2024-03-07
La Spagna è una serra di marijuana. Rubata energia per 2 miliardi l’anno
Il Paese alle prese con il problema delle piantagioni illegali che consumano abusivamente così tanta corrente da lasciare alcune zone al buio. La cannabis è ormai fuori controllo e si teme per la salute mentale dei giovani.La Spagna ha seri problemi con le piantagioni illegali di cannabis, che nuoce alla salute e crea gravi danni alla rete nazionale elettrica. Qualche giorno fa, José Bogas amministratore delegato di Endesa, società del gruppo Enel, ha detto che «bisogna inasprire le pene» nei confronti dei coltivatori di marijuana.Questo perché le serre fuorilegge utilizzano uno sproposito di energia elettrica, l’equivalente di quanto consuma in un anno la città di Siviglia, fa sapere l’azienda. In alcune zone del Paese, l’illuminazione e la ventilazione delle piantine assorbono fino all’80% dell’energia disponibile in rete, il tutto con allacciamenti abusivi, cresciuti del 70% negli ultimi cinque anni. Così si generano sovraccarichi e interruzioni delle forniture agli utenti che pagano le bollette.Ogni serra assorbe energia come 80 abitazioni e la frode elettrica costa ai consumatori spagnoli più di 2 miliardi di euro l’anno. Lo scorso anno, i tecnici di Endesa hanno scollegato ogni giorno una media di sette impianti di coltivazione e quando fanno i sopralluoghi devono incappucciarsi, per non essere riconosciuti dalla rete criminale che ha in mano le piantagioni di marijuana in tutto il Paese, protette anche con le armi.Un bel grattacapo per la controllata Enel, già in difficoltà per il calo dell’utile netto del 71% nel 2023, rispetto all’anno precedente, dovuto all’impatto della tassa speciale del governo sulle società energetiche, alla riduzione per i price cap e della domanda di energia elettrica. Ma è anche un serio problema di salute pubblica «e di salute mentale per i giovani», ha sottolineato il capo dell’Ispettorato speciale antidroga, Rosa Ana Morán.Anche se in Spagna la coltivazione è permessa solo per uso personale ed è legale purché la concentrazione di Thc (il principio attivo della cannabis, ndr) non superi lo 0,3% e si utilizzino sementi certificate dall’Unione europea, le serre si sono moltiplicate ovunque e il Paese è diventato il maggior produttore in Europa.Semina, raccolta e distribuzione sono affidate a strutture locali, controllate da gruppi criminali come continua a segnalare la Guardia civil. Un traffico di droga «sempre più specializzato, digitale e transnazionale», avverte Morán. Nel 2022 furono sequestrate 2,8 milioni di piante e 130 tonnellate di marijuana, rispetto alle 47 dell’Italia o alle 39 in Francia, Paesi che seguono nella classifica secondo i dati dell’Osservatorio europeo sulle droghe e le tossicodipendenze (Emcdda), agenzia dell’Ue. La Spagna rappresenta il 66% del numero di sequestri di cannabis nell’Unione europea e il 74% di tutti i sequestri di piante di cannabis nell’Ue segnalati in base al peso.Le infiorescenze femminili della cannabis sativa, pianta che appartiene alla famiglia delle cannabinacee e da cui si ottiene la marijuana, contengono il Delta-9-tetraidrocannabinolo (Thc), principio attivo psicoattivo in quantità sempre più elevata per la selezione che è stata fatta. È passata dal 5% del 2010 al 12-14%, con varietà fino al 30%, e i danni dal consumo crescono in modo esponenziale. Purtroppo, però, non c’è consapevolezza dei pericoli associati all’uso e all’abuso degli spinelli, dal disturbo del metabolismo ormonale al danno cromosomico e cerebrale e questo anche per «la disinformazione diffusa sui social media che, spesso, porta i giovani a considerare che fumare tabacco sia più dannoso che consumare cannabis», osserva il capo dell’Ispettorato speciale antidroga della Spagna.«La cannabis è stata la seconda sostanza segnalata più frequentemente dalla rete ospedaliera Euro-Den Plus nel 2021. È stata coinvolta nel 25% delle segnalazioni di tossicità acuta da farmaci», segnalava il Rapporto europeo sulla droga 2023: tendenze e sviluppi, dell’Emcdda.Le sanzioni in Spagna per la coltivazione di cannabis sono inferiori rispetto ai Paesi circostanti. «Se non hanno circostanze aggravanti, non vanno nemmeno in prigione», ha dichiarato Elena Cogollo Tejero, capitano della Guardia civil, in un intervento sul quotidiano digitale El Confidencial. Il consumo è in crescita, «tutto ciò che deriva dalla canapa è diventato di moda come qualcosa di biologico, qualcosa di progressista, come una volta divenne di moda l’aloe vera», sottolinea il capitano. Secondo l’ultima Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, nel 2022, con una stima di 6,6 miliardi di euro (42% del totale), il mercato della cannabis si confermava il più florido fra quelli relativi alle droghe illegali. Ne hanno dichiarato l’uso 4 milioni di persone, ma il numero è assai più alto.Dati più recenti, quelli della Settima indagine sul consumo di droghe nella pianura bergamasca 2023, promossa dal Centro per la cura delle dipendenze Aga in collaborazione con l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e presentata ieri a Milano, rivelano che il consumo di cannabis, nella sola Bergamasca, è di oltre 90.000 dosi al giorno.La percentuale di Thc nelle infiorescenze analizzate nella Relazione al Parlamento è stata del 13%, ma basta accedere a siti come royalqueenseeds.it per potere acquistare varietà come Royal gorilla (25% di Thc) pagando 9 euro per un seme, 135 euro per averne 25; o la varietà Green gelato (27% di Thc) sborsando rispettivamente 11,48 e 153 euro. Così da potersi fare la propria piantagione domestica. Eppure, la sinistra insiste per la coltivazione libera. La scorsa estate, Benedetto Della Vedova, di +Europa, twittava: «La Germania legalizza la cannabis contro mafie e mercato illegale e criminogeno. In Italia Meloni, anche su questo, conduce una battaglia reazionaria e di retroguardia». Alessandro Zan, responsabile diritti del Pd, promise: «Il Parlamento deve occuparsene, non possiamo essere fanalino di coda anche su questo».