2024-09-25
La Ue si schiera con Unicredit: i protezionisti tedeschi sono isolati
Il portavoce della Commissione bacchetta il cancelliere Olaf Scholz che tenta di ostacolare la scalata su Commerzbank. Christian Lindner dice che il governo non può restare a lungo nell’istituto, ma è una posizione di facciata. L’obiettivo di Berlino è prendere tempo.Si vede che il potere di Angela Merkel si è sciolto. O almeno che la sua eredità è saltata per aria assieme al Nord Stream 2. Immaginare una posizione Ue apertamente contraria a Berlino sarebbe stato impossibile. Un tempo. Ieri invece il portavoce della Commissione è intervenuto a bacchettare Olaf Scholz e il suo tentativo di ostacolare la scalata di Unicredit su Commerzbank. Pur non commentando il caso concreto Bruxelles va dritta al punto. In generale, «le restrizioni alle libertà fondamentali sono consentite solo se proporzionate e se si basano su interessi legittimi», ha precisato una portavoce della Commissione Ue a proposito delle affermazioni di Scholz. «Le ragioni sono elencate in modo esaustivo nei trattati e includono ragioni di sicurezza pubblica, ordine pubblico o ragioni imperative di interesse generale come evidenziato dalla Corte di giustizia. In ogni caso», ha concluso, «tali restrizioni non possono essere giustificate per motivi puramente economici». Invece ieri a Francoforte si è riunito il consiglio di sorveglianza di Commerzbank per discutere dello stato dell’arte. Unicredit il giorno prima aveva annunciato di aver aumentato la propria partecipazione potenziale nella banca tedesca al 21% circa e di aver presentato una richiesta per incrementare la quota fino al 29,9%, segnalando la possibilità di un’Opa sull’istituto, quotato sul Dax. All’inizio del mese, la banca italiana era arrivata a detenere una partecipazione del 9% in Commerzbank, con metà della quota ceduta dal governo tedesco. Interrogato dai cronisti davanti alla sede di Francoforte della banca, il vice presidente del consiglio di sorveglianza, Uwe Tschaege, si è opposto all’acquisizione. «Non la vogliamo», ha detto. Con lui anche gli altri due membri del consiglio che rappresentano i dipendenti, Sascha Uebel e Stefan Wittmann. Quest’ultimo, che è anche un alto funzionario del sindacato tedesco Verdi, ha dichiarato alla Cnbc di «sperare certamente di poter evitare» un’acquisizione ostile da parte dell’istituto guidato da Andrea Orcel, puntualizzando che il cda di Commerzbank ha chiesto a Berlino di effettuare una revisione interna della possibile acquisizione. Il tema per i sindacati è perdere posti di lavoro. La realtà è che le sigle dei lavoratori, il cda e la politica si stanno coalizzando perché non vogliono che una testa «straniera» e quindi con baricentro in Italia possa prendere decisioni strategiche che impattano sull’economia. Nel bene e nel male. Quindi, l’intervento tardivo del ministro Christian Lindner sembra più una pezza che una presa di posizione. «Il governo federale non può, non deve e non vuole essere coinvolto a lungo termine in una banca privata», ha detto ieri nel corso di una tavola rotonda pubblica con l’intento di ributtare la palla nel perimetro della finanza privata. Peccato non abbia però in alcun modo smentito la decisione del governo di congelare la vendita delle quote ancora in mano pubblica rimaste sopo la sorta di salvataggio dell’istituto travolto dai derivati. Il che singnifica che siamo di fronte al tentativo di avviare lo schema melina. Tergiversare il maggior tempo possibile con l’intento di dissuadere la banca italiana dal portare avanti l’operazione. Non a caso il governo di Berlino sa bene che sul braccio di ferro avviato tra i privati Unicredit ha più di un asso da giocarsi. Soprattutto ha una notevole liquidità. Dall’altra parte sa che non può opporsi in assenza di motivazioni tipiche da golden power e non può farlo dopo che ha dato il via libera al passaggio degli asset di risparmio gestito da Hsbc ai francesi di Bnp Paribas. Sfinire l’acquirente straniero d’altronde non è certo una novità. Un esempio su tutti. Il tentativo di scalata dei Cantieri de l’Atlantique da parte di Fincantieri è saltato per via dell’opposizione politica e degli estenuanti rinvii dell’Antitrust. Ovviamente, non sappiamo come finirà la partita ma le dichiarazioni di ieri del portavoce della Commissione sono una importante cartina al tornasole di come sono cambiati gli equilibri interni all’Unione. Non immaginiamo che Bruxelles, pur dicendo la cosa giusta, sia improvvisamente rinsavita al fine di far rispettare il «rule of law». Più facile immaginare che gli asset tedeschi non siano più materiale sensibile da difendere a tutti i costi. Aspettiamo di vedere, infatti, le prime mosse della spagnola Teresa Ribera nelle vesti di responsabile dell’Antitrust.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.