2018-03-24
La telefonata che mette ansia all’Ingegnere. Altre indagini sull'insider trading
Non sarà archiviata l'inchiesta dei pm di Roma per informazioni privilegiate: al momento è coinvolto il broker a cui Carlo De Benedetti disse (dopo aver visto Renzi) che il decreto sulle Popolari sarebbe passato. Le nuove indagini potrebbero aprire un nuovo filoneLa situazione politica non è mai stata così fluida come in queste ore. Gli equilibri sono stati scardinati dal voto del quattro marzo e l'ingegner Carlo De Benedetti annusa un'aria del tutto cambiata. Ha puntato negli ultimi anni su un cavallo che ha sbagliato una lunga serie di mosse. A partire dal referendum del 2016 fino alla disfatta del Pd che è riuscito a superare il 20% di preferenze di poche virgole, la parabola di Matteo Renzi è stata una pesante discesa. Il rischio è che i prossimi mesi con un parallelismo che sa tanto di coincidenze, l'Ingegnere s'imbatta in una serie di problemi crescenti. L'ultimo in ordine di tempo potrebbe derivare dalla notizia diffusa ieri dalla agenzie di stampa. Non sarà archiviata l'indagine della Procura di Roma per insider trading a carico di Gianluca Bolengo, il broker di Intermonte sim al cui telefono, il 16 gennaio 2015, Carlo De Benedetti disse che il decreto sulle banche popolari sarebbe passato per averlo saputo da Renzi e che investì per conto dello stesso imprenditore 5 milioni in azioni delle Popolari. La riforma fu approvata quattro giorni dopo e De Benedetti guadagnò circa 600.000 euro. Il gip Gaspare Sturzo, che avrebbe dovuto pronunciarsi sull'archiviazione, ha invece ordinato al pm Stefano Pesci di svolgere nuovi accertamenti entro tre mesi. Tra gli approfondimenti richiesti, in particolare, l'audio di quella telefonata (di cui esiste agli atti solo la trascrizione) tra Bolengo e De Benedetti per comprenderne l'esatta portata alla luce di alcuni passaggi risultati, stando al brogliaccioConsob, «incomprensibili». Il pm Pesci dovrà disporre sul punto una consulenza tecnica. Il gip ha poi chiesto di acquisire tutti i passaggi dell'istruttoria Consob che poi hanno portato all'archiviazione del procedimento amministrativo, segnalando però ai pm di piazzale Clodio una serie di operazioni sospette avvenute nei giorni che avevano preceduto la riforma. Il primo giugno del 2016 la Procura aveva sollecitato l'archiviazione ritenendo che non ci fossero elementi che giustificassero il reato di abuso di informazioni privilegiate. La tesi del pm è che De Benedetti, in quella conversazione con il broker, non sapesse che sulle banche popolari il governo Renzi avrebbe varato un decreto legge per trasformarle in spa né conoscesse le tempistiche. Ora riparte tutto da zero. Nei prossimi tre mesi si capirà la strada che la Procura ora vuole imboccare. L'ingegnere non è indagato, ma se il suo broker finisse a processo si aprirebbe una filiera delicata, che da Bolengo passa per De Benedetti e potrebbe arrivare a Renzi. Il quale non solo non è più premier ma a breve rischia non essere nemmeno più segretario del Pd. Soprattutto ai vertici di Consob ora non c'è più Giuseppe Vegas, ma una nuova figura considerata di elevato standing internazionale. Si tratta del neo presidente Mario Nava, che tra l'altro proviene dal mondo prodiano e alla sua prima mossa è intervenuto a gamba tesa sul bilancio di Saipem. Al momento la famiglia De Benedetti ha da affrontare altri problemi più immediati. I vertici del gruppo Gedi, giovedì scorso sono finiti nel mirino del Pm romano, Paolo Ielo che ipotizza una truffa ai danni dell'Inps con l'obiettivo di ottenere prepensionamenti senza che ce ne fossero le condizioni. Il tema degli stati di crisi dei quotidiani italiani è per di più un argomento tanto caldo che è pronto per esplodere. E dalle future vittime si comprenderà ancora meglio il riassetto politico che ci attende nel 2018.