
La pianta mediterranea è nota agli erboristi fin dall'antichità per le sue molteplici proprietà: era anche un talismano contro la malasorte. Oggi invece con i fiori e le foglie si preferisce guarnire piatti gourmet.La lavanda è uno di quei prodotti della natura con mille e più proprietà benefiche e un uso letteralmente poliedrico, sulla quale non si scherza mai. Scherziamo allora, una volta, per infrangere il tabù e l'aura seria che circondano questa bella pianta dai profumatissimi fiori violetti. Sappiate che se dite: «La Vanda chi, non la conosco, come fa di cognome?», magari rispondendo a qualcuno che vi ha chiesto se vi piace la lavanda, state sì ironizzando sul nome comune della nostra trasformandolo in nome proprio di donna pronunciato alla settentrionale con articolo determinativo davanti. Ma state anche citando Vanda, un genere di piante della famiglia delle Orchidacee cui appartengono circa 80 specie originarie di India, Cina, Malaysia, Indonesia e Australia, la maggior parte delle quali presentano fiori del bel color lavanda: c'è la Vanda alpina, la Vanda foetida, la Vanda nana e così via. Anche l'ametista ha il bel colore violetto della lavanda: si tratta di una varietà violacea di quarzo, il cui nome deriva dal greco améthystos che vuol dire «non ebbro», poiché i Greci ritenevano che l'ametista fosse un rimedio contro i fumi dell'alcol. Idem i Romani: i commensali dovevano bere vino ogni volta che l'ospite beveva dal suo calice. Solo che il calice dell'ospite conteneva acqua e non era di cristallo come quello dei commensali, ma d'ametista, i cui riflessi viola davano all'acqua la parvenza cromatica del vino. L'ospite restava sobrio e i commensali no. Fino a qualche tempo fa il corindone viola era noto come «ametista orientale», poi, per non ingenerare confusione col quarzo ametista, si è passati alla denominazione «zaffiro viola».tonalità di modaLe tonalità di color lavanda sono tante e prendono sempre più piede. Nell'arredamento, nell'abbigliamento, nelle palette cromatiche di smalti per le unghie e di ombretti per le donne e in quelle di cravatte e calze per gli uomini, sono molto gettonate anche per la tintura dei capelli delle più eccentriche (la Fata Turchina di Pinocchio con la chioma celeste oggi sembrerebbe normale) e, in generale, si fanno sempre più strada nella cultura di massa. Nel 2018 l'Istituto Pantone ha decretato colore dell'anno l'ultra violet, il 18-3838, affermando: «Vogliamo un colore che sappia risvegliare la speranza e trasmettere un messaggio ottimista». In effetti, la lavanda infonde fiducia, speranza e entusiasmo se ne ammiriamo il bel colore e anche se la annusiamo o la assumiamo sotto forma di fiore secco o di olio essenziale. Altro che legalizzazione della cannabis e poterla coltivare in vaso in casa per fumarsela, come auspicano i promotori del referendum e del disegno di legge dedicati al suo sdoganamento. Coltiviamo in casa una bella pianta di lavanda, piuttosto, puntiamo ogni tanto il naso verso le sue caratteristiche infiorescenze a spiga e inebriamoci del suo odore. La lavanda appartiene al genere Lavandula, l'unico di piante dell'omonima tribù - categoria tassonomica intermedia tra famiglia e sottogenere che riunisce i generi con simile evoluzione in una sottofamiglia - della famiglia delle Lamiaceae. Il nome deriva dal latino lavandum, sì, il gerundio del verbo lavare e il suo nome vuol dire «che deve essere lavato»: nell'antichità ci si detergeva con infusi in acqua della pianta. Tipica dal Mediterraneo fino all'India, del Nord Africa e dell'Asia, nell'area europea ci sono 22 specie di lavanda, in Italia 5. In primo luogo, la Lavandula angustifolia, con foglie strette, anche detta lavanda officinale o lavanda vera. In Italia si trova, in maniera discontinua, lungo la costa tirrenica. Raggiunge i 3-12 decimetri di altezza, al massimo 18, mentre le spighe dell'infiorescenza (raggruppamento di rami che portano fiori) sono lunghe dai 3 agli 8 centimetri. Arbusto tipico della macchia mediterranea, questa lavanda vive bene nel terreno arido e sassoso esposto al sole, per dirla dal punto di vista dei piani altitudinali, sia quello planiziale a livello del mare, sia quelli collinare, montano e subalpino, fino a un'altitudine di 1.800 metri. Abbiamo poi la Lavandula latifolia, con foglie, come indica il nome latino poiché latus vuol dire «largo», «esteso», e fólium significa «foglia». Sono foglie più grandi rispetto, per esempio, alla angustifolia (angustus vuol dire «stretto», «sottile»). La lavanda latifolia sviluppa un'altezza tra i 30 e gli 80 centimetri, in Italia è abbastanza rara, si trova lungo la costa tirrenica e quella ligure, il suo habitat tipico è il pendio arido e cespuglioso e arriva fino a 1.000 metri di altezza nei piani altitudinali planiziale e collinare. selvatica sulle costeC'è poi la Lavandula multifida, anche detta «lavanda dell'Egitto», le cui piante sono alte da 30 centimetri a 1 metro e vivono bene nell'habitat delle garighe e incolti aridi, in Italia si trova a Sud-ovest e, a livello di altitudine, solo fino a 600 metri. Poi abbiamo la Lavandula stoechas, anche nota come lavanda selvatica o stecade, con altezza dai 30 centimetri a 1,2 metri, presente in Italia sulle coste tirreniche fino a 600 metri, in Liguria, sulle coste occidentali dall'Apuania alla Calabria, in Sicilia, Sardegna, Corsica e isole minori, mancando completamente nelle regioni del versante adriatico. Secondo Dioscoride, il nome stecade deriva da Stoichades, nome con cui anticamente erano indicate le isole di Hyères, isole francesi della regione provenzale nelle quali la specie è molto diffusa. Infine, abbiamo la Lavandula dentata, cioè la lavanda dentata anche detta spigonardo, con altezza da 30 centimetri a 1 metro, coltivata per la profumeria e raramente rintracciabile selvatica. Nonostante siano presenti 5 tipi di lavanda sul territorio, essa è ancora considerata un prodotto di nicchia: c'è chi la ignora completamente e non tutti coloro che, invece, ne conoscono le proprietà sfruttate dall'erboristeria la apprezzano in cucina e viceversa. Per la presenza e qualità di sostanze aromatiche, infatti, la lavanda è impiegata in cucina, in profumeria, in liquoreria e in farmacia. L'olio essenziale che si ricava dai suoi fiori è versatile e gli sono riconosciuti vari effetti: in primo luogo quello antistress, ansiolitico e antidepressivo, poi decongestionante contro raffreddore e influenza, poi digestivo. Fatene cadere una o due gocce su un fazzolettino, e annusatelo ogni tanto nei giorni più impegnativi, oppure sul cuscino prima di andare a dormire. La lavanda contrasta anche l'ipertensione, ha attività antispasmodica e perciò rilassa anche la muscolatura contratta (si trova in molti oli e creme da massaggio e si può anche realizzare una crema alla lavanda al momento sciogliendo 3 gocce di olio essenziale in un poco di crema, di gel di aloe o di olio di oliva), calma il prurito da punture di insetti e disinfetta in virtù della sua capacità antibatterica di bloccare la generazione dei batteri e antisettica di impedire o rallentare lo sviluppo dei microbi. Un uso molto diffuso in Francia, e poco in Italia, è quello di assumere lavanda tramite il miele di lavanda. Essa, infatti, è un'ottima pianta mellifera e le api sono profondamente attirate dai suoi fiori. Il miele di lavanda non è però così facile da produrre perché per poter realizzare un monoflora sono necessarie grandi coltivazioni di lavanda che in Italia, rispetto per esempio alla Francia, terra elettiva di produzione di lavanda e di miele di lavanda, non ci sono. Qui da noi si produce pochissimo miele di lavanda, per lo più dalla lavanda selvatica, mentre quello di lavanda angustifolia si trova solo nelle regioni nelle quali essa è presente. I due mieli sono differenti anche nel gusto: quello di lavanda selvatica è meno aromatico e ha un gusto più delicato rispetto a quello di angustifolia e, volendoli provare, a nostro avviso sono ottimi entrambi. biscottini e gelatoI fiori della lavanda sono commestibili e si espande sempre più la loro presenza in cucina. Se fino a poco tempo fa li vedevamo al massimo nei biscottini, adesso li troviamo ovunque, dal gelato alle carni. Anche le foglie sono commestibili: provate a usarne un rametto al posto del rosmarino, magari quando preparate le patate al forno. Vi stupiranno. Come ci si stupisce scoprendo come già in passato la lavanda fosse una complice erboristica di tanti momenti della vita umana. Il bel libretto Mille usi. Lavanda di Simonetta Bosso, Gribaudo editore, spiega come fosse: «Impiegata dagli Egizi come balsamo nel processo di mummificazione» e «sia i Greci sia i Romani ne conoscevano i pregi e la usavano per confezionare rimedi, prodotti di bellezza, per aromatizzare i piatti. Nell'antichità si apprezzavano anche le proprietà calmanti, antisettiche e battericide della lavanda. Le levatrici la usavano nell'acqua per lavare il neonato e la madre. Nel Medioevo era coltivata nei giardini dei monasteri e, insieme con le altre piante aromatiche, era uno degli ingredienti principali della farmacopea; inoltre, i suoi balsamici effluvi erano considerati benefici contro morbi e affezioni. I fumenti di lavanda erano utilizzati nelle chiese e nelle case come disinfettante durante le terribili epidemie di peste; la lavanda era anche uno degli ingredienti del famoso rimedio “aceto dei 4 ladri" e le proprietà medicamentose che le si attribuivano erano svariate: analgesiche, balsamiche, cicatrizzanti, vermifughe eccetera. La pianta era considerata anche un talismano contro la malasorte. Durante il Rinascimento si comincia a distillare l'essenza: è il momento in cui la lavanda entra definitivamente nel campo della profumeria. Particolarmente celebri sono i profumi inglesi. Nella tradizione popolare si mettono spighe di lavanda nel corredo della sposa come augurio di buon auspicio».ambienti chiusiPer non trovare odore di chiuso nelle case delle vacanze al momento della riapertura, si possono lasciare vasetti di pot-pourri con fiori secchi di lavanda sparsi nelle stanze. Per convincere le formiche a cambiare strada, se vi sono entrate in casa, preparate una soluzione con 250 millilitri di alcol denaturato e 10 gocce di olio essenziale di lavanda e spruzzatela più volte al giorno laddove si sono insediate. Aspirate un po' di fiori secchi di lavanda con l'aspirapolvere dopo aver messo il sacchetto nuovo, vi si depositeranno ed elimineranno futuri odori sgradevoli. Cucendo un sacchettino pieno di fiori secchi di lavanda potrete realizzare un efficiente e profumato puntaspilli, cucendone uno più grande (due quadrati di stoffa di 25x25 centimetri) avrete un cuscino «perfetto per conciliare il sonno di grandi e piccini» da usare sopra o dentro il vostro abituale cuscino. Ponendo 2 o 3 gocce di olio essenziale di lavanda su una o due pietre porose in bagno e rinnovandole ogni 10 giorni, si avrà un deodorante ecologico e naturale. Gli usi della lavanda, dei suoi fiori, secchi e freschi, e dell'olio essenziale sono infiniti (se ne trovano tanti altri nel libriccino già citato dal quale abbiamo estratto questi).<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/lavanda-salute-benessere-2655174507.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="tre-ricette-per-un-dessert-floreale-fine-pranzo-allinsegna-del-violetto" data-post-id="2655174507" data-published-at="1632689153" data-use-pagination="False"> Tre ricette per un dessert floreale. Fine pranzo all’insegna del violetto Dal libro Mille usi. Lavanda di Simonetta Bosso, ecco tre ricette: muffin alla lavanda, panna cotta alla lavanda e composta di albicocche alla lavanda. Muffin alla lavanda. Per 10 muffin vi serviranno: 1 cucchiaio di fiori di lavanda essiccati, 1 uovo, 100 g di latte, 60 g di zucchero, 80 g di burro, 150 g di farina, 1/2 bustina di lievito per dolci. Preriscaldate il forno a 180 °C e intanto sbattete l'uovo incorporando il latte, lo zucchero e il burro fuso e freddo. Aggiungete a poco a poco la farina setacciata e il lievito. Infine unite la lavanda e amalgamate bene per pochi secondi. Riempite delle formine per muffin o pirottini da pasticceria per 3/4 e lasciate cuocere per 20 minuti. Per la panna cotta alla lavanda per 4 persone vi serviranno 4 dl di panna fresca, 1 cucchiaio di fiori di lavanda essiccati, 125 ml di latte, 100 g di zucchero, 8 g di gelatina in fogli. Versate in una casseruola panna, latte, zucchero e fiori di lavanda, tranne una piccola quantità che lascerete da parte per la decorazione e fate scaldare su fuoco bassissimo per 15 minuti mescolando e senza far bollire. Togliete dal fuoco, stemperateci dentro la gelatina precedentemente ammollata in acqua fredda e strizzata. Dividete il composto in 4 stampini che porrete in frigo a rassodare per almeno 6 ore (in alternativa potete usare uno stampo rettangolare), poi sformate e servite guarnendo coi rimanenti fiori di lavanda. Per preparare la composta di albicocche alla lavanda per 4 persone, lavate e tagliate a metà 300 g di albicocche mature, mettetele in una casseruola con 1 cucchiaio di zucchero, il succo di 1/2 limone, 1 cucchiaio di aceto balsamico e i fiori di 3 steli di lavanda fresca dopo averli lavati. Fate cuocere per 15 minuti, fate freddare e servite decorando con qualche fiore fresco.
Antonio Scurati (Ansa)
Eccoli lì, tutti i «veri sapienti» progressisti che si riuniscono per chiedere all’Aie di bandire l’editore «Passaggio al bosco» dalla manifestazione «Più libri più liberi».
Sono tutti lì belli schierati in fila per la battaglia finale. L’ultima grande lotta in difesa del pensiero unico e dell’omologazione culturale: dovessero perderla, per la sinistra culturale sarebbe uno smacco difficilmente recuperabile. E dunque eccoli, uniti per chiedere alla Associazione italiana editori di cacciare il piccolo editore destrorso Passaggio al bosco dalla manifestazione letteraria Più libri più liberi. Motivo? Tale editore sarebbe neofascista, apologeta delle più turpi nefandezze novecentesche e via dicendo. In un appello rivolto all’Aie, 80 autori manifestano sdegno e irritazione. Si chiedono come sia possibile che Passaggio al bosco abbia trovato spazio nella fiera della piccola editoria, impugnano addirittura il regolamento che le case editrici devono accettare per la partecipazione: «Non c’è forse una norma - l’Articolo 24, osservanza di leggi e regolamenti - che impegna chiaramente gli espositori a aderire a tutti i valori espressi nella Costituzione italiana, nella Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea e nella Dichiarazione universale dei diritti umani e in particolare a quelli relativi alla tutela della libertà di pensiero, di stampa, di rispetto della dignità umana? Poniamo quindi queste domande e preoccupazioni all’attenzione dell’Associazione italiana editori per aprire una riflessione sull’opportunità della presenza di tali contenuti in una fiera che dovrebbe promuovere cultura e valori democratici». Memorabile: invocano la libertà di pensiero per chiedere la censura.
Olivier Marleix (Ansa)
Pubblicato post mortem il saggio dell’esponente di spicco dei Républicains, trovato impiccato il 7 luglio scorso «Il presidente è un servitore del capitalismo illiberale. Ha fatto perdere credibilità alla Francia nel mondo».
Gli ingredienti per la spy story ci sono tutti. Anzi, visto che siamo in Francia, l’ambientazione è più quella di un noir vecchio stile. I fatti sono questi: un politico di lungo corso, che conosce bene i segreti del potere, scrive un libro contro il capo dello Stato. Quando è ormai nella fase dell’ultima revisione di bozze viene tuttavia trovato misteriosamente impiccato. Il volume esce comunque, postumo, e la data di pubblicazione finisce per coincidere con il decimo anniversario del più sanguinario attentato della storia francese, quasi fosse un messaggio in codice per qualcuno.
Roberto Gualtieri (Ansa)
Gualtieri avvia l’«accoglienza diffusa», ma i soldi andranno solo alla Ong.
Aiutiamoli a casa loro. Il problema è che loro, in questo caso, sono i cittadini romani. Ai quali toccherà di pagare vitto e alloggio ai migranti in duplice forma: volontariamente, cioè letteralmente ospitandoli e mantenendoli nella propria abitazione oppure involontariamente per decisione del Comune che ha stanziato 400.000 euro di soldi pubblici per l’accoglienza. Tempo fa La Verità aveva dato notizia del bando comunale con cui è stato istituito un servizio di accoglienza che sarà attivo dal 1° gennaio 2026 fino al 31 dicembre 2028. E ora sono arrivati i risultati. «A conclusione della procedura negoziata di affidamento del servizio di accoglienza in famiglia in favore di persone migranti singole e/o nuclei familiari o monogenitoriali, in possesso di regolare permesso di soggiorno, nonché neomaggiorenni in carico ai servizi sociali», si legge sul sito del Comune, «il dipartimento Politiche sociali e Salute comunica l’aggiudicazione del servizio. L’affidamento, relativo alla procedura è stato aggiudicato all’operatore economico Refugees Welcome Italia Ets».
2025-12-03
Pronto soccorso in affanno: la Simeu avverte il rischio di una crisi strutturale nel 2026
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iStock
Secondo l’indagine della Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza, dal 2026 quasi sette pronto soccorso su dieci avranno organici medici sotto il fabbisogno. Tra contratti in scadenza, scarso turnover e condizioni di lavoro critiche, il sistema di emergenza-urgenza rischia una crisi profonda.
Il sistema di emergenza-urgenza italiano sta per affrontare una delle sue prove più dure: per molti pronto soccorso l’inizio del 2026 potrebbe segnare una crisi strutturale del personale medico. A metterne in evidenza la gravità è Alessandro Riccardi, presidente della Simeu - Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza - al termine di un’indagine che fotografa uno scenario inquietante.






