2019-03-05
Il ministero dello Sviluppo lancia il fondo da un miliardo per l'innovazione. Intanto i dati Inps dimostrano che il mercato va verso i contratti a tempo indeterminato senza riuscire a coinvolgere gli inattivi ( il 13% del totale).Il vicepremier ieri Luigi Di Maio ha presentato a Torino il Fondo nazionale innovazione: risorse per un miliardo di euro da utilizzare per sostenere investimenti in start up e innovazione che verranno gestite da Cassa depositi e prestiti. Come spiega la nota emessa dal ministero, lo scopo del fondo è riunire e moltiplicare risorse pubbliche e private dedicate al tema strategico dell'innovazione.Sicuramente l'intento è buono ma, ancora una volta, il governo dovrà sborsare la bellezza di un miliardo di euro e non si capisce dove possa trovare tutte queste risorse. Certo, l'obiettivo dell'iniziativa è lodevole: «mettere al centro dello sviluppo del Paese la tecnologia», ha detto ieri Di Maio nell'ambito di un evento a Torino in cui è stato presentato il Fondo. «L'obiettivo è raggiungere i due miliardi» di raccolta, ha continuato Di Maio. «È sicuramente uno strumento per fare un salto di qualità. Questo fondo è strategico per la nostra economia, anche perché consente non solo di far rimanere le menti italiane qui ma anche di attrarre quelle straniere. Essere qui a un anno dalle elezioni politiche è per me un orgoglio», ha sottolineato. Quello che è certo, però, è che il governo si troverà ancora una volta a dover mettere mano al portafoglio. Ben più incerto, invece, è il risultato: ottenere una raccolta doppia rispetto all'investimento e offrire un posto di lavoro interessante a menti italiane che, in questo modo, non vadano a trovar fortuna all'estero (come ormai succede da tempo). Secondo Di Maio, «l'Italia può diventare la prima forza manifatturiera d'Europa e l'innovazione non deve essere relegata solo al mondo delle startup», dice. Se non altro, un po' di ottimismo si può intravedere. Stando agli ultimi dati diffusi dall'Istat sul mondo del lavoro italiano, a gennaio di quest'anno si è registrata una forte crescita dei lavoratori permanenti (+56.000) con un calo dei dipendenti a termine (-16.000). Certo, sul trimestre il trend però resta ancora debole con 12.000 occupati permanenti in più e 12.000 a termine in meno. Ottimismo, invece, sull'anno dove è tornato positivo il gruppo dei lavoratori permanenti (+29.000). Dando uno sguardo alle fasce di età, la pecora nera del mese restano i giovani tra 15 e 24 anni: in questo caso il tasso di occupazione è diminuito dello 0,3%, quello di disoccupazione e quello di inattività è cresciuto dello 0,3%. In recupero, però, la fascia tra i 25 e 34 anni con un tasso di occupazione che cresce dello 0,4% e quelli di inattività e disoccupazione che calano dello 0,2%. Primo leggero calo, invece, per chi ha più di 50 anni (-0,1%). Del resto, che la situazione occupazionale sia in cauto miglioramento, lo afferma anche una voce autorevole del mercato del lavoro come Francesco Seghezzi, direttore della fondazione Adapt. «Dai dati sugli occupati e da quelli dell'Inps sui contratti si intuisce che molte imprese abbiano stabilizzato dopo il decreto Dignità», dice Seghezzi, «al contrario di quanto avevano dichiarato. Vedremo se è un una tantum, ma è chiaro che il bisogno di trattenere competenze è altissimo». Un dato, spiega lo studioso, che già si poteva intravedere anche a novembre e dicembre 2018 e che ora è diventato più marcato. Allo stesso tempo si osserva ancora un elevato numero di aziende che ha licenziato per poi riassumere con contratti a breve scadenza. Magari riorganizzando i turni o gli stessi posti di lavoro. Il dato ancor più interessante riguarda coloro che non cercano alcun impiego. Ci sono ancora oggi 3,1 milioni di italiani disponibili a lavorare ma non disponibili a cercare. Di più solo in Spagna e Grecia. Il dato è ancor più eclatante se si considera che sarebbe al netto dell'occupazione in nero. Che non è un valore scientifico ma in ogni caso misurabile. La necessità di spingere sulle politiche attive del lavoro è ormai imprescindibile. Intanto, sempre in tema di occupazione, il cosiddetto decretone che contiene interventi in materia previdenziale, dopo il via libera ottenuto da Palazzo Madama, dovrà ricevere l'ok dalla Camera per la conversione in legge definitiva. Un percorso che dovrà avvenire entro il 29 marzo, ovvero, dopo 60 giorni dall'entrata in vigore del maxi decreto. I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, in occasione dell'audizione alla Camera, sanno solo alzare barricate. «L'anticipo del trattamento di fine servizio dei lavoratori pubblici tramite il prestito agevolato non è la risposta che chiediamo rispetto alla liquidazione in tempi congrui», spiegano le tre sigle sindacali. E anche domani il sindacato pensa al futuro
Il miliardario cambia idea, niente catastrofe climatica. Apre il circo della COP30. Cina, sale il prezzo del carbone. Russia e Turchia in trattativa sul gas.
Allarme Coldiretti: «Il porto di Rotterdam è un colabrodo, il 97% dei prodotti non subisce esami». Il ministro incalza Bruxelles.
In ballo ci sono malcontati 700 miliardi di euro, quasi un terzo del Pil generato dall’agroalimentare, oltre che la salute, eppure l’Europa non protegge i campi. Perciò l’Italia si candida a sentinella della qualità e della salubrità delle merci che arrivano dall’estero. Francesco Lollobrigida annuncia: «Chiederemo che venga assegnata all’Italia l’autorità doganale europea». È la risposta all’allarme lanciato dalla Codiretti nella sua tre giorni di Bologna. Ha ammonito il presidente Ettore Prandini: «Con 97 prodotti alimentari stranieri su 100 che entrano nell’Ue senza alcun controllo, approfittando di porti “colabrodo” come Rotterdam, serve un sistema realmente efficace di controlli alle frontiere per tutelare la salute dei cittadini e difendere le imprese agroalimentari dalla concorrenza sleale che mette a rischio i nostri record».
Sigfrido Ranucci (Ansa)
Ennesimo scontro tra la trasmissione Rai e l’Autorità, che dice: «Inchiesta errata sugli Smart glasses, il servizio non vada in onda». La replica: «È danno erariale».
Non si ferma lo scontro tra Report, la trasmissione di Rai 3 condotta da Sigfrido Ranucci e il Garante della privacy. Anche questa settimana, alla vigilia della puntata di stasera, l’Autorità di controllo ha chiesto alla Rai lo stop alla messa in onda di un servizio sulle attività del Garante. Report ha infatti pubblicato sui social una clip con l’anticipazione di un’inchiesta sull’istruttoria portata avanti dal Garante della privacy nei confronti di Meta, relativa agli Smart glass, gli occhiali da sole che incorporano due obiettivi in grado di scattare foto e registrare filmati. Il servizio di Report punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio dell’Autorità Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia, «prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni».
Diego Moretti (Ansa)
I dem che hanno sempre criticato l’ex sindaco Anna Maria Cisint firmano una mozione sul lavoro nei cantieri navali. Ora vogliono superare il modello di immigrazione a basso costo.
«Nella sua campagna permanente contro gli stranieri che a Monfalcone regolarmente lavorano, la Cisint aggiunge un nuovo tema: ora mette in discussione anche le rimesse economiche, annunciando misure per vietarle o limitarle. Una delle tante dichiarazioni che si aggiungono a quelle del passato, sicuramente buone per costruire narrazioni false e per alimentare odio nei confronti dello straniero».





