2024-09-04
L’auto sprofonda: mito tedesco al tramonto
Olaf Scholz (Getty images)
In Germania inizia il processo Dieselgate proprio mentre Volkswagen annuncia tagli draconiani: oggi i vertici presentano i piani. Problemi pure per Bmw, che ha richiamato 140.000 Mini cooper elettriche per rischio incendio. Male gli indici manifatturieri.Le auto tedesche rischiano di finire in panne con un crescendo wagneriano. Il colosso Volkswagen si prepara a uno scontro con i sindacati dopo aver dichiarato di non poter escludere la chiusura delle fabbriche nel suo Paese d’origine per la prima volta nei suoi quasi 90 anni di storia. La casa automobilistica ha bisogno di tagliare 10 miliardi di euro di spese entro il 2026. E questa mattina, secondo la Cnbc, la dirigenza della Volkswagen dovrebbe esporre i propri piani a circa 18.000 lavoratori durante un’assemblea cittadina a Wolfsburg, mentre si rincorrono voci di chiusura per gli stabilimenti di Osnabrück in Bassa Sassonia e Dresda in Sassonia. Non solo. Anche Audi, che fa parte del gruppo Volkswagen, ha annunciato all’inizio di luglio la sua intenzione di effettuare una ristrutturazione dello stabilimento di Bruxelles. La direzione ha spiegato che cesserà la produzione del modello Q8 etron, l’ultima vettura assemblata a Forest, prima del previsto. Lo hanno appreso martedì i sindacati durante un comitato aziendale straordinario. «Nessun progetto automobilistico o volume di produzione è in programma per i prossimi anni per la nostra fabbrica. Il che significa chiusura», precisa il fronte sindacale comune in un comunicato. La speranza è che vengano proposti progetti alternativi da chiarire nel corso del prossimo consiglio aziendale straordinario in programma il 17 settembre, proseguono i sindacati. Fino a 1.500 persone potrebbero perdere il lavoro quest’anno, seguite da 1.100 l’anno prossimo.Nel frattempo, ieri nella Germania guidata da Olaf Scholz è iniziato il processo penale all’ex capo della Volkswagen Martin Winterkorn per il Dieselgate, quasi nove anni dopo la rivelazione di questo scandalo di motori truccati che ha scosso il settore automobilistico. Winterkorn, 77 anni, è accusato di «frode organizzata» e manipolazione del mercato. Nel settembre 2015, Volkswagen ha ammesso di aver truccato 11 milioni di auto in modo che avessero livelli di emissioni di ossido di azoto molto più bassi di quelli reali. L’ex capo della principale casa automobilistica europea ha respinto tutte le accuse ma rischia fino a 10 anni di carcere presso il tribunale di Brunswick, nel Nord del Paese, non lontano dalla storica sede della casa automobilistica a Wolfsburg. Winterkorn dovrà inoltre rispondere di falsa testimonianza davanti a una commissione parlamentare d’inchiesta per aver dichiarato di essere venuto a conoscenza dell’esistenza dei dispositivi truccati solo nel settembre 2015. L’accusa sostiene che, invece, era stato informato all’inizio dello stesso anno. Infine, è accusato di manipolazione del mercato: una volta scoperta la frode sui motori negli Stati Uniti nell’estate del 2015, Volkswagen ha rischiato pesanti multe e un calo del prezzo delle azioni. Tra i testimoni attesi ci sono Hans Dieter Pötsch, ex direttore finanziario di Volkswagen, ed Herbert Diess, arrivato nel luglio 2015 a capo del marchio Vw. I due dirigenti hanno evitato un processo penale nel 2020 grazie a un accordo finanziario di 9 milioni con la giustizia. Il gruppo Volkswagen, da parte sua, non è coinvolto nel processo ma dal 2015 ha dovuto pagare circa 30 miliardi di euro in rimborsi, risarcimenti e spese legali, soprattutto negli Stati Uniti, dove si è dichiarato colpevole di frode e ostruzione della giustizia.Non è solo «la macchina del popolo» a sbandare in Germania. L’altro colosso tedesco, Bmw, sta, infatti, richiamando migliaia di modelli elettrici Mini cooper se per un potenziale rischio di surriscaldamento delle batterie. La misura interesserebbe più di 140.000 veicoli in tutto il mondo, di cui 39.000 in Germania. La causa sarebbe un malfunzionamento del pacco batteria, che potrebbe causare un surriscaldamento anche a veicolo fermo. Sul difetto, l’azienda ha spiegato in una nota che «non si può escludere un incendio del veicolo, anche quando il veicolo è parcheggiato». La Mini cooper se è la versione completamente elettrica dell’iconica Mini hatchback a tre porte, introdotta per la prima volta nel 2020. Appena tre giorni fa, la casa automobilistica tedesca aveva depositato all’ente per la sicurezza stradale statunitense, la National highway traffic safety administration, un documento di richiamo per 12.535 modelli Mini cooper se elettriche prodotte nel quadriennio 2020-2024 a causa di un difetto di fabbricazione dei pacchi batteria anche a quadro spento. Sullo sfondo dei problemi dell’automotive, c’è la recessione del settore manifatturiero tedesco che si è aggravata ad agosto: l’indice Hcob Pmi è sceso a 42,4 punti dai 43,2 di luglio, lievemente sopra i 42,1 attesi dal mercato. Si tratta del dato più basso da marzo scorso. Intanto l’auto elettrica divide la politica: i liberaldemocratici della Fdp hanno criticato la troppa attenzione di Volkswagen nei confronti della mobilità green. «La decisione di concentrarsi interamente sulla mobilità elettrica in Europa è stata un grave errore», ha affermato il portavoce della politica economica del gruppo parlamentare Fdp, Reinhard Houben. Mentre secondo il leader della Cdu Friedrich Merz «Vw può aver commesso un errore assumendosi un impegno unilaterale a favore delle auto elettriche, ma gran parte dell’industria tedesca non è più competitiva».