2025-06-01
La sora Cecioni della tv, «nemica» del bon ton
Sacerdotessa dei pomeriggi televisivi della domenica, dissimula le sue origini venete con una spiccata parlata trasteverina Ha più volte fatto annunci come «questo è l’ultimo anno, l’ho promesso a mio marito », ma non ha mai mantenuto.Cognome e nome: Povoleri Mara. Aka -conosciuta anche come- Mara Venier. La zia Mara. La sacerdotessa del trito rito post-prandiale nel dì di festa. La (Ma)donna della domenica. La sora Cecioni 3.0. Da veneta, si esprime in vernacolo trasteverino (amo', aho', e annamo, se te pijo te corco) con effetti stranianti, un po' come quando Adriano Celentano interpreta Rugantino.«Ho antipatia per l’attrice mancata che nel fare la conduttrice parla da veneziana romanizzata» scrive Francesco Scoppetta, titolare del Blog Frasco, nel forum del Corriere della Sera «Televisioni», gestito dal critico Aldo Grasso.Che chiosa: «Per me Mara Venier è l’enigma Renzo Arbore. Non voglio indagare oltre».Aggiungendo, in un altro post: «Da Arbore (a livello televisivo) non ha imparato nulla», e questo nonostante la loro lunga storia d’amore.«La conduttrice più navigata della tv. Viaggia sempre col vento in poppa», e vai di zoomata sul generoso décolleté, bricconata di Striscia la notizia del 2 novembre 2005.«Giuro: questa è la mia ultima Domenica In, è una promessa che faccio prima di tutto a me stessa», così al Corriere della Sera del 9 settembre 2024, alla vigilia della ripartenza per la sua sedicesimaconduzione del programma, la settima consecutiva (dal 2018; la prima in assoluto fu nel 1993). Al quotidiano aggiunse: «Anche quest’anno avevo deciso di non farla più, ma non so dire di no. Questa però sarà davvero l’ultima, anche se lo ripeto da sei anni». Impegno cui in pochi credettero.E difatti.Arrivati al termine della stagione 2024-2025, eccola congedarsi dal pubblico. Ma, si badi, non all’ultima puntata, l’11 maggio. Alla penultima, il 4. «Lo dico oggi perché sennò, poi, succede come al solito che mi commuovo e non ricordo più quello che devo dire». I suoi detrattori (anche colleghi e colleghe) agitano il sospetto che l’annuncio anticipato servisse a creare un clima da ultimi giorni di Poppea. Apres Marà, le deluge. Commento di testate (al muro), blog, siti: «Mara si è lasciata travolgere dall’emozione. Un messaggio che ha il sapore dell’addio definitivo. Per lei sembra essere davvero arrivato il momento del passaggio di testimone».Come no. La conferma della ri-conferma arriva meno di una settimana dopo.Grazie a Giuseppe Candela, il cui «spiffero» viene così titolato da Dagospia: «La zia Mara non molla Domenica In. Resterà alla conduzione per festeggiare i 50 anni del programma» (il contenitore debuttò infatti nel 1976).Insomma: anche quest’anno, si smette l’anno prossimo.A-Mara Venier, le ultime parole fumose.Di una lunga serie.Marzo 2014. «Basta, vado in pensione, mi riposo». Dal sito di Libero: «Si ritirerà il prossimo anno e non traslocherà a Mediaset: “Non andrò al Biscione a condurre il pomeriggio della domenica. Lì c’è la mia amica Barbara d’Urso che è bravissima”». 2019, marzo. Qui c’è l’inversione dello standard: le solenni promesse, regolarmente disattese, lasciano il posto alla rivendicazione di aver sventato una congiura. Dal sito del Corsera: «Hanno provato a rottamarmi, ma sono una star dei social».Il social-ismo, l’ultimo rifugio delle telecanaglie.L’anno dopo, 2020, aridanga: «Questa è la mia ultima volta». Dal sito del Messaggero: «L’addio al programma arriva con una promessa (n'artra, ndr) al marito, Nicola Carraro: “Ti giuro che questa è la mia ultima Domenica In. Dall’anno prossimo sono tutta tua”».Che lei non abbia voglia di uscire dalla sua comfort zone è pure comprensibile, visto il flop di Le stagioni dell’amore, «un innovativo dating show per over 60» (così il comunicato di Rai1), che lei ha condotto l’anno scorso senza alcuna empatia, «apparendo visibilmente disinteressata al tutto». E con ascolti «clamorosamente deludenti» (così il sito Movieplayer.it).Trent'anni fa scrissi una notiziola per la rubrica di gossip di Panorama. Segnalavo che lei e Alba Parietti non si piacevano troppo, l’una patendo il protagonismo dell’altra, e viceversa. Per dimostrare che il pissipissi era infondato, Venier invitò in trasmissione la «coscia lunga della sinistra», agitando una copia del giornale arrotolata: «Quando incontrerò lo sfigato che si è permesso di scrivere tale nefandezza, gli appiccicherò l’articolo alla faccia». Eh, la peppa. Io mi feci una risata, era un pettegolezzo fesso, non c’era davvero niente di personale. Che è pure il titolo della trasmissione che conducevo su La7, dove nel 2009 la invitai. Rilevò Lord Lucas, firma di punta del sito specializzato TvBlog: «Ieri sera il buon Piroso ci ha offerto un ritratto inedito e molto autentico del personaggio Mara Venier. Il lato peperino dell’intervista stava in un’intuizione pirosiana: evidenziare gli eccessi più incontenibili della conduttrice, che l’hanno resa la prima portatrice ufficiale di trash nei salotti tv (e nell’opinione pubblica)». Così, sull’essere stata indagata dalla Procura di Roma per le ingiurie rivolte ad un automobilista in una via del quartiere Parioli, «all’inizio ha negato, poi ha ammesso che in questi casi può dire e fare anche di peggio».Sul collegamento con il Tg1 per lanciare la puntata di Domenica In nel febbraio 1997, indossando una maglietta ispirata a monsignor Giovanni Della Casa: «Vuoi perdere peso? Caca!», «Venier si è giustificata sostenendo che era molto sudata per via dell’influenza, perciò rimase in maglietta convinta che l’avrebbero ripresa in primo piano. Invece le giocarono l’ennesimo brutto scherzo della sua storia televisiva, falcidiata dalla presunta ostilità del Vaticano (ma che, davero?) in seguito alla rissa tra Adriano Pappalardo e Antonio Zequila».In verità, quando nel 2006 disse di aver perso (provvisoriamente) il timone di Domenica In a causa di una serata che aveva condotto per Walter Veltroni, il direttore di Rai1 Fabrizio Del Noce smentì seccamente. Più probabile abbia pesato davvero quella gazzarra tra il cantante e Er Mutanda, un’a-mara esperienza che con Paolo Bonolis a Il Senso della Vita, nel 2007, lei ricordò così: «Ho guardato il capostruttura della Rai Massimo Lioffredi e gli ho detto “io chiudo”. Ma lui mi ha risposto: “No, vai avanti e riporta la calma”. L’unica persona che ha pagato sono stata io».Il dubbio tuttavia aleggiò potente: non sarà che lei non ha sedato lo scontro in diretta ai fini dell’Auditel?Anche perchè se c’è una che ha declinato la categoria del nazional-popolare in chiave semo ggente de borgata, è proprio lei.Tanto che il Financial Times, in un articolo sulla tv italiana, le diede della «venditrice di pesce al mercato».«Ma perché non si fanno i cazzi loro? Scusate la volgarità, ma tanto sono una pescivendola, no?».E se tante volte si è commossa davanti alle telecamere, in determinati passaggi ha mostrato poca sensibilità.E' accaduto quando nel 2021 ha dedicato una puntata allo scomparso Gian Piero Galeazzi, per anni al suo fianco nel salotto domenicale.La figlia Susanna, che ha seguito le orme del padre (è al Tg5), non ha avuto remore nello svelare una per lei a-mara verità: «Il giorno dopo la sua morte Mara Venier ha fatto una trasmissione da vedova sconsolata invitando a parlare di mio padre Marino Bartoletti (che doveva presentare un suo libro) e altri che non erano esattamente suoi amici. Nessun riferimento alla famiglia. Nessun messaggio di condoglianze, nemmeno a mia madre. Mio padre sarebbe rimasto molto sorpreso e amareggiato».Sia chiaro: non sono «nemico» di Mara Venier. Il suo« nemico» semmai è il bon ton. Anche se il più critico rimane il critico Aldo Grasso. Che negli anni le ha riservato carezze di carta vetrata. Dopo che nell’Enciclopedia della televisione (Garzanti, 1996) aveva promosso la sua «comunicativa» come «familiare e antidivistica».Poi deve averci evidentemente ripensato. Pescando random in archivio:«Non trovavo le parole per dire quanto fosse noiosa e insulsa la tv che si nutre solo di sé stessa; per questo ho seguito Domenica In», e uno.«Di solito ci si giustifica dicendo: avevo la febbre. Oppure: mi ero slogato una caviglia. Cose del genere, insomma. Giustificare per cosa? Per vedere Domenica in su Rai1», e due.«È una tv che parla delle umane passioni, gioie e sofferenze, come se stesse descrivendo le patatine fritte o il minestrone congelato dell’interruzione pubblicitaria». E tre.«È come se da Rai1 fossero sparite grazia ed eleganza, come se le conduzioni, specie la domenica pomeriggio, fossero fatte dal tinello, con le vicine e i vicini di casa. Per molte persone non c’è nulla di meglio del profumo della zuppa di broccoli che si sta riscaldando sul fornello, ma questa non è televisione». E quattro.«Domenica in è fastidiosa perché Venier tratta la trasmissione come fosse casa sua, con una trasandatezza formale degna di una tv locale». E cinque.«Non potevo ricevere un complimento più gradito. Il mio desiderio è proprio quello di entrare nelle case degli italiani come un’amica, nella condivisione delle emozioni e dei problemi quotidiani» è stata la sua reazione paraculesca a quest’ultimo appunto.Di cui le va dato atto.Meglio comunque di una scomposta sguaiataggine.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.