2023-08-22
La vera posta in palio è la libertà di parola
Alessandro Zan e Elly Schlein (Ansa)
La lapidazione è partita da chi non aveva nemmeno letto il saggio incriminato, che in realtà contiene le tesi di buon senso di un conservatore. Spiace che nella maggioranza ci sia chi è caduto nel tranello della sinistra.Una cosa mi pare ormai assodata: tutti quelli che hanno commentato il libro del generale Roberto Vannacci, gridando allo scandalo, non lo hanno mai letto. Il dubbio, a dire il vero, mi era venuto subito, quando ho scorso la cronaca del nostro Claudio Antonelli, il quale dopo aver letto l’articolo con cui Repubblica accusava l’ex comandante della Folgore e del Col Moschin di aver dato alle stampe un libello razzista, con insulti ai gay e tesi negazioniste, si è messo a leggere le quasi 400 pagine del volume. Risultato, il collega si è subito reso conto di essere davanti a una mistificazione confezionata dal quotidiano radical chic di casa Agnelli. Infatti, le offese e le sciocchezze elencate dal giornale, nel testo reperibile online non c’erano o erano riportate in maniera diversa da come sono state presentate. Antonelli, nel suo articolo, fin dal primo giorno aveva avvertito i lettori che, pur non condividendo tutto di ciò che vi aveva trovato, mettendo anche in discussione la forma con cui alcune tesi erano presentate, alla fine nel Mondo al contrario del generale che ha comandato i corpi d’élite dell’esercito e pure la missione in Afghanistan non aveva trovato nulla di scandaloso. Le obiezioni del nostro vicedirettore mi hanno convinto a prendere in mano il libro e, come il collega, mi sono subito reso conto che l’allarme lanciato dal quotidiano sinistrorso era totalmente infondato. Altro che farneticazioni: Vannacci non è un golpista che vuole mettere in galera chi ha la pelle nera o deportare gli omosessuali. Semplicemente, applica il buonsenso, quello che molti esponenti politici hanno perso da tempo, a una serie di temi, dal clima all’energia, dalla sicurezza alla legittima difesa, parlando di casa, famiglia, patria e tasse, per finire poi a quello che definisce il «pianeta ambientalista». Diciamo che le sue sono le opinioni di un conservatore intenzionato a contestare il pensiero dominante sulle questioni che una società moderna è costretta ad affrontare. Altro che matto fascistoide: la sua unica follia consiste nell’aver pensato di poter dire impunemente quel che pensa senza passare un guaio a causa della divisa che indossa. Ecco, tutto qui. La lapidazione di Vannacci è la dimostrazione di ciò che accadrebbe se domani venissero introdotti i reati previsti dalla legge Zan. Criticare le politiche a favore della comunità Lgbt sarebbe impossibile. E pure parlare di clandestini e immigrazione sarebbe rischioso: la Cassazione non vuole. Vannacci è stato destituito, ma se fosse in vigore una legge che punisce chi è contrario alla transizione di genere e si oppone a una deriva che vuole imporre il pensiero omosessuale persino ai bambini, finirebbe dietro le sbarre. Del resto, questo è ciò che vuole Elly Schlein, la quale dopo aver trascorso alcune settimane a svacanzare senza dar segno di vita, si è fatta viva dicendo che non tutte le opinioni sono garantite dalla Costituzione. Già immaginiamo quali. Il diritto di parola garantito a tutti dalla nostra Carta verrebbe vietato se si parla di gay, clandestini, ambientalismo eccetera. Del resto, non è stata proprio la sinistra a proporre il reato di negazionismo a proposito del riscaldamento climatico? Quei compagni sempre pronti a sposare qualsiasi causa in nome della democrazia e contro il fascismo, su immigrazione, cambiamento climatico e tendenze sessuali vorrebbero tornare al codice Rocco, che durante il Ventennio perseguiva i reati di opinione.Spiace che qualcuno, anche a destra, non lo abbia capito. Spiace che anche una persona equilibrata e capace come il ministro della Difesa, Guido Crosetto, sia caduto nel tranello teso dalla sinistra per poter dare un giro di vite alla libertà di stampa (che la Costituzione garantisce anche a un militare). Basta leggere l’intervista concessa al nostro giornale da Edward Luttwak, politologo americano che il libro di Vannacci lo ha letto e infatti spiega che le tesi dell’ufficiale rappresentano il legittimo pensiero di un conservatore che ritiene che l’Europa debba tornare a fare quello che le ha permesso di dominare il mondo: fare figli, difendere i confini, investire su sé stessa. Che cosa c’è di scandaloso in tutto ciò? Si può dissentire, ma avere idee diverse non vuol dire impedire a qualcuno di parlare come vorrebbero fare Schlein e compagni. Luttwak aggiunge anche che quello italiano è forse l’unico ordinamento militare al mondo che consente a un soldato di scrivere un libro e anche di sostenere ciò che gli pare a patto che non riveli alcun segreto militare. Dunque, perché tanto can can?
Diego Fusaro (Imagoeconomica)