
Il Papa scrive a Zelensky: «Prego perché le armi tacciano». Tajani si smarca dall’Eliseo: «Cerchiamo altra soluzione».«È venuto il momento di porre fine a una carneficina senza senso. Gli Stati Uniti sostengono un accordo negoziale che porti a una pace duratura che fermi lo spargimento di sangue e salvaguardi la sovranità e la dignità dell’Ucraina». Con queste parole Donald Trump si è rivolto a Volodymyr Zelensky, nella missiva a lui recapitata in occasione dell’anniversario, celebrato ieri, dell’Indipendenza ucraina. In particolare, alla cerimonia, tenutasi a Kiev, hanno preso parte anche il primo ministro canadese, Mark Carney, e l’inviato speciale americano per l’Ucraina, Keith Kellogg, il quale ha inoltre avuto un faccia a faccia con la premier ucraina, Yuliia Svyrydenko, dedicato al tema delle garanzie di sicurezza.Continua intanto a tenere banco la questione dell’eventuale invio di soldati occidentali sul territorio ucraino. «La presenza sul campo, come si dice, degli stivali sul terreno, è importante per noi», ha dichiarato ieri Zelensky. Se Carney non ha escluso l’invio di truppe canadesi, l’Italia, pur offrendo il suo aiuto per lo sminamento marittimo e terrestre, si è mostrata di tutt’altro avviso. «Anche noi siamo convinti che una soluzione non sia quella di inviare i militari italiani in Ucraina», ha affermato, sempre ieri, il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, che ha anche voluto intervenire sul recente scontro a distanza tra il vicepremier, Matteo Salvini, e il presidente francese, Emmanuel Macron, proprio in riferimento alla questione del possibile dispiegamento di contingenti europei in Ucraina. «La politica estera la fanno il presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri e se si devono far valere delle ragioni, come ho detto, si vince con la forza delle idee, non con la violenza delle parole», ha dichiarato Tajani a tal proposito. «Con assoluta fermezza, pacatezza, gentilezza e buonsenso ribadiamo: mai soldati italiani a combattere in Ucraina o in Russia. No a eserciti europei o debiti europei per comprare armi», ha affermato, dall’altra parte, la Lega in una nota. Dal canto suo, il vicepresidente americano, J.D. Vance, ha escluso categoricamente l’invio di soldati statunitensi in Ucraina. «Il presidente è stato chiaro. Non ci saranno truppe americane in Ucraina ma continueremo ad avere un ruolo attivo nell’assicurarci che Kiev abbia le garanzie di sicurezza e la fiducia necessaria per mettere fine alla guerra e che la Russia possa fermare la guerra», ha dichiarato.Resta frattanto ricco d’incognite il processo diplomatico sulla crisi ucraina, nonostante ieri Kiev e Mosca si siano scambiate 146 prigionieri ciascuna. Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, è tornato a parlare del possibile incontro tra Zelensky e Vladimir Putin. «Non se n’è parlato ad Anchorage. È stato sollevato in seguito, come qualcosa di improvvisato, emerso dall’incontro a Washington tra il presidente Trump e i suoi ospiti», ha detto. Il ministro russo ha aperto alla possibilità di un bilaterale tra Putin e Zelensky «quando l’agenda sarà pronta», ma ha anche messo in discussione la legittimità del presidente ucraino. «Quando arriveremo al punto in cui sarà necessario firmare dei documenti, avremo bisogno che tutti capiscano chiaramente che la persona che firma è legittima», ha affermato. «Abbiamo suggerito di elevare il livello delle delegazioni che si sono incontrate e si incontreranno a Istanbul per affrontare questioni specifiche che devono essere portate all’attenzione del presidente Putin e di Zelensky», ha aggiunto, mentre il presidente ucraino ha definito un eventuale colloquio diretto con lo zar come «la via più efficace da seguire».Vance, dall’altra parte, ha dichiarato che Mosca avrebbe fatto «importanti concessioni» a Trump. «Penso che i russi abbiano fatto importanti concessioni al presidente Trump, per la prima volta in tre anni e mezzo di conflitto. In realtà vogliono essere flessibili su alcune delle loro richieste principali», ha affermato. Ieri papa Leone XIV, in una lettera inviata a Zelensky per l’anniversario dell’indipendenza «implora l’Onnipotente affinché muova i cuori delle persone di buona volontà» e perché «il clamore delle armi taccia» cedendo «il posto al dialogo» e aprendo «la strada della pace per il bene di tutti». Sempre ieri, il presidente della Bce, Christine Lagarde, ha detto che «le sanzioni alla Russia devono essere rinnovate, se è necessario a spingere Mosca al tavolo negoziale». Una ricetta che, a ben vedere, finora non sembra aver granché funzionato.Nel frattempo, le forze di Kiev hanno annunciato di aver riconquistato tre villaggi nel Donetsk. «È solo questione di tempo prima che l’Ucraina possa riunire le sue terre occupate con il resto del Paese», ha inoltre dichiarato il presidente ucraino durante le celebrazioni di ieri. In tutto questo, venerdì Trump è tornato a prendere in considerazione di imporre sanzioni a Mosca, mentre il Wall Street Journal ha riportato che il Pentagono avrebbe impedito agli ucraini di condurre attacchi a lungo raggio in territorio russo con missili statunitensi. Zelensky ha tuttavia replicato al quotidiano statunitense, sostenendo che Kiev non si consulterebbe con Washington per questo genere di azioni militari. È anche in questo quadro che, ieri, si è tenuta una riunione dei ministri degli Esteri del G7, in cui si è parlato sia di garanzie di sicurezza per Kiev sia di ricostruzione ucraina.
Giulio Tremonti (Ansa)
L’ex ministro Giulio Tremonti: «Trump ha trovato la tregua coinvolgendo i Paesi arabi. Altro che esportare la democrazia come fosse un panino...».