2021-09-26
Le bugie del potere creano il complottismo
I media sono ossessionati dai «no vax» e dalle tesi cospirazioniste. Ma è l'opacità delle versioni ufficiali ad alimentare i sospetti. Dall'origine del virus all'affidabilità delle statistiche, Oms e governo hanno detto troppe palle. E ora molti non si fidano più di loro.Ormai da settimane, su praticamente tutti i giornali e in tutti i programmi televisivi d'informazione, possiamo trovare ampi servizi dedicati ai presunti no vax e ai loro altrettanto presunti guru. Con piglio da antropologi, i cronisti si avventurano nella giungla in cerca di questo stravagante popolo di primitivi che rifiuta l'iniezione, e cercano di capire quali macumbe pratichino costoro, se siano o meno antropofagi. Posto che una quota fisiologica di scemi esiste in ogni consesso umano, sorge il dubbio che l'analisi del «popolo no vax» sia per lo meno carente, se non del tutto sbagliata. Si tende, ad esempio, a trascurare la possibilità che una parte delle persone che non vogliono vaccinarsi non abbia affatto (come si usa dire) «paura», ma sia convinta della propria scelta e non sia affatto disposta a cambiare idea. Che fare con costoro? Beh, forse bisognerebbe semplicemente lasciarli in pace, e consentire che esercitino un diritto garantito dalla Costituzione. Un altro elemento fondamentale che viene solitamente ignorato è la fiducia. Si dice che a fomentare i no vax siano sulfurei «cattivi maestri», pazzoidi di vario genere, sobillatori di professione. Non si prende mai in considerazione un'altra opzione, e cioè che alla base del rifiuto di sottoporsi al trattamento ci sia una profonda diffidenza, unita a ostilità, nei confronti del governo e dell'apparato sanitario. Una diffidenza che non nasce da ignoranza, pregiudizi o ideologia, ma che deriva dal comportamento tenuto dalle istituzioni dalla fine del 2019 a oggi. Diffidenza motivata, quindi. A Dritto e rovescio, la trasmissione condotta da Paolo Del Debbio su Rete4, ho potuto ascoltare Massimo Citro Della Riva, «medico e ricercatore indipendente», accusato da più parti di essere il Gran Visir di tutti i no vax. Questo signore ha pubblicato un libro intitolato Eresia (edito da Byoblu) che è diventato un bestseller da decine di migliaia di copie. Un fenomeno di tale portata merita di essere approfondito: Del Debbio, a differenza della quasi totalità dei conduttori, ha dato spazio a Citro, esponendosi agli attacchi dei vari talebani del vaccino. Alcuni di essi, a partire da Alessandro Cecchi Paone, hanno più volte parlato di Citro come se si trattasse del demonio in persona, motivo per cui mi è venuta la curiosità di leggere il suo saggio. Non ho trovato un trattato di demonologia, ma un libro addirittura scritto in lingua italiana corretta e ricco di contenuti. Tra questi, numerose tesi sul virus e sulle modalità con cui affrontarlo. Poiché non sono un medico, non ho gli strumenti per valutare l'attendibilità delle affermazioni di Citro su questi temi. Alcuni degli esperti più presenti in video dicono che si tratti di falsità, e ne prendo atto. Ci sono però alcune parti del libro su cui posso esprimere un parere. Citro parla anche di politica e del modo in cui la pandemia è stata affrontata nelle fasi iniziali. Ebbene, le conclusioni che il dottore trae dall'esame degli eventi spesso non mi convincono, ma è indubbio che egli affronti dei problemi reali, che tocchi dei nervi scoperti. Alcune cose che scrive sono senz'altro vere. Ed eccoci al punto. Si possono di certo elaborare teorie farlocche a partire da fatti concreti, ma se questi fatti non ci fossero non esisterebbero nemmeno le teorie farlocche. Se, cioè, i tanti luoghi oscuri della pandemia fossero illuminati, sarebbe molto difficile per i presunti «cattivi maestri» immaginare complotti. E sarebbe più facile smontarli. Purtroppo, le zone d'ombra sulla gestione della pandemia rimangono ancora tutte, così come restano impresse nella memoria le tonnellate di bugie che ci sono state raccontate. Riguardo all'origine del Sars-cov-2, ad esempio, ci è stata da subito fornita una «versione ufficiale» che si è poi rivelata piuttosto discutibile. L'atteggiamento di sudditanza dimostrato dall'Oms e pure dal nostro ministro della Salute nei confronti della Cina ha di fatto demolito la credibilità dell'istituzione internazionale (e in parte anche dell'esecutivo). Il giornalista Paolo Barnad, assieme a Steven Quay («già docente di Medicina a Stanford») e Angus Dalgleish (oncologo della St George's university of London) ha appena pubblicato un libro inchiesta intitolato L'origine del virus (Chiarelettere) che elenca un bel numero di insabbiamenti ad opera delle autorità cinesi, senza trascurare le responsabilità americane. Barnard cita ciò che scrisse Filippa Lentzos del King's College di Londra sul Wall Street Journal: «Ci furono scienziati che si zittirono. Temettero di perdere la carriera e i fondi ricerca». Ricordate? Il coro cantava: «La Cina non c'entra! Colpa del pangolino!», e invitava a ingozzarsi di involtini. Poi si scoprì che l'accaduto non era poi così cristallino. Ma di bugie e mistificazioni potremmo elencarne a tonnellate. Vogliamo parlare delle mascherine di cui ci fu detto per mesi (e ribadito persino sulle porte degli ospedali) che servivano «solo ai malati»? Vogliamo ricordare l'atroce pantomima sul piano pandemico mancante che ha portato alle dimissioni dello studioso Francesco Zambon dall'Oms e che ha visto il ministro Speranza in prima fila tra chi raccontava bugie? «Roba vecchia», gracchiano i corvi della medicalizzazione. Bene, allora parliamo del clamoroso pastrocchio combinato sul vaccino di Astrazeneca, che a un certo punto ci è stato presentato come una sorta di siero della morte. O ricordiamo le fastidiose opacità sul calcolo dei morti, le difficoltà che ancora adesso restano nell'ottenere dati precisi e aggiornati sui ricoveri. E ci fermiamo qui, perché questo giornale ha già raccontato ampiamente le numerose storture nella gestione della pandemia. Viene da dare ragione a Gilberto Corbellini e Alberto Mingardi (studiosi di cui non condividiamo molte posizioni e che di certo non sono «no vax»), i quali nel saggio La società chiusa in casa (Marsilio) scrivono: «La comunicazione rischia di non funzionare se continua a essere praticata mediaticamente dagli esperti in forme litigiose e contraddittorie, senza che vi sia alcun profilo istituzionale che cerchi di ricostruire la fiducia dei cittadini nel fatto che chi decide sa quello che fa, ed è disposto a spiegare perché lo sta facendo. Di tanto in tanto anche in Italia ci si sente trattati come sudditi, e molti medici non hanno capito che la stagione del paternalismo a senso unico è tramontata». Sì, siamo stati trattati da sudditi. Ci è stato detto di adattarci e non scocciare, e intanto le istituzioni (non soltanto quelle italiane) andavano avanti a raccontare mezze verità o addirittura balle, a occultare, a rimescolare le carte. Alla mistificazione, poi, si sono aggiunti l'odio e la violenza mediatica. Sì, di sicuro c'è chi vuole per forza credere ai complotti, chi si oppone per ideologia. Ci sono i matti, gli invasati, gli ignoranti. Ed esiste anche qualche ciarlatano che ne approfitta. Se però i ciarlatani, i mentitori e gli invasati occupano pure le istituzioni, allora diteci: perché uno si dovrebbe fidare?
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