2021-05-13
Lampedusa è al collasso da migranti. Si aspettano i lazzaretti galleggianti
Il pasticcio dell'accoglienza improvvisata non è ancora in via di risoluzione. L'hotspot si può alleggerire solo piazzando persone sulle navi quarantena. Ma vanno rinnovati i bandi. Costo: 25 euro al giorno a ospite.Il premier assicura «una politica equilibrata, efficace e umana». E impegno sui rimpatri per chi non ha diritto: finora un fallimento.Lo speciale contiene due articoli.Un'altra giornata stipati nell'hotspot di Lampedusa. La Prefettura di Agrigento ha varato un piano di trasferimenti per tentare di alleggerire la pressione nel centro di contrada Imbriacola, dove ieri erano ancora ammassati in 1.660 in spazi tarati per 250 ospiti. Un primo gruppo di 80 è partito ieri sera con il traghetto di linea Cossyra per Porto Empedocle. Per oggi, invece, è stato predisposto, sempre con un traghetto di linea, il Sansovino, il trasferimento di 250 minori non accompagnati che, successivamente, verranno mandati a Taranto. Il pasticcio dell'accoglienza improvvisata non è ancora in via di risoluzione. Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha pensato a una cabina di regia solo domenica, ovvero lo stesso giorno in cui sono ripresi i viaggi della speranza. E dopo quattro giorni gli sbarcati sono ancora quasi tutti lì, in attesa che le condizioni meteo migliorino per consentire l'arrivo della nave quarantena Azzurra. Un meccanismo, quello ideato da Lamorgese, che ancora una volta sta dimostrando tutti i suoi limiti. L'alleggerimento dell'hotspot, infatti, è legato alla possibilità o meno di piazzare persone sulle navi quarantena. Che non hanno solo il vincolo delle condizioni meteo. E dal Viminale già lunedì avevano messo le mani avanti, spiegando che per ora c'è ancora posto sulle navi dedicate alla quarantena. I bandi, però, dovranno essere rinnovati. Dal ministero delle Infrastrutture fanno sapere che le procedure dell'avviso per gli armatori si sono concluse il 25 aprile scorso. Si cercano «cinque unità navali battenti bandiera italiana o comunitaria per affidare il servizio di assistenza e sorveglianza sanitaria dei migranti soccorsi in mare o giunti sul territorio nazionale a seguito di sbarchi autonomi nell'ambito dell'emergenza relativa al rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili». Il costo stimato per l'esecuzione del servizio è costituito da un corrispettivo a corpo di 36.000 euro al giorno e uno a misura di 25 euro per ospite al giorno oltre Iva. Uno strumento, quello delle navi quarantena, che non piace neppure all'Asgi, l'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, che l'ha descritto come un inquietante esperimento, ricordando che in quel contesto tre cittadini stranieri hanno addirittura perso la vita. Estremizzazioni a parte, anche quello delle navi quarantena sembra un esperimento destinato al flop.Ma l'altro flop della gestione Lamorgese è legato ai rimpatri. Con un altro fenomeno che è sempre più diffuso: quello del rientro. Ieri due clandestini sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Agrigento a Lampedusa perché, nonostante destinatari di decreto di espulsione sono rientrati in Italia entro i previsti cinque anni dall'effettivo rimpatrio. Ora sono agli arresti domiciliari nell'hotspot di Lampedusa. Il governatore siciliano Nello Musumeci incontrerà oggi Lamorgese. Accompagnato dal sindaco di Lampedusa, Totò Martello, Musumeci chiederà «un atto di fermezza nei confronti dell'Ue». E addirittura il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ieri ha detto che «Di fronte agli sbarchi di migranti l'Italia non può essere lasciata da sola». Luigi Di Maio ha aggiunto che «non è più procrastinabile una politica migratoria realmente europea, riteniamo sia urgente riattivare il meccanismo di redistribuzione stabilito con la dichiarazione di Malta». Che, però, non ha mai funzionato. Il governo, insomma, eccetto la Lega, sembra ancora non aver ben chiare le idee sull'immigrazione. Eppure il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini ieri in un'intervista a La Stampa ha ricordato che «ci sono chiare norme vigenti, ancora più importanti da rispettare in epoca di Covid, bisogna salvare le persone e metterle in sicurezza dal punto di vista sanitario. Ma ci sarà una sintesi politica complessiva, che spetta al presidente Mario Draghi e al governo nella sua collegialità». E che la cabina di regia voluta da Lamorgese sia impaludata lo dimostra anche la dichiarazione di Giovannini: «Stiamo ragionando su varie opzioni, ben sapendo che questo è un problema strutturale, che ora diventa più visibile per le condizioni meteo favorevoli». Il governo, insomma, è arrivato a maggio senza un programma. E che la gestione dei flussi migratori rischi di trasformarsi nel solito magna magna ora lo certificano addirittura i parroci dell'accoglienza. Don Carmelo La Magra, sacerdote a Lampedusa, per esempio, ieri è sbottato: «Con l'arrivo del bel tempo le partenze aumentano, è un fenomeno che si ripete puntuale ogni anno, eppure ancora ci si ritrova impreparati, colti alla sprovvista da qualcosa che non si può chiamare emergenza a meno di non volersi sottrarre alle proprie responsabilità». Don La Magra una risposta se l'è data: «Manca la volontà politica di affrontare il fenomeno. Lo si tratta solo da un punto di vista sanitario, di sicurezza ed economico». Soprattutto economico. Ong e coop ringraziano.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/lampedusa-collasso-migranti-2652967472.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="draghi-spinge-il-pressing-su-francia-e-germania-per-la-redistribuzione-ue" data-post-id="2652967472" data-published-at="1620862569" data-use-pagination="False"> Draghi spinge il pressing su Francia e Germania per la redistribuzione Ue Nella testa del governo c'è un meccanismo «di distribuzione efficace nei Paesi dell'Unione europea». Una strategia che, però, non ha ancora incontrato il favore degli altri Paesi membri. Ieri al question time della Camera dei deputati il presidente del Consiglio Mario Draghi, rispondendo a un'interrogazione della Lega, ha scoperto le carte sulle idee dell'esecutivo in tema di immigrazione: «L'obiettivo è quello di seguire una politica equilibrata, efficace e umana», ha spiegato il premier. Draghi si ritrova alla sua sinistra i dem e il loro segretario Enrico Letta che, appena salito in sella, oltre ad aver subito indossato la maglietta delle Ong ha detto che la battaglia del Pd sarà lo ius soli. Ma il leader della Lega Matteo Salvini già domenica, con i dati degli sbarchi che crescevano a vista d'occhio, aveva posto la questione al governo: «È necessario un incontro con Draghi, con milioni di italiani in difficoltà non possiamo pensare a migliaia di clandestini». Parole che sembrano annunciare che l'immigrazione sarà un tema molto caldo per la tenuta della maggioranza. L'obiettivo di Draghi per ora sembra essere «un meccanismo temporaneo di emergenza per il ricollocamento». E ha annunciato che «per quanto riguarda l'accordo di Malta è in corso un fattivo dialogo con Francia e Germania per rivitalizzarlo». Il governo italiano, insomma, sarebbe impegnato a «esercitare una pressione intra-europea affinché si torni ad una redistribuzione efficace dei migranti». Poi ha spiegato: «A fronte di questa complessa e drammatica realtà politica, sull'immigrazione il governo vuole seguire una politica equilibrata efficace e umana, nessuno sarà lasciato solo in acque territoriali italiane, il rispetto dei diritti umani è una componente fondamentale nella politica migratoria». Ma si è arrivati alla stagione degli sbarchi senza un piano ben preciso. «Ora», ritiene Draghi, «è prioritario il contenimento della pressione migratoria nei mesi estivi con una collaborazione più intensa da Libia e Tunisia nel controllo delle frontiere». E ammette: «Gli sbarchi di migranti avvenuti a Lampedusa domenica 9 maggio rappresentano il maggior picco di arrivi registrato in questi primi 5 mesi del 2021. I flussi sono in aumento dall'inizio del 2020, anche a causa della diffusione della pandemia in Nord Africa. La spinta migratoria è alimentata costantemente dall'instabilità della situazione politica in Libia e dalla complessità della sua estrema frammentazione interna. Va in proposito osservato che il problema non nasce propriamente sulle coste libiche, ma si sviluppa a partire dall'Africa sub sahariana». Il premier sembra puntare molto sulle relazioni internazionali. Tant'è che ha affermato: «Il governo italiano è impegnato a promuovere le opportune iniziative bilaterali». Ma anche «a condurre un'azione da parte dell'Unione europea affinché le autorità libiche contrastino i traffici di armi e di esseri umani nel rispetto dei diritti umani». Ultimo punto, i rimpatri: «Una leva necessaria di governo dei flussi migratori è costituita, inoltre, dall'azione di rimpatrio dei migranti che non hanno titolo a rimanere sul nostro territorio, in mancanza dei presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale». Ma proprio quella delle espulsioni e dei rimpatri è una delle note dolenti del sistema messo in campo dal ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, che finora non è andato oltre gli annunci.