire reperti di varia natura. Nelle sue stanze si trovavano videocassette, vecchie bobine, spezzoni di film che, negli anni, sarebbero assurti a mito. Poi una libreria, intera, occupata da registrazioni originali di proprietà della Universal Music Group. Di queste, non una è sopravvissuta alle fiamme. Ma la Universal ha fatto orecchie da mercante e dell'incidente, della sua portata immensa, non ha lasciato trapelare più del dovuto. Gli Studios hanno fatto sapere che le fiamme, divampate in seguito a dei lavori di routine, hanno inghiottito le graziose casette in stile coloniale radunate sulla New England Street prima di proseguire la propria marcia letale per l'equivalente di tre isolati cittadini. Nel proprio, lento, cammino, hanno travolto alcune tra le location che hanno fatto la storia del cinema: la piazza del tribunale presente in Ritorno al Futuro, il set di Psycho, il King Kong Encounter, dove un gigantesco scimmione ricordava la gloria della pellicola diretta da John Guillermin. Ha spazzato via qualunque struttura ostruisse loro il passaggio, ivi compreso quel caveau «segreto» che la Universal si è ben guardata dal nominare nella stima dei danni. Secondo un'indagine del New York Times, l'incendio del primo giugno 2008 avrebbe comportato la perdita di circa 50.000 titoli musicali. Pezzi senza tempo, registrati negli anni da John Coltrane, Billie Holiday, Louis Armstrong, Duke Ellington, Al Jonson, Bing Crosby, Ella Fitzgerald, Judy Garland. Addirittura, sarebbero andate perse alcune delle più famose opere di Chuck Berry e varie canzoni di Aretha Fraklin, registrate in origine su vinile. La lista del New York Times - basata su un report che avrebbe redatto la stessa Universal Music Group all'indomani dell'incendio - è lunga, lunghissima, vasta al punto da includere anche alcuni tra i più noti artisti contemporanei.Vittima delle fiamme, sarebbero caduti Tupac, Eminem e i Nirvana, i Police e Sting. Poi Elton John, Eric Clapton, Cat Stevens, Ray Charles, i R.E.M., Janet Jackson e i Guns n' Roses. Persino Mary J. Blige, insieme a Cher e agli Aerosmith, sarebbe stata fagocitata dal fuoco, lasciando le sue tracce originali laddove avrebbero dovuto essere custodite per sempre: nel caveau. Delle tracce originali dalle quali, negli anni, sono stati tratti vinili, cd ed Mp3 non resterebbe più nulla. E la perdita, che di primo acchito potrebbe sembrare innocua, avrebbe, nei fatti, una portata enorme. «Una registrazione campione è la fotografia, più pura e più vera, della musica in studio», ha spiegato Adam Block, presidente della Legacy Recordings, al New York Times. «Dal punto di vista del suono, una registrazione campione è stupefacente per la capacità che ha di catturare nel tempo un preciso evento. Ogni copia che dovesse esserne fatta ne sarà un po' più distante e la distanza sonora aumenterà mano a mano che aumenterà il numero delle copie». Il suono vero, ruvido, originale, dei campioni custoditi nel caveau, dunque, è cosa che nessuno sarà più in grado di replicare né tanto meno di ascoltare. Per questo, ha ricostruito il giornale statunitense, la Universal avrebbe cercato di non divulgare la notizia, lasciando che il danno inferto al cinema prevalesse - a livello mediatico - su quello inferto alla musica. Inoltre, la Universal, tacendo l'accaduto, avrebbe reso nullo (o quasi) il rischio di essere tirata in causa dagli artisti danneggiati o dalle famiglie di questi.
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