2025-04-17
La Rowling: «Ora ragazze protette»
La decisione ottiene il plauso della creatrice di Harry Potter, da anni impegnata nella lotta contro il gender. Vannacci: «Stabilito ciò che doveva essere già ovvio».«Fiera di voi». Così JK Rowling ha esultato per la storica sentenza della Corte Suprema inglese sulla definizione di donna in base al sesso biologico. L’autrice di Harry Potter, attiva da tempo nella polemica contro la cosiddetta «ideologia gender» e in difesa della «differenza biologica» delle donne, ha sostenuto e finanziato il gruppo femminista For Women Scotland, autore del ricorso arrivato fino al più importante tribunale britannico: «È toccato a queste donne straordinarie e tenaci, con un esercito di persone a sostenerle» ha scritto Rowling su X, «far arrivare il caso alla Corte Suprema e vincerlo. Così hanno protetto i diritti delle donne e di tutte le ragazze del Regno Unito». Infine un messaggio con la definizione di donna dal dizionario: «Donna, sostantivo: un essere umano adulto femminile». «Abbiamo sempre sostenuto la protezione degli spazi basati sul sesso biologico: questa sentenza porta chiarezza e fiducia, per le donne e per chi fornisce servizi come ospedali, rifugi o club sportivi», ha detto il portavoce del premier Keir Starmer mentre per Jane Fae, direttrice del gruppo di sostegno TransActual UK,«la sentenza è molto preoccupante per i diritti umani». Tra le primissime reazioni in Italia quella di Roberto Vannacci: «È stato ristabilito ciò che dovrebbe essere ovvio per chiunque non sia stato accecato dall’ideologia: la definizione legale di donna si basa sul sesso biologico. Non su un certificato modificato, non su un’identità dichiarata, ma sulla realtà dei corpi. Nell’Equality Act del 2010 i termini uomo e donna si riferiscono chiaramente al sesso biologico, non al sesso certificato. È una sentenza storica che segna un confine netto tra realtà e ideologia. Un confine che in Europa si cerca invece di cancellare in nome di un’inclusività che ha come unico effetto quello di negare le donne, riducendole a un’identità percepita, a una fantasia. L’Unione europea non vuole che si dica la verità: che le donne sono femmine e gli uomini sono maschi. Che la biologia non è un’opinione e non si può riscrivere a colpi di attivismo».«Cosa dirà la sinistra - e con loro le finte femministe - adesso che sono i giudici a dire che una donna deve nascere donna? Se lo dice Trump non va bene, se lo stabiliscono i tribunali?», è stato invece il commento della deputata leghista Laura Ravetto. «La sentenza inglese si fonda su un principio biologico oggettivo e scientificamente fondato: il sesso biologico è determinato alla nascita ed è inscritto nel patrimonio genetico di ogni individuo. Il riconoscimento giuridico di questa realtà non è una negazione della dignità delle persone transgender, ma un’affermazione del fatto che il diritto non può prescindere dalla realtà biologica» afferma la deputata di FdI Ylenia Lucaselli, «Negare la differenza sessuale significherebbe minare le basi della protezione di diritti specifici legati al sesso, come quelli previsti per maternità, sport, salute femminile. La sentenza riafferma quindi un principio di verità che oggi è spesso messo in discussione in nome di una percezione soggettiva del genere. Ma la legge, per essere giusta, deve partire dalla realtà, e la realtà è che essere donna implica un dato biologico».«C’è voluta addirittura una sentenza della Corte suprema del Regno Unito per ribadire cosa è una donna, cioè, un essere umano adulto di sesso femminile, e non chiunque si autopercepisca come tale», dice Maria Rachele Ruiu, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, «si tratta di una sentenza che, oltre a tutelare le donne, ribadisce l’infondatezza dell’approccio gender secondo cui l’identità percepita prevale sui dati biologici oggettivi, innati e immodificabili dell’identità sessuata: essere uomini o donne è un fatto incontrovertibile. È urgente che anche il governo italiano prenda maggiore coraggio per smantellare questa delirante ideologia che ha invaso anche l’Italia promossa dai movimenti Lgbtqia+ e trans-femministi».
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)