2023-02-11
Sedici milioni di italiani, quasi il 30 per cento dell’intera popolazione, chiamati a rinnovare le due Regioni. Prospettiva reale di disarcionare il Pd dal potere laziale.Sedici milioni di abitanti, quasi il 30 per cento dell’intera popolazione italiana. Non hanno tutti i torti quanti vedono, a poco più di 100 giorni dalle elezioni che hanno portato Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, nelle Regionali in Lazio e Lombardia un primo plausibile banco di prova per la popolarità del governo, al di là dei sondaggi sul gradimento del premier e dei leader del centrodestra che risultano comunque in crescita. Se è vero da una parte che le sorprese, quando a parlare sono le urne, non vanno mai escluse, le premesse per un’affermazione dei partiti e dei candidati delle forze che sostengono l’esecutivo ci sono tutte. Il che, in particolare per il Lazio, dove si è insediato da un decennio il sistema di potere del Pd zingarettiano, avrebbe risvolti simbolici clamorosi.Ma andiamo per ordine: a livello pratico la cosa più importante da sapere è che questa volta si potrà votare in due giorni, e cioè domenica 12 dalle 7 alle 23 e lunedì 13 dalle 7 alle 15. L’altra cosa importante è che, a differenza di quanto accade per i sindaci e per i Consigli comunali, l’elezione del presidente di Regione e del Consiglio regionale avviene in un turno unico, non essendo previsto il ballottaggio. Ciò in linea di principio, così come per le elezioni politiche, favorisce le coalizioni più ampie e coese, anche se è prevista la possibilità del cosiddetto voto disgiunto, vale a dire di votare un candidato governatore e un partito che non lo sostiene. Passiamo ad analizzare cosa troveranno gli elettori sulla scheda, a partire da quelli lombardi: i candidati principali sono il governatore uscente leghista Attilio Fontana, sostenuto dal centrodestra, Pierfrancesco Majorino del Pd, che è sostenuto anche dal M5s per una riproposizione dell’alleanza giallorossa, e l’ex vicepresidente della Regione ed ex sindaco di Milano Letizia Moratti. Quest’ultima, dopo una lunga militanza nel centrodestra ha deciso di rompere con gli ex compagni di strada e gode ora dell’appoggio dell’accoppiata Carlo Calenda-Matteo Renzi, che hanno polemizzato fortemente coi dem per aver preferito una piattaforma radicale di sinistra al riformismo. Da quando esiste l’elezione diretta del presidente di Regione (circa 30 anni), i cittadini lombardi hanno sempre premiato il centrodestra. All’ultima tornata, Fontana prevalse con circa il 50 per cento dei consensi sul dem Giorgio Gori, attuale sindaco di Bergamo, mentre i grillini portarono un loro candidato che prese poco più del 17 per cento. Pur nelle more di una campagna elettorale abbastanza piatta (e colpevolmente ignorata dai media mainstream), la gran parte del dibattito è ruotato attorno alla gestione della sanità, che come è noto è la piùimportante attribuzione regionale, a maggior ragione dopo la pandemia. In quest’ottica, un altro elemento che ha fatto la differenza tra i vari candidati è stato l’atteggiamento verso il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata, fortemente inviso al centrosinistra, che però nasce da un referendum di sei anni fa con cui i lombardi e i veneti hanno chiesto maggiori poteri per le proprie regioni. Per quanto riguarda la legge elettorale, il sistema per formare il Consiglio regionale lombardo è abbastanza complesso: come detto per essere eletto governatore un candidato deve prendere un voto in più degli avversari, mentre per l’assegnazione dei seggi in Consiglio le liste che appoggiano il candidato governatore vincente ottengono il 55 per cento dei seggi (ripartiti in maniera proporzionale) se il candidato governatore ottiene meno del 40 per cento dei voti, mentre se ottiene di più i seggi salgono al 60 per cento, fermo restando che le liste che appoggiano il candidato eletto governatore non possono ottenere più del 70 per cento dei seggi. «Voglio ribadire l’invito ai cittadini lombardi», ha affermato ieri Fontana, «di andare a votare, perché il tentativo che fa la sinistra di mettere un po' sotto silenzio queste elezioni va nella direzione di sperare che qualcuno si dimentichi di questa importante scadenza». Da questo punto di vista, i leader nazionali si sono spesi molto fino all’ultimo momento utile: «Una vittoria in Lombardia e nel Lazio», ha detto Silvio Berlusconi, «ci darà anche una gran spinta ma il nostro orizzonte di governo sono i prossimi cinque anni», mentre per Matteo Salvini «lunedì ci saranno due governatori e penso che saranno Attilio Fontana e Francesco Rocca».Nel Lazio, a livello politico, la situazione è in un certo senso più stimolante, perché il centrodestra unito ha individuato un candidato con un curriculum importante: l’ex-presidente della Croce Rossa, Francesco Rocca, azzerando così le critiche degli ultimi anni sul profilo di alcuni candidati alla Regione e al Campidoglio. Nicola Zingaretti, al suo secondo mandato da governatore, dopo la fallimentare esperienza da segretario del Pd si è fatto eleggere in Parlamento e ha «abdicato» in favore del suo assessore alla Sanità Alessio D’Amato, che gode dell’appoggio del Terzo polo. Sul risultato non potrà non pesare la rottura dell’alleanza tra dem e grillini, che negli ultimi anni avevano governato insieme sull’asse Conte-Zingaretti-Bettini. I pentastellati hanno presentato una propria candidata, nella persona della giornalista Rai Donatella Bianchi. La divisione tra i giallorossi offre dunque una chance formidabile al centrodestra, che non governa nel Lazio dai tempi di Renata Polverini. Qui il tema principe della campagna elettorale (sempre al netto della Sanità) è stata la scottante questione del ciclo dei rifiuti e del termovalorizzatore. La giunta comunale guidata da Roberto Gualtieri lo ha messo in cantiere per i prossimi anni e la cosa è già stata alla base della caduta del governo Draghi e del divorzio giallorosso, per la feroce contrarietà dei grillini, che allo stato sono gli unici ad opporsi al progetto. La prospettiva di disarcionare il Pd dal potere laziale ha fatto scendere in campo anche il premier, che la settimana scorsa ha chiuso una manifestazione unitaria a Roma nella quale ha insistito sull’importanza di questa tornata e sulla preparazione di Rocca. Nel consiglio regionale del Lazio i seggi vengono assegnati secondo un sistema che prevede che le liste che appoggiano il neogovernatore ottengono un bonus di 10 seggi (su 50) ripartiti in maniera proporzionale. A differenza che in Lombardia, questo meccanismo non sempre garantisce una maggioranza autosufficiente al neogovernatore, come accaduto l’ultima volta a Zingaretti.
Nelle Marche il governatore uscente spera nella conferma. Lo sfidante è alle prese con le indagini sul suo conto, che in Calabria, stando ai sondaggi, non danneggiano Occhiuto, dato davanti a Tridico. Per Campania, Puglia e Veneto, election day a novembre.
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Antonella Bundu (Imagoeconomica)
Antonella Bundu, in corsa per le Regionali in Toscana, scatenata al Meeting antirazzista: «Riconoscere il privilegio, non basta più parlare del problema. Bisogna attaccarlo. Smontarlo. Disarticolarlo». Ovviamente il colpevole è solamente l’uomo europeo.