2024-12-04
L’algoritmo dell’Oms sottostima gli effetti avversi di circa 1.000 volte
Il metodo dell’Agenzia (adottato da Aifa) per valutare la causalità tra vaccini Covid e danni ignora patologie mai riscontrate prima e la scarsa ricerca scientifica sul tema. Riducendo al minimo la responsabilità dei sieri.L’algoritmo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), per il riconoscimento del nesso di causalità tra effetti avversi e la somministrazione del vaccino Covid, deve «essere rivisto e reso più flessibile e adeguato alla realtà epidemiologica e ai complessi meccanismi di azione dei vaccini immunogenici di nuova introduzione». È una delle conclusioni dell’analisi critica realizzata da tre esperti italiani e appena pubblicata sul Journal of Clinical Medicine. Ciro Isidoro, professore ordinario di Patologia generale e di Oncologia sperimentale presso la Scuola di medicina dell’Università del Piemonte orientale; Paolo Bellavite, specialista in Ematologia e Patologia generale, ricercatore indipendente a Verona; Alberto Donzelli, presidente della Fondazione Allineare Sanità e Salute con sede a Milano, hanno spiegato in un lungo documento gli aspetti controversi e le limitazioni del protocollo Oms previsto per i prodotti vaccinali. L’applicazione del metodo, che utilizza un elenco di domande specifiche sui problemi correlati al vaccino e un algoritmo per formulare un giudizio, «ha ridotto al minimo i casi in cui può essere riconosciuta la responsabilità di questi “pro vaccini” nel causare eventi avversi gravi o gravissimi». Si aveva a che fare soprattutto con vaccini basati sulla genetica e gli eventi patologici sono stati «inaspettati», quindi il protocollo era del tutto inadeguato a monitorare gli effetti negativi degli anti Covid. Si comprende, ad esempio, perché nella valutazione dei decessi dopo il vaccino segnalati all’Aifa nei primi due anni (2021-2022) della pandemia, i dati inviati dall’Agenzia italiana del farmaco siano stati «etichettati come “indeterminati” fino al 28,0% e come “non classificabili” il 9,1%». Il 59,4% dei casi fu ritenuto non correlato. Ma andiamo con ordine. La sicurezza dei vaccini, il loro rapporto beneficio/rischio a livello individuale e di popolazione viene verificato, oltre che dalle sperimentazioni (enormemente limitate nel caso degli anti Covid), attraverso la farmacovigilanza post-marketing delle incidenze di eventi avversi successivi all’immunizzazione (Aefi) e con la valutazione della causalità. Nei vaccini Covid, «i segnali di sicurezza possono essere raccolti solo dopo che sono stati ampiamente distribuiti tra diverse popolazioni e quando vi è una conoscenza sufficiente dei meccanismi patogenetici che possono spiegare il nesso causale con gli eventi avversi», si legge nello studio. Questa grossa limitazione, unita a una farmacovigilanza passiva come in Italia e in molti altri Paesi, non hanno consentito di monitorare reazioni quali trombosi, miocarditi e pericarditi, solo per citare alcune delle gravi patologie sofferte dai vaccinati e non riconosciute. «Per quanto sembri incredibile, l’ordine di grandezza della sottostima della sorveglianza passiva riportata da Aifa è di circa 1.000 volte, rispetto alle fonti ufficiali di sorveglianza attiva», sottolinea alla Verità il dottor Donzelli. L’algoritmo di valutazione della causalità secondo il manuale dell’Oms ha reso ancora più indeterminata la valutazione di una relazione tra vaccino e danno. Esclude la responsabilità del vaccino nel caso ci siano altre possibili cause, per esempio, se la persona ha anche altre malattie. Ma «una malattia causata solo da un vaccino è una condizione assolutamente improbabile», osservano gli studiosi. Occorre considerare «fattori multipli e interagenti», inclusa la somministrazione dell’anti Covid che può essere stata «fattore scatenante nelle persone “con vulnerabilità clinica”». Ed è irragionevole che per riconoscere un evento avverso come causato dal vaccino si debba dimostrare la «plausibilità biologica, possibile solo se si conosce il meccanismo con cui il vaccino può provocare il danno». Reazioni come trombosi o miocarditi erano sconosciute, fino a quando non sono state segnalate da chi ne ha sofferto.Altrettanto critica è l’applicazione imposta dal protocollo della «finestra temporale», entro la quale un evento critico si deve verificare. Per vaccini nuovi non è noto dopo quanto tempo si manifestano, ad esempio le razioni autoimmuni impiegano parecchio a manifestarsi. Alcuni tumori possono svilupparsi rapidamente, altri dopo mesi o anni: ecco a che cosa serve un attento monitoraggio e non l’esclusione della correlazioneLimitante, controversa e diciamo pure assurda è poi la richiesta dell’algoritmo, per supportare la correlazione, che l’evento avverso sia inserito nella letteratura scientifica, altrimenti viene escluso. Per vaccini nuovi «un quadro degli effetti avversi causati dalla vaccinazione è emerso in letteratura solo con il tempo», evidenziano i tre medici.La considerazione ultima è sulle sole tre determinazioni finali che la procedura Oms permette: associazione causale vaccino ed evento avverso coerente, o incoerente o indeterminata. Nell’ultima categoria finiscono troppi casi ritenuti non certi, ma «“indeterminato” non è una prova di sicurezza», fa notare lo studio. Bisogna «ricalcolare il rapporto rischio/beneficio tenendo conto dell’incertezza statistica, piuttosto che determinare la sicurezza basandosi solo su pochi casi confermati». Aiuterebbe anche a considerare e valutare tutte quelle sindromi post somministrazioni anti Covid, che pesano sulla salute pubblica dopo una campagna vaccinale di massa che doveva proteggere la popolazione.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.