2024-11-09
«La sinistra non capisce che Donald ha vinto perché ascolta il popolo»
Leonardo Caffo (Getty Images)
Il filosofo Leonardo Caffo: «I progressisti si illudono che i lavoratori vivano nella loro stessa bolla di privilegio. Le lotte dei dem sono uguali a quelle del capitale finanziario. Paradossalmente, degli emarginati si interessa un miliardario». È molto suggestivo ascoltare le parole di Leonardo Caffo, anche quelle che non si condividono affatto. Non è certo un pensatore di destra, ha appena pubblicato un libro intitolato Anarchia, il ritorno del pensiero selvaggio (Raffaello Cortina) ma quando parla della situazione americana dice parole coraggiose e molto distanti dagli slogan sentiti e risentiti nelle ultime ore. A leggere i giornali sembra che il pensiero selvaggio ritorni negli Stati Uniti grazie a Donald Trump. Arrivano i barbari?«C’è questa retorica un po’ da tutti i lati secondo cui poiché ha vinto Trump allora i barbari arriveranno. Non sono per nulla d’accordo. Questa retorica per cui “ha perso l’America, ha perso la democrazia”, non ha molto senso, anche perché in realtà ha trionfato la democrazia nel senso del voto popolare. Forse questa lotta tra buoni e cattivi, così come è stata raccontata in certe piccole bolle, non funziona tanto. Lo dice uno che è lontanissimo da Trump per pensiero, per azione: non credo proprio siano tornati i barbari». Sembra che da parte della sinistra ci sia qualche difficoltà ad accettare la vittoria altrui...«Io non mi riconosco tantissimo nella sinistra, nel senso che sono un po’ più in là... Però credo che qui ci sia la follia di aver pensato che i diritti e le volontà che esistono all’interno di una bolla di privilegio di classe - perché la sinistra si è chiusa all’interno di un privilegio di classe - fossero gli stessi del popolo vero e di coloro che da questa bolla sono esclusi. E questi esclusi sono i lavoratori, sono il popolo reale, la carne e il sangue del popolo come si doveva dire una volta». C’è stato un peccato di arroganza, diciamo così, da parte dei liberal? «È ancora più che arroganza secondo me, nel senso che di fatto è una forma di idiozia ben mascherata. Non ci si è accorti che in questo momento le lotte della sinistra sono le stesse lotte del capitale finanziario. Di fatto i diritti più articolati e strampalati, l’ecologia di un certo tipo, sono tutte cose che si trovano nei dipartimenti di diversity delle grandi corporation finanziarie e delle società di consulenza. Questo dovrebbe dirla lunga sul fatto che non si stiano combattendo battaglie molto rivoluzionarie... Se hai dal tuo lato la finanza non può che essere così. Il popolo vero, lo dico nel modo più garbato possibile, se ne frega di un certo tipo di richieste. Ci si è dimenticati della lotta di classe, di altre cose che rendevano interessante il pensiero di sinistra. Il quale si è totalmente smarrito perché le discriminazioni non si fanno sulla base di etnia, genere e via dicendo, ma si fanno sulla base di appartenenze di classe: dei soldi. Paradossalmente Trump si è messo in ascolto del popolo nonostante fosse un miliardario». Tra le varie accuse che sono mosse a Trump c’è quella di stare dalla parte di Putin e di altri autocrati. «A me non sembra dalla parte dei dittatori, almeno i dati che abbiamo della sua precedente presidenza ci mostrano uno che magari cerca di scendere a dei compromessi a livello geopolitico, cosa che nella situazione estremamente fragile in cui siamo non è neanche così terribile, data la quantità di fronti aperti. Io non sono affatto putiniano, però insultare un politico attribuendogli vicinanza a un altro politico che non ti piace è ancora una volta il cane che si morde la coda: invece di argomentare sul punto continuiamo ad attaccare la persona o a insultarne i contorni qualitativi. È per questo che la sinistra - e a me dispiace molto perché sono sicuramente più vicino alla sinistra che alla destra - sta perdendo e prendendo cazzotti da tutti i lati. Ancora una volta c’è questa puzza sotto il naso...».Resta da capire su quali basi si fondi questa presunta superiorità morale. «Qui mi permetto di fare il filosofo per due secondi in croce. Una delle cose più belle che siano state scritte sull’etica in filosofia, l’ha scritta un filosofo che si chiamava Wittgenstein, nella Conferenza sull’etica. Wittgenstein spiega in modo magistrale e senza che nessuno sia mai stato in grado di andargli contro, che ogni morale è un dogma che si autofonda. Ciò che lei chiama morale io lo chiamerei moralismo: nel momento in cui non si attacca più sulle idee o sui concetti o sul merito, ma si attacca dicendo “io sono meglio di te” si fa del moralismo. E i moralisti hanno vita difficile, perché ci sarà sempre qualcuno migliore di te, ci hanno già pensato i Monty Python a spiegarlo». Che mondo ha in mente secondo lei Donald Trump? Quando diventerà presidente davvero si imporrà un nuovo ordine mondiale?«Penso onestamente che se mantenesse le promesse, ad esempio quelle di fermare tutte le guerre in 24 ore, sarebbe conveniente per tutti. Chissà se riuscirà a fare una cosa del genere, lo vedremo alla prova dei fatti. Ora mi sembra più importante cercare di capire che non è morta la democrazia e non è morto l’Occidente, come ho letto in alcuni giornali o negli studi di alcuni commentatori. Penso che l’idea di Trump sia quella di offrire una centralità all’Occidente. Per quanto oggi ci sia una retorica secondo cui l’Occidente non va più bene e bisogna aprirsi ai nuovi mondi, penso che se c’è una possibilità di salvare un equilibrio più o meno pacifico del mondo sia proprio quella di continuare a difendere l’Occidente per quello che ha sempre rappresentato. Cioè la tecnica, la tecnologia, la ragione, la razionalità. Non è un caso che dietro Trump ci sia Elon Musk, che è la punta più alta della tecnica e quindi della ragione. Penso che l’interesse di Trump - che in fondo dovrebbe coincidere col nostro, e non lo dico io, ma lo dicono filosofi di sinistra veri come Slavoj Zizek - sia quella di ridare all’Occidente una centralità che stava palesemente perdendo. Per quanto uno possa essere progressista e aperto al mondo mi pare che sia interesse di tutti che l’Occidente non crolli».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.