2019-08-20
La rossa Feltrinelli fa le consegne con i rider
L'azienda che fu del rivoluzionario Giangiacomo si affida a Glovo, il gruppo criticato per le paghe basse concesse ai collaboratori, per recapitare i suoi libri. Così diseducherà i lettori a entrare nelle librerie, dove i dipendenti sono in contratto di solidarietà.Il gruppo Feltrinelli ha appena avviato una collaborazione con Glovo, la società spagnola di consegne a domicilio tramite rider, per recapitare a casa i libri quasi fossero involtini primavera o tacos. In soli 15 minuti dalla richiesta mediante app, uno sfrecciante e solerte (e notoriamente mal pagato) rider vi porta l'agognato volume fin dentro casa. Il book-delivery partirà in principio da Milano per poi venir esteso, in base al gradimento del pubblico, a tutte le città d'Italia.nativi digitaliIl servizio, battezzato La Feltrinelli by Glovo, è stato concepito per i nativi digitali che vivono sempre con lo smartphone in mano «per meglio avvicinarli alla lettura, ma anche per la comodità di tutti gli altri lettori»; inoltre rientra in quelle «nuove esperienze e servizi di cui le librerie Feltrinelli si fanno promotrici». Esperienze disparate (e secondo alcuni disperate per delle librerie) che spaziano dai viaggi al cibo. In Feltrinelli dev'essere parso naturale abbinare i rider ai libri, dato che le librerie del gruppo si stanno già convertendo in ristoranti o pizzicherie a tema librario (a proposito, ma il galateo non vieta di leggere mentre si mangia?).A prescindere dal successo di questa «nuova esperienza», l'alleanza con Glovo la dice lunga sulla vision imprenditoriale di Feltrinelli. Ormai il mito dell'azienda comunista che fu di Giangiacomo Feltrinelli è simile al mausoleo di Lenin sulla Piazza rossa: roba buona per i flash dei turisti, ma a cui nessuno crede più. Nondimeno rimane pur sempre una comoda facciata per il marketing e anche per il posizionamento politico, basta solo riverniciarla di tanto in tanto con qualche mano di rosso acceso, mentre intanto i meccanismi aziendali interni procedono con ben altre logiche, nient'affatto comunistiche. Anche per questo l'aver scelto i rider di Glovo rappresenta un doppio autogol per Feltrinelli: da un lato perché Glovo è una delle aziende di rider più frequentemente criticate per la disumanizzazione e la perdita di diritti relativi al lavoro (l'ultima notizia di cronaca è quella di un rider di Bari, picchiato e rapinato, a cui l'azienda sta scalando dalla busta paga l'ammontare del valore della consegna). Dall'altro perché il portare i libri fino a casa educa inevitabilmente i nuovi lettori a non entrare più nelle librerie, cioè in quelle stesse librerie Feltrinelli dove i dipendenti permangono in contratto di solidarietà, ossia a stipendio ridotto e in perenne drammatico chi vive.shopping sulle alpiTutto questo mentre Carlo Feltrinelli - che di suo è lontano anni luce dalle problematiche esistenziali di rider e lavoratori dipendenti - ha appena inaugurato la libreria più alta d'Europa, un record nel suo genere. Si chiama Feltrinelli 3466 (dai suoi metri di altitudine) ed è uno spazio di 60 metri quadri sul Monte Bianco, per l'esattezza all'interno della stazione della funivia di Punta Helbronner. È una libreria realizzata secondo l'ultimo stile architettonico brutalista-avveniristico, con però una vista mozzafiato sulle Alpi. Molti amanti della montagna hanno subito storto il naso, ritenendola una volgare intromissione antropica lassù, nonché un pericoloso precedente (di questo passo perché non costruire sulle montagne pure dei centri commerciali o dei cinema multisala?). Per gli autentici alpinisti, issare una libreria sul Monte Bianco, uccide l'eroismo e la poesia delle vette. Per loro fa malinconicamente il paio con le code di alpinisti della domenica sull'Everest, fermi in attesa di raggiungere la cima: immagine che più d'ogni altra segna la fine dell'alpinismo. diporto per riccastriQualcuno invece, più maligno, pensa che costruire una libreria Feltrinelli a 3500 metri di quota fosse l'unico modo per innalzare - almeno nell'altimetria - la scrittura degli autori Feltrinelli, soprattutto di quelli visceralmente votati alle bassure come Roberto Saviano o Erri De Luca. E poi il Monte Bianco rappresenta per Feltrinelli anche uno stacco ambientale dal Mediterraneo e dalle Ong. Sì, perché alla lunga questo nuovissimo diporto per riccastri, che unisce la passerella mediatica alla crociera e la pesca d'altura all'abbronzatura da ganzo, stucca e viene a noia. E poi si sa che gli abbienti - beati loro - potendo scegliere, spaiano sempre le vacanze, concedendosi prima il mare e dopo i monti. Insomma, una libreria sul Monte Bianco è come uno di quei «giocattoli» inutili ed esosi esibiti dai rich kids; invero assai stonato per chi da sempre predica bene con il comunismo, razzolando poi male con il capitalismo.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?
Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)