I dati Fabi: prestiti per la casa aumentati di 6,5 miliardi da maggio 2024 a febbraio 2025.
I dati Fabi: prestiti per la casa aumentati di 6,5 miliardi da maggio 2024 a febbraio 2025.La Banca centrale europea ha ridotto ulteriormente il costo del denaro, portandolo dal 2,50% al 2,25%, una decisione destinata a influenzare significativamente il mercato del credito in Italia e in Europa. Come spiega la Fabi, il primo sindacato italiano dei dipendenti del mondo bancario, il calo dei tassi Bce si traduce in un alleggerimento delle rate per chi sottoscrive nuovi mutui. Il tasso fisso medio, che un anno fa sfiorava il 4%, potrebbe stabilizzarsi attorno al 2,55%, con vantaggi crescenti all’aumentare della durata del prestito. Un mutuo di 100.000 euro a 20 anni vedrà la rata mensile ridursi, ad esempio, di 76 euro. Per un finanziamento di 250.000 euro a 30 anni, il risparmio raggiunge 203 euro al mese, equivalenti a oltre 2.400 euro annui. Anche importi più contenuti, come 50.000 euro in 25 anni, garantiscono 40 euro mensili in meno, circa 500 euro l’anno. L’impatto maggiore si registra sui mutui a lunga scadenza, dove il peso degli interessi è più rilevante. Un prestito trentennale da 300.000 euro, ad esempio, potrebbe alleggerirsi di 250 euro al mese, per un totale di 3.000 euro annui risparmiati. Gli effetti della nuova politica monetaria sono già visibili: da maggio 2024 a febbraio 2025, i prestiti per l’acquisto di case sono aumentati di 6,5 miliardi di euro (+1,6%), raggiungendo i 427,3 miliardi. Tuttavia, il credito al consumo e i prestiti personali segnano un netto calo. In particolare, i prestiti personali sono scesi di 6,5 miliardi (-5,4%), passando da 120,5 a 113,9 miliardi. Il credito al consumo ha registrato una flessione di 1,7 miliardi (-1,4%), da 123 a 121,2 miliardi. In totale, i finanziamenti per acquisti hanno subito una contrazione di 8,2 miliardi (-3,4%) in nove mesi. Con il tasso medio sul credito al consumo sceso all’8% (e in prospettiva al 7,5%), comprare a rate diventa più accessibile, ma i costi aggiuntivi restano significativi. Come spiega la Fabi, basta prendere il caso di una lavatrice da 700 euro finanziata in 5 anni: la rata mensile è di 14 euro, ma il costo finale sale a 869 euro, con 169 euro di interessi. Uno smartphone da 850 euro, pagabile in due anni con rate da 40 euro al mese, arriva a costare 949 euro (+99 euro). Per un’auto da 20.000 euro finanziata in 6 anni, la rata di 357 euro al mese porta il totale a 25.683 euro, ben 5.683 euro in più rispetto al prezzo iniziale. Sebbene la rateizzazione renda gli acquisti più gestibili, l’impatto degli interessi è proporzionale alla durata: finanziamenti più lunghi moltiplicano quindi il sovrapprezzo. In Italia, 6,9 milioni di famiglie (il 25% del totale) hanno debiti, di cui oltre 3,5 milioni legati a mutui. Un terzo dei prestiti immobiliari (142 miliardi su 427,3) è a tasso variabile, esposto alle fluttuazioni dei mercati. Tra il 2022 e il 2023, queste famiglie hanno visto le rate salire del 70-80% a causa dei rialzi dei tassi Bce, ma ora beneficiano della discesa iniziata nel 2024. Le istituzioni finanziarie italiane hanno anticipato la riduzione dei tassi, portando la media dei mutui fissi dal 5% del 2023 al 3,23% a dicembre 2024, con offerte già sotto il 3%. Questo ha favorito una ripresa delle richieste, soprattutto nella seconda metà del 2024, invertendo la tendenza negativa dei primi mesi dell’anno. «La decisione della Banca centrale europea di confermare una politica monetaria più espansiva rappresenta un ulteriore passo nella direzione giusta. È un segnale forte che arriva in un momento cruciale per l’economia europea e, in particolare, per quella italiana», ha concluso Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi.
Nel riquadro in alto l'immagine dei postumi dell’aggressione subìta da Stephanie A. Nel riquadro in basso un frame del video postato su X del gambiano di 26 anni che l'ha aggredita (iStock)
L’aggressore è un gambiano con una lunga fila di precedenti, però si era visto accordare la protezione speciale per restare in Italia. I clandestini sono 50 volte più pericolosi, ma sinistra e magistrati legano le mani agli agenti.
Vittime sacrificali di criminali senza pietà o effetti collaterali della «inevitabile» migrazione di massa? In questo caso il grande abbraccio che tanto intenerisce la Cei si concretizza con un pugno, una bottigliata, un tentativo di strangolamento, qualche calcione mentre era a terra, sputi, insulti. «Mi diceva che mi avrebbe ammazzata», scrive sui social Stephanie A., modella di origini brasiliane, aggredita lunedì sera nello scompartimento di un treno regionale Trenord della linea Ponte San Pietro-Milano Garibaldi, nella zona di Arcore. La giovane ha postato gli scatti dei colpi subìti ma anche alcune foto che ritraggono l’aggressore, fondamentali per identificarlo. Il suo appello non è caduto nel vuoto.
Per la sinistra, il crimine aumenta a causa dei tagli alle forze dell’ordine. Il governo ha assunto uomini, però polizia e carabinieri hanno le mani legate. Mentre le toghe usano i guanti di velluto con facinorosi e stranieri.
Ogni giorno ha la sua rapina e la sua aggressione. La maggior parte delle quali fatte da clandestini. L’ultima è quella compiuta da uno straniero su un treno lombardo ai danni di una modella. Ma nonostante l’evidenza dei fatti c’è ancora chi si arrampica sugli specchi per negare la realtà. Non sono bastati gli ultimi dati del ministero dell’Interno, che mostrano un aumento dei reati commessi da immigrati quasi sempre senza permesso di soggiorno o addirittura con in tasca un foglio di espulsione dal Paese.
Ansa
Utile oltre le stime a 1,37 miliardi nei primi nove mesi del 2025. Lovaglio: «Delisting per Piazzetta Cuccia? Presto per parlarne».
Massimo Doris (Imagoeconomica)
Secondo la sinistra, Tajani sarebbe contrario alla tassa sulle banche perché Fininvest detiene il 30% del capitale della società. Ma Doris attacca: «Le critiche? Ridicole». Intanto l’utile netto cresce dell’8% nei primi nove mesi, si va verso un 2025 da record.
Nessun cortocircuito tra Forza Italia e Banca Mediolanum a proposito della tassa sugli extraprofitti. Massimo Doris, amministratore delegato del gruppo, coglie l’occasione dei conti al 30 settembre per fare chiarezza. «Le critiche sono ridicole», dice, parlando più ai mercati che alla politica. Seguendo l’esempio del padre Ennio si tiene lontano dal teatrino romano. Spiega: «L’anno scorso abbiamo pagato circa 740 milioni di dividendi complessivi, e Fininvest ha portato a casa quasi 240 milioni. Forza Italia terrebbe in piedi la polemica solo per evitare che la famiglia Berlusconi incassi qualche milione in meno? Ho qualche dubbio».





