
La donna smentisce al Corriere la relazione con il dg di Confcommercio Francesco Rivolta. Ma le foto che pubblicherà mercoledì Panorama la confermano. Le passeggiatine serali a braccetto attorno a Largo di Torre Argentina, le cenette intime in ristoranti esclusivi accompagnate da bollicine con tanto di ricevute consegnate a Confcommercio per il rimborso. E abbracci. E baci, sulla bocca. Come due fidanzati. Ingressi e uscite da una casa in Piazza Cenci che dal detective che ha filmato e fotografato tutto viene indicata come l'abitazione di Francesco Rivolta, ex direttore generale di Confcommercio. E protagonista del fotoromanzo, allegato alla querela presentata il 5 ottobre dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, per chiedere ai magistrati di Monza di accertare il presunto ricatto da sex gate, insieme a Giovanna Venturini, già segretaria del presidente e poi stretta collaboratrice del direttore. Le foto esclusive che La Verità è in grado di mostrare sono state mandate da Sangalli in Procura insieme a molte altre, che verranno pubblicate su Panorama in edicola mercoledì 14 novembre. «Ma quali labbra», aveva cercava di liquidare la Venturini, intervistata ieri dal Corriere della Sera. «Forse un bacio di saluto sulle guance». Le foto la smentiscono in modo perentorio.Anche la casa di Rivolta, nella versione della Venturini, si trasforma in «un'abitazione di Confcommercio» che gestiva «per il direttore generale».E nella quale, però, sarebbe entrata, come attestano le indagini commissionate da Sangalli - ad esempio - l'11 gennaio 2018. Quella sera l'investigatore annota anche: «Ristorante rimborsato Casa Coppelle per due», più un «bacio sulla bocca» poco dopo la mezzanotte del 12 gennaio. Ossia tra i due bonifici (il primo da 100.000 euro, che risale al 22 dicembre e il secondo da 116.000, del 19 gennaio) disposti dal presidente dopo aver firmato un accordo dinnanzi al notaio.Il detective, infatti, dà «evidenza della stabile relazione affettiva e di frequentazioni costanti a ogni ora del giorno e della notte e in diverse località, tra Rivolta e Venturini» nello stesso periodo della presunta estorsione. «Ho avuto evidenza», spiega Sangalli nella sua querela, «di incontri privati ed effusioni tra i due nel periodo di massima intensità delle richieste estorsive». Il giorno 1 febbraio i due sono di nuovo a casa Rivolta alle 19.06, poi al solito ristorante di Casa Coppelle. Il 15 marzo fanno una passeggiatina alle 19.30, entrano a casa Rivolta alle 19.58. Fanno una puntatina al solito ristorante e alle 22.41 si scambiano, annota l'investigatore, ancora «un bacio sulla bocca». Il 5 aprile solita uscita: casa Rivolta alle 17.18, due passi e foto di coppia verso la mezzanotte. E così anche il 10 maggio: ristorante Casa Coppelle e bacio.Per questo l'avvocato Domenico Aiello, legale del presidente di Confcommercio, ritiene che dietro alle accuse nei confronti del suo assistito ci sia «un disegno preciso e premeditato» architettato dalla ex segretaria che, secondo l'avvocato, «mente» su tutto e «punta a distorcere la realtà per finalità personali e per coprire condotte meschine».La donna si difende: «Per me era come un padre», ha raccontato la Venturini al Corriere della Sera, aggiungendo che «alla fine del 2010 si trasformò». Sangalli insomma, stando alla sua versione, cominciò a molestarla. Ma lei non denunciò. Si infilò, invece, oltre un anno dopo (4 aprile 2012) nell'ufficio del suo principale con il telefonino acceso in modalità telecamera. E cominciò a lamentarsi: «Io non posso più lavorare per lei (...) perché questa situazione mi sta creando veramente disturbi psicologici». Il suo capo sembrò non capire: «Quale situazione?». E lei partì all'attacco: «Questa qui nostra, nostra nel senso queste, queste cose un po', queste attenzioni, queste cose io non riesco presidente...». Sangalli le chiese di rimanere al suo posto e lei rispose: «Presidente anche un mese fa, si ricorda avevamo detto basta». A quel punto Sangalli chiuse il discorso dicendo che sarebbe andato a confessarsi.Fu Rivolta, poi, a parlare con il numero uno della Confederazione dei commercianti di quell'argomento scottante. Per la Venturini era Sangalli a volere il dg come «mediatore». Sangalli, invece, scrive nella querela: «Mi è nota la parte avuta da Rivolta». Il ruolo del dg sarebbe questo: «Non terzo, amico e mediatore ma regista occulto di una sorprendente macchinazione ai miei danni, al solo fine di indurmi alle dimissioni e al pagamento di cospicui importi a favore della dipendente con cui aveva una frequentazione costante da tempo». Il direttore generale, a fine 2017, avrebbe offerto sempre lo stesso consiglio al suo presidente: «Pagamento e dimissioni». Doppia versione, diametralmente opposta, anche su tutto il resto. Per la Venturini «Sangalli voleva chiedere scusa, risarcire il danno con una regalia e dare le dimissioni». Sangalli, invece, sostiene che Rivolta gli avrebbe fatto firmare in bianco la lettera con cui avrebbe dovuto salutare Confcommercio. L'avvocato Aiello lascia intravvedere una pastetta occulta per far fuori Sangalli: «Non so dire se la signora sia pienamente consapevole e responsabile dell'utilizzo e degli scopi, o se solo abbia accettato le evidenti utilità per essere strumento di altri individui interessati al potere». Di una cosa, invece, si dice certo: «Della cronica e temeraria condotta menzognera della signora, che guarda caso l'altro giorno, sempre mentendo, ha giustificato l'assenza dal lavoro per malattia per prepararsi adeguatamente, make up incluso, all'intervista giornalistica». E alla fine cala l'asso: «Prima, però, ha cancellato il profilo Facebook nel quale erano visibili i messaggi e le sollecitazioni del dg».
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