2025-05-15
Quando Lapo Elkann diceva al fratello: «Tu e Tavares siete Batman e Robin»
Lapo Elkann (Imagoeconomica)
Il nipote dell’Avvocato aveva fretta di concludere la fusione. Le false promesse del portoghese sulla gigafactory in Italia.Nell’autunno del 2020 John Elkann inizia a confrontarsi con Tavares, al quale gli accordi consegnano saldamente la gestione operativa, e si atteggia volentieri a presidente che ama il gioco di squadra. Va detto che l’erede del trono Fiat ha più che altro fretta di incassare il dividendo straordinario post fusione e condurre la sua Exor sempre più lontano dall’industria pesante e labour intensive. Però sono più di vent’anni che frequenta i Consigli di amministrazione e sa stare alla perfezione in un mondo dove bisogna dimostrarsi sempre chini sui numeri e sempre pronti a implementare nuovi, ambiziosissimi piani. Così, mentre tenta di prendere le misure a Tavares, con la moglie Lavinia che gli ricorda costantemente, come raccontano i loro amici più stretti, che lui resta comunque il primo azionista e non deve farsi più comandare da nessuno, il presidente di Stellantis lavora sodo perché la nuova macchina parta senza inciampi.Completati gli assetti di vertice, John Elkann rassicura gli azionisti: «Abbiamo lavorato molto per garantire un reale equilibrio nella governance e nella gestione del gruppo che progettiamo, cercando di identificare e riconoscere in maniera adeguata i punti di forza di entrambi i partner». Insomma, sempre tutto in parità, ci mancherebbe (31 ottobre 2019).Ma per fortuna Dio c’è e ha anche creato Lapo. Il quale, meno paludato del fratello, il 18 dicembre scrive su Twitter: «Come Fratello, prima di tutto, credo e crederò sempre in TE. Sono MOLTO orgoglioso di TE. Tu e Tavares e tutto il team #fcapsa avete fatto un capolavoro». Quindi si lancia in accostamenti ambiziosi. «Batman & Robin = Elkann & Tavares. Bravi entrambi. Auguro a entrambi di essere sempre l’uno con l’altro come Batman & Robin insieme per fca, per psa, per l’automobile, per il pianeta».Nel 2021 Tavares inizia a visitare, più che Gotham City, gli stabilimenti italiani di Stellantis, a cominciare da Mirafiori e Melfi (settemiladuecento dipendenti). «Carlos Tavares dà un nuovo segnale positivo all’Italia. Tra le prime mosse dell’amministratore delegato di Stellantis c’è la visita alle fabbriche», cinguettano le agenzie del 21 gennaio 2021. Ci mancherebbe che prima o poi non si degnasse di andare a dare un’occhiata a quel che resta dell’ex più grande fabbrica d’Europa.In ogni caso Tavares si rende subito conto che gli stabilimenti italici sono sovradimensionati e che il problema di produttività non è tanto per il costo del lavoro, che è più o meno in linea con quello francese, ma per il costo delle forniture, a cominciare dall’energia. Nelle prime riunioni con i suoi manager italiani, il portoghese denuncia che singoli componenti possono costare il doppio che in Spagna. Purtroppo non è esattamente una novità, perché fin dai tempi gloriosi di Romiti c’era un serio problema nei rapporti con i fornitori, storicamente pagati in ritardo (anche trecento giorni) ma a prezzi elevati. Non solo, ma in fiat la commistione di interessi tra dirigenti e fornitori è sempre stata un grave problema. L’altro motivo dei costi esagerati è il costo dell’energia elettrica, ma i giornali non fanno una piega perché si tratterebbe di spiegare agli italiani una serie di dettagli complicati e antipatici sulle loro bollette.Ciò non di meno, inizia una mezza luna di miele tra Tavares ed Elkann e tra Tavares e l’Italia. O almeno, così pare. Il presidente, ad aprile del 2021, comincia a esporsi con gli annunci rassicuranti, nonostante i fatti siano sempre i soliti da anni: intere linee ferme e ricorso continuo alla cassa integrazione di massa, in attesa del «nuovo progetto» di turno. Ma qui adesso ci sono i supereroi. Batman & Robin annunciano «sinergie per 3,7 miliardi», senza chiudere alcun stabilimento. Sinergie è un simpatico termine-vasellina inventato dalla comunicazione aziendale per indicare tagli e risparmi, un po’ come «esuberi» al posto di «licenziamenti», «ottimizzazione fiscale» in luogo di «elusione» o peggio, «posizione finanziaria netta negativa» al posto del troppo crudo «debiti» e via edulcorando.La continua comunicazione da parte di Stellantis di piani, progetti, visite a stabilimenti, almeno nei primi mesi, ha lo scopo di far dimenticare a italiani e francesi che, dal primo gennaio, Peugeot e Fiat, semplicemente, non esistono più e che Stellantis ha sede in Olanda e ha negli Stati Uniti il suo vero mercato decisivo. Ma niente, nessuno sembra voler prenderne atto. Stellantis resta quotata in dollari a Wall Street e in euro a Parigi e a Milano. Il 21 gennaio 2021, Batman & Robin si presentano quasi mano nella mano in Piazza Affari per suonare la beneagurante campanellina che saluta l’esordio del titolo.Due mesi dopo, il 12 marzo, è il centenario della nascita di Gianni Agnelli e la sera prima il conduttore Bruno Vespa apparecchia su Rai1 un degno festeggia- mento dell’anniversario, al quale partecipa anche il nipote prediletto. Collegato da casa sua, John sfodera un gilet rosa che sarebbe piaciuto anche al nonno e dietro alle sue spalle campeggia una foto con la maglia della Juve, insieme al cugino Andrea. Il paragone è un po’ inquietante, ma anni fa chi scrive ha visto a casa Cossiga una foto di Aldo Moro sulla televisione, in salotto. Dall’esterno, non si può mai dire che cosa lega veramente le persone nella loro psiche.A un certo punto, richiesto di fornire rassicurazioni sul futuro dell’ex capitale dell’auto, John il picconatore silenzioso risponde con un’equazione curiosa: «Torino è una parte molto importante del gruppo e, proprio come parte di un gruppo più ampio, oggi ha maggiori possibilità». Insomma, è un po’ come quando i genitori si lasciano e si rifanno una famiglia: le case al mare e in montagna raddoppiano.Per tutto il primo anno, i sindacati continuano a non avere la più pallida idea dei progetti di Stellantis, mentre viene fatta abilmente girare una nuova chimera: la Gigafactory delle batterie elettriche.Da Parigi fanno filtrare per mesi varie ipotesi sulla creazione della grande fabbrica per l’elettrificazione dei nuovi modelli, creando così non solo la giusta suspense, ma una guerra tra poveri, con dipendenti, sindacati e politici locali che si affrontano per avere il privilegio di ospitare la nuova, miracolosa Gigafactory. Dopo una serie di trattative riservatissime con Tavares ed Elkann, il governo Draghi, con Giancarlo Giorgetti, fa la sua scelta e dice ai francesi: fatela a Termoli, in Molise, perché quella è un’area più depressa. A Mirafiori e in Piemonte la prendono malissimo e i politici piemontesi, implicitamente, ammettono per la prima volta che in fondo anche Mirafiori, che sta morendo dissanguata, e la luccicante Torino delle Atp di tennis, avrebbero avuto bisogno della Gigafactory perché sono un’area industrialmente depressa. Ma tant’è.L’8 luglio del 2021, Stellantis organizza a Torino, col- mo della beffa, un «EV Day» per illustrare la strategia di gruppo per l’elettrificazione della gamma e annuncia la scelta di Termoli per la Gigafactory. Ci tiene anche a far sapere che «la scelta di Termoli conferma la volontà di investire in Italia». Spente le candeline della festa, inizia il consueto tira e molla di rinvii, promesse e ricatti sotterranei per avere il massimo di fondi pubblici e il massimo di flessibilità sull’uso degli ammortizzatori sociali. Sempre ovviamente in vista della Grande Fabbrica.Tra una cassa integrazione e qualche migliaio di contratti di solidarietà per gli operai molisani, che attendono fiduciosi di essere riconvertiti con le pile, Tavares ogni tanto tiene calda la piazza Italia con i suoi mirabolanti annunci. Il 19 gennaio di un anno dopo, nel compleanno dell’azienda, con un colpo di teatro sceglie di visitare questa famosa Termoli di cui gli hanno tanto parlato e però fa precedere la gita da un’intervista con il Corriere della Sera nella quale comunica che per la Gigafactory: «Stiamo negoziando con il governo, ma l’accordo non è concluso». Poi, già che c’è, rivela improvvisamente che «un problema particolare che riguarda l’Italia è il prezzo fuori misura dell’energia». Insomma, come sempre quando Fiat è in difetto, butta la palla nel campo del governo e inizia a fare pressioni a mezzo stampa, lamentazioni comprese. La notizia nuda e cruda è che a sette mesi dal fragoroso annuncio dell’«EV Day» di Torino, a Termoli non siamo neppurealle giga-fondamenta.
Papa Leone XIV (Ansa)
«Ciò richiede impegno nel promuovere scelte a vari livelli in favore della famiglia, sostenendone gli sforzi, promuovendone i valori, tutelandone i bisogni e i diritti», ha detto Papa Leone nel suo discorso al Quirinale davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Padre, madre, figlio, figlia, nonno, nonna sono, nella tradizione italiana, parole che esprimono e suscitano sentimenti di amore, rispetto e dedizione, a volte eroica, al bene della comunità domestica e dunque a quello di tutta la società. In particolare, vorrei sottolineare l'importanza di garantire a tutte le famiglie - è l'appello del Papa - il sostegno indispensabile di un lavoro dignitoso, in condizioni eque e con attenzione alle esigenze legate alla maternità e alla paternità».
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