2023-02-04
«La scienza è fallibile come gli uomini. Ma è stata trasformata in ideologia»
Il sociologo Riccardo Campa: «Il transumanesimo, in cui mi riconosco, non c’entra nulla con l’immagine della medicina venduta durante la pandemia. I farmaci hanno effetti avversi, anche i vaccini. Eppure son stati spacciati per miracolosi».Riccardo Campa, sociologo e filosofo, insegna da tempo all’Università Jagellonica di Cracovia e ha condotto un percorso culturale originale e profondo. Si occupa di storia e filosofia della scienza, e ha da poco pubblicato un volume intitolato Esperimenti letali. Storia episodica della vivisezione umana e dell’etica medica (Idearium). È un pensatore transumanista, ma esce decisamente dallo stereotipo del fanatico scientista. Anzi, nei suoi scritti più recenti appare estremamente critico rispetto all’uso politico che della scienza è stato fatto, soprattutto durante il periodo pandemico. Professore, lei ha scritto un libro molto interessante sulla vivisezione umana - cioè, banalizzo, sulla sperimentazione medica condotta su esseri umani, dai test di farmaci ad altre pratiche - che arriva a una conclusione sorprendente: più ci avviciniamo ai giorni nostri più queste pratiche aumentano. Come è possibile? «La storia della medicina è una storia luminosa, ma presenta lati oscuri. Nuovi rimedi devono a un certo punto essere testati in condizioni di incertezza. È inevitabile. In passato la ricerca scientifica era svolta per lo più da chierici e aristocratici annoiati. Poteva capitare che un malcapitato servo diventasse, suo malgrado, oggetto di esperimenti. Ma erano casi sporadici. Tra l’altro, alcuni casi di vivisezione umana sembrano inventati di sana pianta per screditare medici troppo innovativi. Con la rivoluzione industriale e l’ascesa del capitalismo, la medicina stessa diventa un’industria. Nel libro Esperimenti letali mostro che a partire dall’Ottocento c’è una ricerca spasmodica da parte dell’industria farmaceutica di soggetti deboli - orfani, detenuti, anziani, disabili, bambini ritardati, poveri - da utilizzare come cavie da laboratorio. Parlo solo di casi documentati, finiti in tribunale. Si badi che parliamo di soggetti sani. Un conto è testare un rimedio su un malato terminale che tenta il tutto per tutto per evitare la morte. Un conto ben diverso è testarlo su individui sani non informati e non consenzienti». Lei sostiene che a questo riguardo l’Illuminismo ha rappresentato un punto di svolta. Si può dire che sia il lato oscuro della ragione?«C’è chi dice che la ragione genera mostri e chi ribatte che è il sonno della ragione a generare mostri. Il mio maestro, Luciano Pellicani, recentemente scomparso, diceva che non è né l’una né l’altro. Il problema è che ogni idea, anche buona, portata all’estremo genera mostri. L’Illuminismo è stato un movimento salutare. Ha promosso le libertà civili e il sapere enciclopedico. Con l’idea di libertà religiosa - ossia che non può essere il re a decidere la religione dei sudditi - ha messo fine a sanguinose guerre tra cattolici e protestanti. Tuttavia, tra gli illuministi, c’è chi si è spinto oltre. Dalla critica al fanatismo religioso, che è sacrosanta, è sconfinato alla critica delle religioni tout court. Così facendo, alcuni illuministi sono scivolati in un fanatismo speculare, trasformando il loro materialismo ateo in dogma. Kant ha giustamente notato che l’Illuminismo ha rappresentato l’uscita da uno stato di minorità. Ha invitato a utilizzare la propria intelligenza, invece di affidarsi all’autorità del passato. Ma anche questa idea non deve essere estremizzata. Altrettanto errato è pensare che tutte le idee del passato siano da ridicolizzare e che solo oggi possediamo la verità. L’idea del progresso lineare è fallace. Per fare un esempio, le nostre abitazioni e infrastrutture sono costruite con un cemento più scadente di quello che utilizzavano gli antichi romani. Fior di scienziati lo hanno studiato per anni per carpirne il segreto. Insomma, si può imparare anche dal passato».Lei ha scritto di recente un articolo in cui, riguardo alla pandemia di Covid, parla di un «ritorno del positivismo». A che si riferisce?«I media hanno proposto al pubblico un’immagine inverosimile della scienza. La ricerca scientifica è un’attività umana. L’uomo è fallibile. Perciò, la scienza è fallibile. Chi afferma che la scienza offre verità incontrovertibili che si accumulano nel tempo non ha evidentemente mai letto un libro di storia della scienza. La ricerca avanza per tentativi ed errori. Che le teorie scientifiche siano sentenze definitive e inappellabili è un’idea dell’Ottocento, promossa appunto dal positivismo. Questa idea è stata letteralmente demolita nel XX secolo. E l’hanno demolita i grandi scienziati prima ancora dei filosofi. L’incertezza è ineliminabile, soprattutto in un campo come la medicina. Gli individui della specie umana sono complessi, certamente simili, ma non uguali. Non si è mai visto nella storia un vaccino o un farmaco che non producesse effetti collaterali negativi in qualche individuo. Un’informazione corretta avrebbe dovuto discutere apertamente anche gli effetti collaterali, che tra l’altro sono in buona parte dichiarati nei fogli illustrativi. Invece, si è parlato dei vaccini come di rimedi miracolosi». Sono in molti a ritenere che il periodo della pandemia abbia rappresentato una sorta di sperimentazione di massa. «Non entro nel merito della sperimentazione clinica dei vaccini perché non sono competente in materia. Io mi limito a studiare la medicina come fenomeno storico-sociale, giudicandola da un punto di vista etico e politico. Se, però, per esperimento, si riferisce al controllo sociale (green pass, mascherine, lockdown), le dico che vivendo all’estero sono rimasto sbalordito dalla durezza delle misure adottate in Italia. Il fatto stesso che le restrizioni e i vaccini ammessi fossero diversi nei diversi Paesi dimostra che le decisioni avevano una componente politica oltre che scientifica».Pensa che si sia abusato dei riferimenti alla scienza in questi anni? Sembra che ne sia stata costruita una caricatura a fini politici. «La cosiddetta fine delle ideologie ha lasciato un vuoto. Ci sono politici che per colmare il vuoto hanno riesumato il concetto ottocentesco di ‟Scienza, con la esse maiuscola. Espressioni come “‟lo dice la scienza” o “che diranno i mercati?” sono i nuovi mantra che sostituiscono ‟“lo ha detto Marx” o “‟lo ha detto il Papa”. Anche la Scienza e i Mercati con la maiuscola sono però ideologie».È interessante che alcune osservazioni critiche arrivino da uno studioso come lei, che si riconosce nel pensiero transumanista. Che cosa è per lei il transumanesimo? «Il termine ‟“transumano” è stato coniato da un prete scienziato, Pierre Teilhard de Chardin, per indicare il destino finale dell’evoluzione umana. Teilhard ha evidenziato la dimensione divina dell’evoluzione e chiarito che l’uomo è ancora in fase di trasformazione. Sottolineo che Joseph Ratzinger, nel libro Introduzione al Cristianesimo, cita spesso Teilhard e non in termini critici. Partendo dalle riflessioni di Teilhard, il biologo Julian Huxley, primo direttore dell’Unesco, ha lanciato nel 1957 l’idea di un movimento - chiamato appunto ‟transumanesimo - per porre la giusta attenzione sull’impatto che le tecnologie hanno sull’evoluzione delle specie. I transumanisti riflettono sui possibili scenari futuri, su come potrebbe essere l’uomo del futuro. Qualcuno vede in queste riflessioni una sorta di hybris, di orgogliosa tracotanza».Non è così? «In realtà è proprio il contrario. Per essere transumanisti bisogna innanzitutto ammettere che non siamo la cuspide della creazione, il non plus ultra. Questo richiede una certa dose di modestia. In ogni caso, mi duole costatare che il termine ‟transumanesimo è da alcuni utilizzato con un significato piuttosto distante da quello elaborato dai fondatori. Viene associato al controllo sociale, ai vaccini obbligatori, a Klaus Schwab, a Davos, al globalismo neoliberista. In realtà, Schwab non si è mai definito transumanista. I transumanisti che conosco io sono tendenzialmente libertari. L’idolo di tanti transumanisti è Elon Musk, non certo Schwab. E Musk non ha lesinato critiche a Davos, accusando il forum di scavalcare la volontà dei popoli. Certo, se uno è tecnofobo, questi chiarimenti non cambieranno di molto il suo giudizio. Pazienza». Molti associano le posizioni transumaniste alla fede scientista esibita in questi ultimi anni. Ci sono legami fra le due visioni del mondo?«Le direi una bugia se affermassi che non ci sono fanatici scientisti nel movimento transumanista. Come in tutti i movimenti, c’è una varietà di posizioni. Analogamente, nel mondo cattolico ci sono fondamentalisti e credenti tolleranti. L’analogia regge bene, perché nel transumanesimo come nel cattolicesimo è più facile trovare “fanatici nella ‟truppa” che non “nello ‟stato maggiore”, se mi passa questa metafora militaresca».
Nicolas Sarkozy e Carla Bruni (Getty Images)