2024-04-21
Landini denuncia divieti al dissenso mentre fa un comizio anti governo
Nella manifestazione per la sicurezza, il segretario della Cgil parla da leader dell’opposizione su aborto, autonomia e presunti limiti alla libertà di espressione. Gli resta anche il tempo per qualche accenno sul lavoro.Gridare al regime e alla mancanza di libertà di espressione, da un palco al centro di Roma nel mezzo di una manifestazione contro il governo, svoltasi solo dieci giorni dopo uno sciopero generale. Lo spettacolo d’arte varia offerto ieri nella Capitale dal segretario della Cgil Maurizio Landini, tra striscioni contro il governo e l’immancabile «Bella ciao» diffusa a tutto volume, ha toccato il suo culmine con un fuoco di fila di dichiarazioni che, se non altro, hanno avuto come risultato quello di deviare l’attenzione mediatica dalle ragioni per cui la manifestazione era stata organizzata da Cgil e Uil, e cioè per protestare contro la recrudescenza delle morti sul lavoro e reclamare più sicurezza. Intuendo forse che la cosa si sarebbe trasformata in una kermesse politica pre-elettorale a favore dell’opposizione e contro la maggioranza, la Cisl aveva fatto sapere che non avrebbe partecipato, preferendo affidare le proprie rivendicazioni a una serie di iniziative circoscritte all’aspetto della sicurezza sui luoghi di lavoro.È stato Landini superstar, dunque, in ossequio alla tradizione che vede il segretario confederale di Corso Italia ricoprire il ruolo di leader aggiunto della sinistra o leader surrogato quando - come in questa fase - le forze politiche parlamentari faticano. Le esternazioni più forti e ispirate del numero uno della Cgil, non a caso, si sono concentrate su temi politici e d’attualità, anche lontani dal perimetro delle questioni salariali e sindacali. Cogliendo fior da fiore, si potrebbe partire, dal Landini dadaista, che denuncia la mancanza di libertà di manifestare mentre arringa decine di migliaia di manifestanti: «Noi siamo qui anche per difendere», ha detto, «e praticare il diritto a manifestare. Siamo in un momento in cui il governo e la destra vogliono costruire un regime e controllare quello che si dice e che si fa. Siamo in una situazione in cui si sta cercando di comprimere la libertà delle persone. Penso all’attacco al diritto di sciopero, al diritto a manifestare, che deve essere garantito a tutte le persone a prescindere da quello che pensano e che vogliono dire. Significa mettere in discussione la democrazia. E lo vedo anche per come funzionano gli organi di informazione». «Questo governo», ha concluso, «pensa di comandare, non di governare». Poi l’aggancio all'attualità, con un accenno alla vicenda di un’ospitata tv saltata sul 25 aprile dello scrittore Antonio Scurati, che a suo avviso avvalora l’allarme sul rischio regime liberticida. Da Scurati si passa all’aborto, dove per Landini «la destra vuole impedire alle donne di decidere sul loro corpo. Siamo di fronte ad una pericolosissima regressione», ha aggiunto, «c’è una logica di comando e controllo, questa cosa contro le donne è molto grave perché è un elemento contro la democrazia del Paese». «È una logica pericolosa», ha concluso, «sbagliata e regressiva». Con l’occasione, il leader Cgil ha annunciato anche un presidio Cgil-Uil per il diritto all’aborto davanti al Senato per martedì prossimo, giorno in cui sarà votato in aula a Palazzo Madama il dl Pnrr.Dal Landini pro-choice si passa poi al Landini costituzionalista, col duro attacco contro il ddl Calderoli sull’Autonomia differenziata, definita «una follia pura» e «una porcheria che aumenta le divisioni» e la promessa di combatterla «con ogni strumento». Più vicino al Landini sindacalista è il Landini economista, anche se si resta ancora lontani dal motivo per cui la manifestazione era stata indetta: «La logica con cui il governo privatizza», ha affermato, «non va bene: fa cassa per far quadrare i conti per qualche anno, mentre a noi serve investire nei settori strategici del Paese. Non ci serve qualche quotazione in borsa».Esaurito tutto l’armamentario da leader dell’opposizione, Landini – che all’ultimo congresso della Cgil aveva invitato il premier Giorgia Meloni, poi presente - ha parlato anche di lavoro, lamentando «un problema salariale grande come una casa, un livello di precarietà inaccettabile» e che «i diritti fondamentali della nostra Costituzione oggi non sono garantiti, a partire dal diritto alla salute, alla sanità pubblica, all'istruzione, al diritto al lavoro che oggi è precario e si continua a morire sul lavoro in un modo indecente».Sulla scia di Landini, anche il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha dato molto risalto all’aspetto politico e alla lotta contro il governo Meloni: «Continueremo a batterci per la tutela dei diritti e per la difesa della legge 194», ha detto, incalzando l’esecutivo anche sulle risorse per la sanità pubblica e sulla politica industriale. Piuttosto elusivi, entrambi i leader, sulla rottura ormai conclamata dell’unità sindacale: Landini si è limitato a dire che «noi lavoriamo per unire il mondo del lavoro e per dare a tutte le persone il diritto di manifestare, anche quando esistono idee diverse, è la democrazia». Mentre Bombardieri ha osservato che «il pluralismo sindacale è una ricchezza, ci possono essere periodi in cui ci sono sensibilità diverse».
Jose Mourinho (Getty Images)