2024-12-03
La Statale s’è desta e punisce i facinorosi
La rettrice dell’ateneo milanese annuncia provvedimenti, anche legali, per i membri dei collettivi che hanno fatto irruzione e silenziato il convegno sull’aborto: «Aggressività e intolleranza inaccettabili». E assicura che l’incontro sarà riprogrammato.L’incontro sarà riproposto e i manganellatori di sinistra, identificati da testimonianze e da un video, verranno denunciati sia al Consiglio universitario per probabili azioni disciplinari, sia alla giustizia per violenza privata, danneggiamento e turpiloquio. La Statale di Milano ha fatto sapere che non passerà sopra all’indecoroso spettacolo andato in scena martedì scorso quando i collettivi Cambiare Rotta, Rebelot e Udu hanno prima interrotto, poi boicottato, infine fatto annullare il convegno, organizzato da Obiettivo Studenti, (gruppo vicino a Comunione e Liberazione) «Accogliere la vita - storie di libere scelte». Una settimana dopo lo squallido show diventato virale sui social, l’ateneo ha fatto conoscere la propria linea attraverso una lettera alla comunità accademica della rettrice Marina Brambilla, per nulla intenzionata a far scendere sulla vicenda la consueta coltre di conformismo. «Durante l’incontro si sono sono verificati episodi di aggressività e intolleranza, episodi che non rappresentano l’identità della Statale e che non devono ripetersi. Questi avvenimenti mi offrono l’occasione di riflettere insieme a voi su alcuni valori fondamentali che costituiscono il cuore pulsante di un’istituzione accademica come la nostra: la libertà di espressione, il rispetto reciproco e l’importanza di un confronto civile e pacifico». La rettrice Brambilla, in carica dall’aprile scorso, è la prima dirigente donna di Unimi e dà la sensazione di voler cambiare decisamente rotta rispetto all’appeasement, l’acquiescenza pelosa, che ha caratterizzato la vita dell’ateneo negli ultimi anni, con il risorgere dagli scantinati della storia di un movimentismo ultraprogressista dominato dall’intolleranza e dalla sopraffazione nei confronti di chi non si piega al pensiero unico. Dopo un’inchiesta interna, nella lettera a studenti e corpo docente Brambilla anticipa che «verrà chiesto agli organizzatori dell’evento di riproporlo, invitando contestualmente chi ha altre idee sull’argomento di dibatterne nei modi e nelle sedi opportune». Poi l’affondo disciplinare della dirigente, che il centrodestra potrebbe anche candidare fra due anni alla guida della metropoli tascabile. «Quello che è accaduto nel nostro ateneo, con manifestazioni verbali e fisiche violente, non solo è inaccettabile sul piano etico, ma rappresenta una violazione dei valori fondamentali di una comunità accademica. Dissentire è legittimo e anzi necessario, ma non significa impedire l’espressione altrui». Per questo, spiega Brambilla, «l’ateneo, dopo aver fatto piena luce su quanto avvenuto, sta procedendo a una verifica delle responsabilità individuali che saranno segnate da provvedimenti, previa approfondita analisi». Un sostanziale cambio di passo auspicato dall’assessore regionale all’Università Alessandro Fermi e dal sottosegretario alla presidenza con delega ai giovani, Federica Picchi. Un approccio meno tollerante nei confronti dei soprusi dell’ala più muscolare dei collettivi, sempre in prima fila nelle okkupazioni e nelle proteste pro Pal, che durante le elezioni dei rappresentanti studenteschi si distingue regolarmente per atti di intolleranza (manifesti strappati, banchetti distrutti) verso chi veicola l’altrui pensiero. Il blitz di martedì scorso era stato organizzato sui social network al grido di «Fuori Cl dall’università» e dell’odioso «Il ciellino non è malato, è solo un aborto mancato». Ora sembra che in Statale la festa sia finita. Un problema non solo per i facinorosi, ma anche per i loro padrini politici: Cgil (Udu è legata al sindacato guidato da Maurizio Landini), Pd (Elly Schlein aveva accolto a Roma i collettivi) e Alleanza Verdi Sinistra. La lettera della rettrice Brambilla riguarda anche loro, perché «l’ambiente universitario dev’essere all’altezza dei valori che la Statale deve rappresentare. Se non siamo capaci di rispettare le opinioni altrui e di dialogare con chi la pensa diversamente da noi, tradiamo la missione più alta: coltivare lo spirito critico, essere laboratorio di idee e civiltà».Accanto alla presa di posizione del vertice accademico arriva anche la stigmatizzazione dell’accaduto da parte dell’Arcidiocesi di Milano, attraverso un comunicato firmato da don Marco Cianci, responsabile della sezione Università e dei cappellani delle università sul territorio milanese. Le sue parole solo più felpate, forzatamente curiali, tese a sottolineare il peccato ma non il peccatore, e l’assalto in piena regola viene descritto come «un’azione di disturbo attuata da un gruppo di studenti che si riconoscono in diverse sigle associazionistiche». Manco fossero boy scout. Don Cianci entra nel vivo a difesa di una presenza evangelica quotidiana di sacerdoti e laici nel mondo accademico: «Ci rattrista che iniziative libere e aperte come quella vengano impedite in nome della stessa libertà di pensiero e di azione che ha fatto nascere e vivere l’università, dalle sue origini ai giorni nostri. Quanto accaduto a Città Studi ci rammarica e ci provoca». Giusto. Anche perché quella dei manganellatori rossi era tutt’altro che «un’azione di disturbo».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.