Il Paese baltico, che non ha mai imposto il coprifuoco, ha registrato lo stesso andamento della pandemia dell’Italia chiusurista. Le statistiche dimostrano che il green pass non è una spinta alla vaccinazione: in sei mesi ha convinto appena il 2% degli scettici.
Il Paese baltico, che non ha mai imposto il coprifuoco, ha registrato lo stesso andamento della pandemia dell’Italia chiusurista. Le statistiche dimostrano che il green pass non è una spinta alla vaccinazione: in sei mesi ha convinto appena il 2% degli scettici.Rammenterete, quando eravamo bambini, il gioco dei pazzi. Divertentissimo. Chi stava fuori – quello sano – poneva domande a ciascuno degli altri giocatori, la cui comune pazzia li portava a fornire risposte assurde. Il sano doveva indovinare la natura della pazzia che affliggeva gli altri giocatori. Orbene, senza alcuna pretesa di spacciarmi per sano di mente, mi chiedo lo stesso qual è la pazzia che affligge il governo di Mario Draghi e, indistintamente, conduttori e partecipanti dei vari talk show che riempiono gli spazi delle trasmissioni delle tv, nazionali e locali.Spero di non sbagliare se affermo che oggigiorno sembrano essere tre gli argomenti di dibattito considerati principali. La pandemia, che tiene banco da due anni e per nulla scalfita, sebbene l’80% degli italiani sia vaccinato; l’aumento vertiginoso delle bollette energetiche, per famiglie e imprese; l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Domandarsi quale misteriosa e devastatrice pazzia covi nelle menti dei sunnominati – che da ora in poi chiamerò «i pazzi» – è una domanda che sorge spontanea.In ordine alla pandemia. Sappiamo tutti che le misure di contenimento adottate fin dal marzo 2020 – la parola popolare era lockdown, rammentate? – non hanno sortito alcun effetto. A dire il vero, io che scrivo lo sapevo già dall’aprile del 2020, ed ebbi l’occasione di scriverlo in un blog. In alcuni blog che si danno da soli la patente di fact checkers fui poi sbeffeggiato come propalatore di fake news. I fatti sono che l’evoluzione della pandemia in Italia – che ha adottato ferree misure (tanto ferree da giustificare i pazzi a imbrodarsi affermando che quello italiano, con 140.000 morti, è stato un modello per l’intero globo terracqueo) – è stata la stessa che in Svezia, dove tutti hanno continuato a vivere come se la pandemia quasi non esistesse. L’obiezione più comune – me la fece personalmente in pubblica conferenza l’infettivologo Matteo Bassetti – sarebbe che, essendo la densità di popolazione in Svezia 8 volte inferiore che in Italia, la gente di quel Paese sarebbe in una sorta di naturale lockdown. L’obiezione del luminare non regge perché la densità di popolazione negli Stati Uniti è 7 volte inferiore che in Italia, ma l’evoluzione della pandemia negli Usa è stata la stessa dell’Italia e della Svezia. Per converso, la Sud Corea e Hong Kong, che alla fine di febbraio 2020 erano nella stessa condizione dell’Italia, hanno poi perfettamente contenuto i danni da pandemia, e ciò sebbene la loro densità di popolazione sia, rispettivamente, il doppio e 30 volte di più, di quella italiana. Quindi la densità di popolazione del Paese non c’entra proprio. E, d’altra parte, quella di Stoccolma è del 30% superiore a quella di Bergamo. Insomma, com’è come non è, le misure di contenimento adottate non hanno avuto alcun effetto: questo è poco ma sicuro.Orbene, dov’è la pazzia? La pazzia sta nel fatto che, nonostante ciò, ancora oggi veniamo minacciati con lo spettro delle inutili chiusure. Per esempio: o vi vaccinate o, per contenere la pandemia, siamo costretti a ripristinare i lockdown. Che però, come detto, non hanno contenuto nulla.Quando si giocava al gioco dei pazzi, per poter sperare d’indovinarla, la pazzia doveva essere manifestata più volte. E su questo il governo non ci delude. Per indurci a vaccinarci fu inventato il greenpass, una misura barbara e umiliante, possibile solo tra i più ottusi dei regimi autoritari. Orbene, abbiamo la prova provata che la misura del greenpass non ha indotto alcuno a vaccinarsi. Anzi, forse ha mantenuto renitenti molti dubbiosi. La prova è inconfutabile nei dati: i recalcitranti erano il 18% in giugno 2021 e il 16% in dicembre 2021. Dov’è la pazzia? Che a fronte dell’evidente fallimento del greenpass, questi si siano inventati il super greenpass.Una terza manifestazione di pazzia è la seguente. Anche quando il super greenpass avesse un qualche effetto – lo vedremo nel corso delle prossime settimane, ma personalmente son sicuro che non ne avrà avuto alcuno – viene ignorato il fatto che, da una lato, il virus corre più veloce del vaccino e, dall’altro, contrariamente a quel che ci viene ripetuto fino all’ossessione, la verità è che il vaccino, più che funzionare, funzionicchia, visto che dopo pochi mesi se ne perde l’effetto.Ad evitare ogni fraintendimento, diciamo subito che il vaccino funziona. Su questo non v’è alcun dubbio perché i dati ce lo dicono. Consentitemi di dare numeri tondi, ché la situazione si capisce meglio senza cambiare la sostanza: nel mese di dicembre 2021 vi sono stati 1000 decessi e 1000 terapie intensive tra i 7 milioni di non vaccinati, e vi sono stati 100 decessi e 100 terapie intensive tra i 14 milioni che avevano completato il ciclo completo di vaccinazione entro i 4 mesi precedenti. Però, tra i 28 milioni che avevano completato il ciclo completo da oltre 4 mesi i decessi furono 1000 e le terapie intensive 500: quindi il vaccino funziona sì, ma funziona finché funziona. Cioè il vaccino funzionicchia. Non è irragionevole pensare che dopo 6 mesi non funzioni proprio più. Io che sono uno curioso, ho voluto seguire su di me la misura del titolo anticorpale: esso era zero prima della prima dose, 15 un mese dopo la prima dose, 140 un mese dopo la seconda dose, e dimezzato a 70 quattro mesi dopo la seconda dose. E così ho riservato il giorno della Befana per il booster.Stando così le cose, non è più lecito dire che l’80% degli italiani è vaccinato. Perché, oggi, ai 7 milioni di non vaccinati bisogna aggiungere i milioni di vaccinati da oltre tot mesi. Che sono 28 milioni se tot=4 e sono almeno 10 milioni se tot=6. Dov’è ora la pazzia? Essa sta nel continuare a ripetere come un mantra che per interrompere l’emergenza bisogna vaccinarsi, e che questa situazione è colpa dei 7 milioni di non vaccinati e non dei quasi 20 milioni tra non vaccinati e vaccinati da oltre 6 mesi. Certo c’è il booster, ma su esso non sembra si sappia molto, anzi sembra che bisognerà ripeterlo. Fin qui niente di male: questo è quel che s’è saputo fare, e ringraziamo chi l’ha fatto.La quarta manifestazione di pazzia è che, visto che le cose non stanno funzionando come si pretendeva avrebbero dovuto funzionare, sta passando l’idea che ne verremo fuori solo se si vaccina tout le monde, nel senso letterale dell’espressione francese. Nella mente di nessuno sembra sovvenire quel che abbiamo già detto: il virus corre più veloce delle campagne vaccinali. Anche quando, come per magia, sparissero i no vax dagli otto miliardi di cristiani, posto che c’è voluto un anno nei Paesi avanzati per vaccinare l’80% della gente, la faraonica impresa ha tutta l’aria d’assomigliare alla tessitura della tela di Penelope.Ma se le cose stanno così, allora: 1) tutte le misure coercitive al vaccino, – obbligo compreso – non hanno alcuna giustificazione, e 2) bisognerebbe attrezzarsi diversamente, sia promuovendo tutte le cure disponibili (che non sembra siano meno efficaci di questo vaccino), sia potenziando le strutture ospedaliere per l’accoglienza dei casi gravi. Anzi, se fosse vero quel che si sente dalla disinformazione pubblica in permanente servizio effettivo, e cioè che l’ultima variante in circolazione ha blande conseguenze sanitarie, chissà forse beccarla, superarla e, sperabilmente, restare immuni, potrebbe essere una cosa da prendere in considerazione. Dovrebbero dircelo gli esperti: ma chi gli crede più?Insomma, la proposta è: si torni alla vita normale, si incoraggino comportamenti d’igiene più attenti di quelli pre pandemia, si diffonda il messaggio che chi non si vaccina lo fa a proprio rischio e pericolo. Senza obblighi, senza greenpass, senza super greenpass. La proposta è: ognuno sia poliziotto di sé stesso.Non so se abbiamo già gli elementi per indovinare la pazzia che affligge i pazzi del nostro gioco. Verranno in aiuto le risposte che sentiamo dare da costoro in ordine al caro-bollette o alla presidenza della Repubblica. Ma parliamone la prossima volta.
Volodymyr Zelensky (Ansa)
S’incrina il favore di cancellerie e media. Che fingevano che il presidente fosse un santo.
Per troppo tempo ci siamo illusi che la retorica bastasse: Putin era il cattivo della storia e quindi il dibattito si chiudeva già sul nascere, prima che a qualcuno saltasse in testa di ricordare che le intenzioni del cattivo di rifare la Grande Russia erano note e noi, quel cattivo, lo avevamo trasformato nel player energetico pressoché unico. Insomma la politica internazionale è un pochino meno lineare delle linee dritte che tiriamo con il righello della morale.
L’Unesco si appresta a conferire alla cucina italiana il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità. La cosa particolare è che non vengono premiati i piatti – data l’enorme biodiversità della nostra gastronomia – ma il valore culturale della nostra cucina fatta di tradizioni e rapporto con il rurale e il naturale.
Antonio Tajani (Ansa)
Il ministro degli Esteri annuncia il dodicesimo pacchetto: «Comitato parlamentare informato». Poco dopo l’organo smentisce: «Nessuna comunicazione». Salvini insiste: «Sconcerto per la destinazione delle nostre risorse, la priorità è fermare il conflitto».
Non c’è intesa all’interno della maggioranza sulla fornitura di armi a Kiev. Un tema sul quale i tre partiti di centrodestra non si sono ancora mai spaccati nelle circostanze che contano (quindi al momento del voto), trovando sempre una sintesi. Ma se fin qui la convergenza è sempre finita su un sì agli aiuti militari, da qualche settimana la questione sembrerebbe aver preso un’altra piega. Il vicepremier Matteo Salvini riflette a fondo sull’opportunità di inviare nuove forniture: «Mandare aiuti umanitari, militari ed economici per difendere i civili e per aiutare i bambini e sapere che una parte di questi aiuti finisce in ville all’estero, in conti in Svizzera e in gabinetti d’oro, è preoccupante e sconcertate».
La caserma Tenente Francesco Lillo della Guardia di Finanza di Pavia (Ansa)
La confessione di un ex imprenditore getta altre ombre sul «Sistema Pavia»: «Il business serviva agli operatori per coprire attività illecite come il traffico di droga e armi. Mi hanno fatto fuori usando la magistratura. Il mio avversario? Forse un parente di Sempio».
Nel cuore della Lomellina, dove sono maturate le indagini sull’omicidio di Garlasco e dove sono ora concentrate quelle sul «Sistema Pavia», si sarebbe consumata anche una guerra del riso. Uno scontro tra titani europei della produzione, che da sempre viaggia sotto traccia ma che, ora che i riflettori sull’omicidio di Chiara Poggi si sono riaccesi, viene riportata alla luce. A stanare uno dei protagonisti della contesa è stato Andrea Tosatto, scrittore con due lauree (una in Psicologia e una in Filosofia) e una lunghissima serie di ironiche produzioni musicali (e non solo) sul caso Garlasco. Venerdì ha incontrato Fabio Aschei, che definisce «uno con tante cose da raccontare su ciò che succedeva nella Garlasco di Chiara Poggi».






